Cerroni preoccupato per Imu sui terreni agricoli

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Palazzo Marconi, l'edificio che ospita il Comune di Frascati e alcuni suoi uffici
Palazzo del Comune di Frascati
Palazzo che ospita il Comune di Frascati

“Ringrazio il Senatore Bruno Astorre – dichiara il consigliere comunale di Frascati e delegato alle politiche agricole Claudio Cerroni – che si è fatto portavoce, lo scorso 12 gennaio, delle nostre richieste e delle difficoltà che il nostro comune, come tutti quelli dell’hinterland dei Castelli Romani si troverebbero ad affrontare se venisse applicata l’Imu sui terreni agricoli secondo le modalità previste dal Decreto Interministeriale del 28 novembre 2014: “Decreto esenzione dall’IMU per i terreni montani”.

Il Senatore Astorre al convegno organizzato dall’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna, nel quale si è discusso anche dell’introduzione dell’IMU sui terreni agricoli – continua Cerroni – prima non soggetti a questa tassa, ha condiviso la nostra posizione, «perché – spiega il Senatore in una nota – temo che questo provvedimento abbia conseguenze profondamente negative sul tessuto socio economico del territorio montano, con un progressivo abbandono dei terreni da coltivare e un conseguente spopolamento dei comuni».

E’ necessario uscire dalla situazione di confusione generata dalla tardiva emanazione del decreto che ha ridefinito il perimetro delle esenzioni, limitandole ai municipi al di sopra dei 600 metri di altitudine (calcolati in riferimento all’ubicazione della sede comunale). Un’esenzione è prevista anche per i comuni dai 281 metri ai 600, come il nostro, ma limitatamente ai coltivatori agricoli e agli imprenditori agricoli professionali.

In sostanza – conclude Cerroni – con i nuovi criteri di applicazione dell’Imu, sui terreni agricoli del comune di Frascati (appartenente alla XIesima Comunità Montana), come di molti altri comuni dei Castelli Romani, dovrebbe essere pagata l’Imu se non risultassero posseduti da coltivatori agricoli certificati o imprenditori agricoli professionali. In un momento di crisi questa ridefinizione delle esenzioni appare estremamente preoccupante e rischiosa per tutte quelle famiglie che non usano l’agricoltura come attività primaria, ma come supporto alla piccola economia familiare.

Il Tar del Lazio, con decreto cautelare, ha sospeso il decreto interministeriale.  In attesa che il Tar si pronunci il prossimo 21 gennaio, auspichiamo che si trovino i margini affinché il Governo possa intervenire definendo in maniera più puntuale i criteri di applicazione e di esenzione”.