Artemisia Gentileschi, la donna, l’artista

“Artemisia Gentileschi e il suo tempo”: in esposizione fino al 7 maggio 2017

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Non c’è solo lei, Artemisia Gentileschi, probabilmente la più grande pittrice italiana di sempre, fra i protagonisti della mostra appena inaugurata al Museo di Roma. Ma, di sicuro, è seguendo le sue tracce che ci si imbatte in alcune, sorprendenti opere della prima metà del XVII secolo. Lei, il Virgilio che conduce lo spettatore nel meglio della produzione di quel periodo che, da lei e a cui lei, prende e deve. Una produzione che rappresenta tanto del suo universo pittorico e di donna. Ed è soprattutto questo aspetto fortemente, volutamente, femminile, a contraddistinguere “Artemisia Gentileschi e il suo tempo”: un’esposizione che, fino al 7 maggio 2017, racconterà di un’antesignana del talento “in rosa”, di una donna dotata di un carattere d’acciaio, di una volontà che definire ferrea è, tutt’oggi, un eufemismo. Che riuscì ad entrare all’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze prima di ogni altra, e dalla porta principale, prima ancora di imparare a scrivere. “La peculiarità di quest’evento – ha spiegato Nicola Spinosa, ideatore e curatore della mostra per la sezione napoletana – è che tutti i lavori della Gentileschi sono stati scelti con estrema severità, affinché emergessero quelle doti che l’hanno resa grande fra i grandi dell’epoca, che le hanno permesso di affermarsi in un universo prettamente maschile. Se oggi, la tematica è ancora controversa, immaginate all’epoca: qui, troverete l’Artemisia pittrice vera, talentuosa, immersa nell’atmosfera e nei circoli del suo tempo, i suoi rapporti con Firenze, Roma, Napoli e, quindi, con Stanzione, Ribera, Cavallino e molti altri”. E se non è difficile constatare, anche per l’occasione capitolina, che l’apprezzamento della sua pittura era forse circoscritto, per lo più, alla capacità di ritrattista e per la resa delle eroine bibliche, va ricordato pure che queste cento tele (che trasudano vigore, sensualità, intelligenza e risolutezza) confutano la figura di una donna impegnata a perseguire la propria indipendenza e l’affermazione artistica contro le molteplici difficoltà e pregiudizi incontrati lungo la sua parabola umana e professionale. Capolavori provenienti da ogni parte, da collezioni private e dai più importanti musei del mondo (citarne uno, toglierebbe agli altri) testimoniano il seguito e il successo di una pittrice che sapeva usare gli strumenti e conosceva le tecniche pittoriche, ma, come ogni donna, era capace di adattarsi, mentire se necessario, cambiar forma, e declinarsi, di volta in volta, diversamente, secondo le esigenze dei committenti, ma senza mai smettere di essere se stessaLa mostra è organizzata da Arthemisia Group con Zètema Progetto Cultura; Francesca Baldassari e Judith Mann hanno curato, rispettivamente, la sezione fiorentina, e quella romana.
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