Studenti in rivolta al liceo Tasso, pugno duro contro le occupazioni

Scoppia il caso del liceo Tasso di Roma, gli studenti scrivono al ministro Valditara

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Sembra ormai una sorta di moda in voga quella dell’occupazione, un modo per rivendicare ideologie politiche che poco hanno a che vedere con ciò che si dovrebbe fare a scuola, ovvero studiare. E’ il caso del liceo Tasso di Roma, che ha sollevato svariate polemiche negli ultimi giorni.

Insufficienze nei voti di condotta, sospensioni, ma anche “attività socialmente utili” da svolgere nella scuola stessa.  Queste le punizioni inflitte dalla dirigenza del liceo “Tasso” ai 170 studenti che si sono autodenunciati dopo l’occupazione.

Per tutta risposta, i ‘’ribelli’’ del collettivo politico del Tasso hanno reagito al clamore mediatico suscitato dalle sanzioni con una lettera al ministro Giuseppe Valditara e al dirigente Paolo Pedullà.  “Ci aspettavamo le conseguenze – premettono gli studenti – e sapevamo che sarebbe successo qualcosa, quando ci siamo autodenunciati. Ma ad attirare l’attenzione non sono state le nostre richieste, le nostre proteste, bensì le sanzioni. Che sono state punitive e non educative”.

Polemiche e critiche per le ‘’punizioni troppo rigide’’ sia da parte dei genitori dei ragazzi che dalla Sinistra che chiaramente insorge in difesa del Che Guevara di turno. Il voto insufficiente in condotta lo meriterebbero tutti coloro che continuano a giustificare occupazioni prive di senso, utili solo a saltare ore di lezione.

La scuola non è un hobby né un passatempo, e la voglia di rivoluzione va placata per ristabilire un ordine degno di una società civile.