Frascati Scherma, la Di Quinzio a tutto tondo

Frascati Scherma: l'ex fiorettista Beatrice Di Quinzio a tutto tondo tra insegnamento, preparazione atletica e arbitraggio

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Di Quinzio

Frascati Scherma: la Di Quinzio a tutto tondo tra insegnamento, preparazione atletica e arbitraggio

Ha passato oltre un terzo della sua vita all’interno del Frascati Scherma. Beatrice Di Quinzio ha festeggiato 33 anni lo scorso 3 dicembre e ormai da 23 fa parte della grande famiglia sportiva del club tuscolano. Un lungo percorso di atleta che, una volta esaurito, le ha spalancato le porte addirittura per tre nuovi ambiti: quello di istruttrice, quello di arbitro e in ultimo quello di preparatrice atletica. “La mia passione per la scherma è nata tramite la scuola – racconta la Di Quinzio – Iniziai in una piccola società di Nettuno visto che abitavo ad Anzio, poi dopo qualche anno decisi di spostarmi a Frascati in una palestra più grande e in un club più organizzato. Devo ringraziare i miei genitori che hanno fatto tanti sacrifici per portarmi agli allenamenti in quegli anni”. La passione della fiorettista è rimasta intatta anche quando la Di Quinzio ha smesso di fare assalti in pedana e si è dedicata all’attività magistrale e successivamente anche al lavoro di preparatrice atletica: “Poco meno di dieci anni fa ho lasciato le competizioni, il mio destino era quello di insegnare ai bambini e infatti ora seguo i piccoli atleti dai 5 ai 7 anni che fanno avviamento alla scherma. Da tre anni, sfruttando anche il mio percorso universitario (è laureata in Scienze motorie, ndr), mi sono dedicata al lavoro di preparatrice atletica: il mio primo allievo è stato Federico Colamarco che seguo tuttora. Sono contenta della fiducia che mi ha dimostrato e della crescita che ha espresso in questi mesi insieme. Ora seguo anche un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni che stanno facendo soprattutto un lavoro di “mantenimento” in un periodo così complicato e particolare come questo. Questi atleti di diversa età sono due mondi opposti: per i più piccoli devi essere un punto di riferimento e non si può essere troppo rigidi. Dai ragazzi più grandi, invece, pretendo maggiore precisione e concentrazione, pur avendo un atteggiamento “da amica” nei loro confronti”. La chiusura riguarda l’ottimo percorso arbitrale che la Di Quinzio sta portando avanti da una decina d’anni: “Una cosa nata per gioco, tramite Alessandra Nucci che era un bravissimo arbitro: è stata lei a introdurmi in quel mondo. Ho iniziato da piccole gare fino ad arrivare a quelle internazionali. Il fatto di essere stata un’atleta mi porta ad avere un approccio di grande concentrazione durante gli assalti: so quali sacrifici fanno gli atleti e i loro maestri e questo mi aiuta durante la conduzione arbitrale”.