Seduzione e femminilità in mostra a Roma

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Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea a Roma
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Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma

Fino al 5 ottobre la Galleria Nazionale d’Arte Moderna ospita la rassegna “La forma della seduzione: Il corpo femminile nell’arte del ‘900”, una selezione di 130 opere (tra dipinti, sculture e composizioni) di diversi artisti del secolo scorso. Un’idea scaturita dalla provocazione del sociologo francese Jean Baudrillard secondo cui “la seduzione e la femminilità appartengono alla sfera dell’artificio, dell’inganno non a quella della natura”. Il percorso si articola in cinque sezioni in cui figurano artisti diversissimi tra loro (tra essi Modigliani, Breton, Man Ray, Guttuso, Prampolini, Picasso, Victor Brauner, Carrà, Dalì, De Chirico, Mirò, Savini), con un unico grande filo conduttore: la concezione della donna.

La prima sezione intitolata “Le Belle apparenze” mostra come le forme morbide e sinuose del corpo femminile rappresentino un ideale rassicurante e classico di bellezza: ne sono un esempio il Nudo sdraiato di Modigliani, il Nudo neoclassico di Francesco Trombadori e il Nudo muliebre di Gino Severini. Procedendo verso la seconda sezione intitolata “seduzione/sedizione”, l’atmosfera si fa sempre più inquieta e il nudo viene trasfigurato gradualmente e destrutturato a seconda delle diverse sperimentazioni artistiche. E’ il caso delle opere di Guttuso, Carrà, Mirò, Prampolini e Manzù nelle quali dalla decomposizione cubista si passa all’immagine deformata del surrealismo, in cui il corpo diventa addirittura mostruoso.

Nella terza parte dedicata all’Oggetto del desiderio”, viene alla luce il surrealismo che sposta l’attenzione a particolari anatomici femminili spesso decontestualizzati e resi oggetti comuni: ne sono un esempio la donna-scarpa di Salvator Dalì e la bambola di Hans Bellmer. Nei nudi femminili di Alberto Viani e Georges Malkine rappresentati attraverso un’immagine fortemente deformata si materializza l’inquietudine esistenziale dell’inconscio.

Nella quarta sezione intitolata “La bella e la bestia” si entra nella sfera del fantastico con la sovrapposizione tra l’elemento umano e animale. Si tratta di un incontro che ha sempre attratto e spaventato allo stesso tempo, legato alla venerazione femminile in cui si proiettano sogni e incubi dell’uomo come appare nei dipinti di Andrè Masson La peintre et le temps o  Paysage antropomorphe di Bona.

Infine “La bella addormentata”, in cui il corpo della donna abbandonato al sonno esercita un forte richiamo, tra vulnerabilità e passività . Questo tema, trattato sin dall’antichità, raggiunge in molte opere un effetto straniante , evidente nei nudi di Modigliani o le ninfe dormenti di De Chirico.