Evan Gorga, il collezionista in mostra a Roma

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Mostra di Evangelista Gorga a Roma
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Mostra di Evangelista Gorga a Roma

MOSTRA – Fino al 4 maggio, nella sede del Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps, la mostra Evan Gorga.Il collezionista dedicata al tema del collezionismo. Per la prima volta viene presentata una ricca selezione dell’articolata ed eclettica raccolta di archeologia del tenore Evangelista Gorga (1865 – 1957), acquisita dallo stato nel 1950, e da allora conservata presso il Museo Nazionale Romano. Nel panorama delle collezioni archeologiche italiane composte a cavallo tra XIX e XX secolo, la raccolta di Gorga si distingue per il numero di oggetti rappresentati: si è calcolato, infatti, che il celebre tenore, primo interprete assoluto della Bohème, a partire dal 1899 abbia riunito 150.000 pezzi, 40.000 dei quali di interesse archeologico. Intonaci dipinti, stucchi, rivestimenti parietali, marmi pregiati e pietre dure, ossi e avori, antichità egizie, giocattoli, pesi da telaio, ceramiche, urne,lucerne, specchi, armi, monete: attivo nel mercato antiquario romano tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, Gorga raccolse una miriade di oggetti moderni e antichi che avrebbero dovuto formare, secondo le sue intenzioni, “il museo di tutti i tempi”, o come scrisse ancora lui stesso “il Museo Enciclopedico, che comprende tutto lo scibile, dall’Arcaico ai giorni nostri”. Se la frammentarietà e la serialità degli oggetti collezionati, insieme alla straordinaria parabola di vita del collezionista, inducono ragionevolmente a ritenere che la raccolta costituisca solo il prodotto di una mente ossessionata, alcuni indizi posti in luce dagli studi recenti fanno invece pensare che Gorga abbia agito in sintonia con le esperienze del suo tempo. In particolare, l’esperienza giovanile come accordatore e riparatore di strumenti musicali e la frequentazione delle mostre d’arte industriale fecero maturare nel tenore un certo interesse per il manufatto , che sembra avvicinarlo – nelle scelte collezionistiche – più ai raccoglitori enciclopedici di impronta positivista che operavano in Europa e negli Stati Uniti (con cui era in contatto) che ai raffinati collezionisti di opere d’arte dei salotti aristocratici romani che, come lui, frequentavano la cerchia culturale della regina Margherita di Savoia.

La mostra, promossa e prodotta dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma,  è curata da Alessandra Capodiferro, direttrice del museo di Piazza S.Apollinare, e nasce nel solco degli studi condotti da Maria Rosaria Barbera, nel 1987 curatrice scientifica della collezione Gorga, e sfociati nella pubblicazione del primo volume interamente dedicato alla raccolta (1999, ed.Electa). Adesso soprintendente per i beni archeologici di Roma, così si esprime nell’introduzione al nuovo volume  pubblicato in occasione della mostra: “Nel 1999 (…) ricorrevo alla parola”sgomento”, riferita alla disparata congerie di materiali costituenti la raccolta, così come alla constatazione del sistematico e disastroso smembramento della stessa. (…) La parola cui ricorro, in questo caso è “soddisfazione”: alla ricognizione e alla selezione dei materiali, per la maggior parte inediti (e certo ancora resta da scoprire) si è affiancata la ricerca di documenti originali, rinnovando l’intento di porre nella giusta luce la singolare figura del collezionista (…) e di valorizzare la ricca ed eclettica “collezione di archeologia” pervenuta ormai molti decenni fa nel Museo Nazionale Romano”.

L’esposizione celebra un personaggio unico, misterioso e affascinante con uno slogan ben trovato, “Una vita intera in diecimila pezzi”, e accompagna l’apertura di nuove sale del museo di Palazzo Altemps, già sede di una raccolta di capolavori del collezionismo cinquecentesco e seicentesco, offrendo così al pubblico un tema di comparazione e variazione della possibile lettura e percezione dell’antico.