Mirco Goldoni “La fantascienza è dentro di noi”

Mnemosyne è il primo romanzo di Mirco Goldoni

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Mirco FGoldoni

Ilaria Solazzo, giornalista, scrittrice e blogger ha intervistato per Meta Magazine lo scrittore Mirco Goldoni.

“Mi chiamo Mirco Goldoni, sono nato nel 1965 a Bologna e attualmente vivo a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Sono un ingegnere informatico con la passione della lettura. Sin da giovanissimo ho iniziato a divorare libri su libri e mi sono sempre più appassionato al genere fantascientifico”.

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Come mai?

“Perché mi permette di viaggiare nel tempo, nello spazio e, soprattutto, dentro di me. Sì perché la fantascienza è dentro ognuno di noi; navigare nel proprio io, approfondire gli aspetti più intimi di noi stessi è, in definitiva, un viaggio fantascientifico”.

Quindi la fantascienza che preferisci è quella introspettiva.

“Assolutamente sì. Mettere in discussione ciò che sembra ovvio, scontato, e provare a vedere il tutto sotto un punto di vista diverso, originale, non necessariamente errato. Dick e Ballard, con le loro opere, sono stati dei potenti fari per me”.

Poi, nel 2020, hai deciso di cimentarti con la scrittura.

“Sì, ho scoperto che avevo qualcosa da dire, dei punti di vista da evidenziare. Uno su tutti, il fascino misterioso della memoria. Fu proprio durante una mia visita a Roma che, osservando le meraviglie dei suoi monumenti che emanavano storia e avventure, mi chiesi dove fossero finiti tutti i ricordi, tutte le immagini, tutte le emozioni che questi oggetti avevano visto e vissuto. Possibile che i ricordi fossero limitati a chi li viveva? Sarebbe stato possibile raggiungere i ricordi di altre persone? Se sì, cosa succederebbe?”.

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Ipotesi interessante.

“Interessante e spaventosa allo stesso tempo. Noi siamo i nostri ricordi, noi siamo quello che siamo anche grazie a loro, fanno parte del nostro passato e ci hanno plasmato. Vivere quelli di altri cosa implicherebbe? Nacque così Progetto Mnemòsyne, dedicato alla dea greca della memoria, nel quale i protagonisti si trovano di fronte a queste possibilità: viaggiare nei ricordi e viverli o rifuggirli?”.

Poi, nel 2022, è stato pubblicato Progetto Dedalo. Immagino che il filo conduttore sia lo stesso.

“Assolutamente sì. Navigare i ricordi senza traccia dell’antefatto è come vedere una ripresa di una telecamera di sorveglianza in bianco e nero: manca del contesto. Divenne quindi necessario trovare un modo di percorrere i ricordi attraverso un filo conduttore, un filo di Arianna, e da qui il richiamo al costruttore del famoso labirinto. Ricordare la visita al Colosseo è piacevole, ma potersi immergere nei ricordi di chi lo ha vissuto in prima persona, venti secoli fa, sarebbe molto più interessante”.

E possibile?

“Il mio è un romanzo, lasciatemi concordare un patto narrativo con il lettore. Forte, ma è l’unico. Ipotizziamo sia possibile, d’altronde alcune situazioni lo rendono plausibile, mi riferisco ai sogni, ai deja-vu, all’empatia. Se i ricordi non fossero nel nostro cervello ma in un luogo esterno ed esso fosse solo la chiave per raggiungerli?”.

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I protagonisti dei tuoi romanzi ci riusciranno?

“Attraverseranno molti ostacoli. Se ci riusciranno non ve lo posso dire, faranno molte scoperte che riguardano il loro passato, riportando alla luce, come fanno gli archeologi, ricordi sopiti o volutamente cancellati. Il ritmo è incalzante, i dialoghi ferrati, perché mi piace tenere alta la tensione. Mi piacerebbe che il lettore, finito il capitolo, si sentisse preso a iniziare il successivo”.

Progetto Mnemòsyne, Progetto Dedalo, e poi?

“Poi il progetto finale che chiuderà la serie e tenterà di dare risposte a tutti i dubbi che ho tentato di far nascere nei protagonisti e, indirettamente, nei lettori. Il titolo non è ancora ben definito, ma sarà un Progetto e richiamerà ancora la mitologia”.

Un consiglio ai nostri lettori?

“Leggete, leggete, leggete e viaggiate. Sono due attività molto legate tra loro, leggere ci consente di viaggiare con la mente, viaggiare fisicamente ci permette di conoscere civiltà e luoghi a noi sconosciuti; entrambe le cose ci consentono di ampliare le nostre vedute e valutare punti di vista diversi. Se poi viaggiando passate per Roma, beh, vi lascio con una notizia temo non troppo originale, ne vale la pena”.

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