
Scrive Zaccaria Negroni nel suo libro a memoria di quel tragico giorno: «Una pioggia di bombe sopraggiunge, preannunciata da sibili laceranti. Il paese è sepolto nel fumo e nella polvere dei calcinacci. Non si vede a un metro di distanza. Grida, gemiti, pianti, macerie. Rinuncio a descrivere. Chi ha vissuto quei momenti sa, chi non li ha vissuti, non può capire». Per ricordare quanto accaduto 70 anni fa, domenica 2 febbraio prossimo Marino si fermerà per commemorare uno tra i momenti più tragici della storia della città. Un periodo segnato dal dolore ma anche dalla forza e dal coraggio. La cerimonia prenderà il via alle ore 9.30 nel Cortile di Palazzo Colonna. Qui, in presenza delle Autorità civili, militari e religiose, dei rappresentanti le associazioni combattentistiche e d’armi A.N.P.I., A.N.P.P.I.A., Invalidi e Mutilati di Guerra, dell’associazione Carabinieri in congedo, della Croce Rossa di Marino, del Corpo Guardie Zoofile e dei cittadini, il corteo, preceduto dal Concerto Filarmonico “Enrico Ugolini” diretto dal M° Roberto Carmine Scura, muoverà in direzione del Monumento ai Caduti di Piazzale degli Eroi dove (ore 10) si svolgerà la commemorazione ufficiale con la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti. Dopo l’intervento del vice sindaco Fabrizio De Santis e il momento di raccoglimento, il corteo si sposterà nella Basilica di San Barnaba Apostolo dove (ore 11), l’abate parroco monsignor Pietro Massari, celebrerà la Santa Messa in suffragio dei Caduti. Alle ore 12.30, nel ricordo del momento in cui vennero sganciate le bombe su Marino, verrà attivata la sirena dell’allarme antiaereo suonato il 2 febbraio 1944. «Grazie – afferma il vice sindaco Fabrizio De Santis – alle Autorità civili, militari e religiose, ai rappresentanti le associazioni combattentistiche e d’armi A.N.P.I., A.N.P.P.I.A., Invalidi e Mutilati di Guerra, ai cittadini e a tutti quelli che, nel raccoglimento, ci sono vicini nel perpetuare il ricordo. E’ il nostro abbraccio, simbolico, ai tantissimi marinesi vittime dello squarcio profondo causato dalla guerra. A quelli che allora persero la vita e molti fra i propri cari ma anche – sottolinea – a chi ha trovato la forza e la volontà di reagire e ricostruire il domani. Un momento di riflessione – va avanti De Santis – che rappresenta la testimonianza, forte, del senso di appartenenza che pervade la nostra comunità, con la sua volontà di proseguire nel cammino senza dimenticare. Una realtà dove gli ideali legati all’umanità, alla solidarietà e alla pace sono profondamente radicati. Il Servo di Dio Zaccaria Negroni ci ha mostrato il percorso, con tenerezza e coraggio. Sta a noi, ricchi della sua presenza e del suo insegnamento di Padre che tanto ha saputo trasferire con le sue opere animate da Fede e speranza nella vita e nell’amore, dimostrare di conoscerla. Nella consapevolezza che, come affermato da Martin Luther King, l’oscurità non può allontanare l’oscurità. Solo la luce può farlo. La luce del pensiero e della pace»