Gianmarco Pernarella, #lamiadestra vista da un giovane amministratore

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Gianmarco Pernarella - Scuola Politica Fondazione An
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Gianmarco Pernarella – Scuola Politica Fondazione An

Gianmarco Pernarella, studente della Scuola Politica della Fondazione Alleanza Nazionale, Sub Agente di assicurazioni, dal 2014 Assessore presso il Comune di Monte San Biagio (LT), da Ottobre 2015 Vice Presidente Provinciale e Vice Coordinatore regionale di Anci Lazio Giovani (associazione nazionale comuni italiani).

“Dal 2011, subito dopo la morte di mio padre (avevo appena 18 anni), mi chiamò Gianfranco Fini e mi chiese di continuare il percorso politico di mio padre. Accettai volentieri e, preso da una forte passione politica, entrai a far parte del direttivo di una locale sezione politica di FLI (Futuro e libertà per l’Italia) diventandone coordinatore. Proprio in quel periodo, il partito non ebbe un seguito politico a causa della disperata resistenza all’attaccamento a quel ruolo ricoperto dal l’allora leader Gianfranco Fini. Decisi di andare a parlare con Donato Lamorte, allora deputato e fedelissimo consigliere di Fini, il quale, preoccupato mi disse che purtroppo l’idea di un ritorno ad una destra al quale lui auspicava era alquanto utopica. Nel frattempo, cominciai ad interessarmi della vita politica del mio paese, tant’è che nel maggio del 2014 venni eletto ASSESSORE con una lista civica appoggiata da Forza Italia e nell’ottobre del 2015, vice presidente provinciale e vice coordinatore regionale di Anci Lazio Giovani (tutt’oggi ricopro questi incarichi). Con passione e tanta volontà di cambiare le sorti del mio paese, continuo a lavorare per il bene dei miei cittadini e con grande senso civico di responsabilità”.

In poche parole sapresti dare una definizione della tua destra ideale?
“Il modello di destra a cui, oltre a far riferimento, deriva la mia formazione politica, è il modello che ha saputo costituire e condurre l’Onorevole Giorgio Almirante. Una destra fondata sui valori, sull’amore della Patria, sulla legalità e sull’eguaglianza sociale. Su questo modello devono ripartire le fondamenta di una nuova destra che non può immaginare di non includere in questa nuova formazione politica le nuove generazioni che credono in questi ideali”.

Oltre al fattore economico, la globalizzazione dell’ultimo ventennio ha portato alla ribalta con le migrazioni di massa ed il riaffiorare dei terrorismi, gli scontri tra culture, religioni, identità e valori non negoziabili: come si dovrebbe porre la tua destra in questo contesto culturale globale?

“La mia destra non è una destra razzista, è una destra che tutela prima i valori della Nazione e del popolo Italiano e successivamente accoglie a braccia aperte tutti coloro che con umiltà, con legalità e con capacità vogliono vivere nel nostro “patrio suol”. Una destra futurista, che deve gettare le basi per uno sviluppo economico, non solo Italico ma anche europeo, che vede nell’Unione della stessa, una forza capace non solo di migliorare le condizioni economiche ma anche di proiettare questa nuova forma di collaborazione e di governabilità verso nuovi traguardi sociali e culturali per una nuova Europa unita”.

Se il destino dell’Europa fosse nelle mani della tua destra, quale forma di Governo, struttura istituzionale e modello economico adotteresti per il vecchio continente?

“Un modello di governo a cui oggi potrei far riferimento tutt’oggi non esiste. L’Europa fino ad oggi è unita solamente sulla carta ma non sui fatti. Sogno un Governo forte, un Governo che difenda i valori del Vecchio Continente. Tutte le forze politiche di destra dovrebbero dar vita ad un unico e vero contenitore sociale, culturale ed economico che rispecchi i principi che ho descritto pocanzi”.

In cosa consiste secondo te l’identità italiana e/o l’italianità?

“Identità italiana e italianità sono entrambe valori che percorrono la stessa strada. Non si può dire di avere una identità italiana e poi rinnegare l’italianità. Chi si sente italiano deve essere orgoglioso di avere sani valori che solo l’appartenenza alla Nazione può fargli scaturire”.

In Italia si fa un gran parlare di riforme, istituzionali e sociali: quali secondo te le priorità della destra in termini di riforme? Come per l’Europa così per l’Italia che tipo e quali riforme adotteresti?

“Le prime riforme da adottare sono quelle rivolte al sociale. Di pari passo riforme della giustizia, tutt’oggi debole e latitante, delle forze di polizia che lavorano in uno Stato di precarietà. E una riforma economica che dia la possibilità alle fasce più deboli di accedere a fondi atti a migliorare la loro qualità di vita”.

Quali soluzioni, se ne vedi la necessità, dovrebbe adottare la destra italiana in termini di “diritti civili”: coppie di fatto, aborto, proibizionismo, immigrazione, cittadinanza e sicurezza?

“Le soluzioni da adottare le stabiliscono già i valori della destra. Credo nei valori della famiglia, in cui esista un papà e una mamma, credo in una immigrazione controllata ed intelligente, capace di gestire e contenere un flusso di immigrazione idoneo alle esigenze della nostra Nazione. Se gli immigrati non rispettano le nostre tradizioni e la nostra cultura, non hanno il diritto di integrarsi, perciò il Governo deve attuare misure volte alla sicurezza di chi li ospita”.

Secondo te quale dovrebbe essere il luogo ed il posizionamento politico nel panorama nazionale di oggi, ove la tua destra dovrebbe inserirsi? Se e con chi la vedresti alleata o in contrapposizione?

“La collocazione, nell’arco istituzionale, deve essere quella da sempre occupata, con chi penso e credo di fare le alleanze, sono gli schieramenti politici che possono garantirci i nostri stessi valori”.

Sapresti indicare 5 nomi di leader, nazionali e/o internazionali, contemporanei e non, dell’ultimo secolo, che a tuo avviso hanno rappresentato o rappresentano il modello di destra a cui ti senti di aderire?
“Ad oggi, vedendo una frammentazione politica elevata, non saprei dare indicazioni su un leader capace di riunione è di creare una nuova destra di Governo”.