Rocca di Papa, l’Amministrazione sullo stato del Quartiere Calcare

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Il Piano è scaduto tre anni fa, ma solo ora parte il controllo di quanto realizzato

Il Piano Particolareggiato delle Calcare è una delle questioni urbanistiche più gravose che l’attuale giunta eredita dal passato. Il Piano in questione, che interessa la zona delle Calcare e di Valle San Lorenzo, venne approvato con delibera di consiglio comunale nel febbraio del 2003 e prevedeva l’avvio dell’attività edificatoria in 88 comparti. Attualmente è decaduto per decorso del termine di validità decennale. Il Piano, ai fini del rilascio del titolo edificatorio, era subordinato alla stipula di una

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convenzione urbanistica tra il Comune di Rocca di Papa e i costruttori, con l’assunzione di obbligazioni secondo legge solo per questi ultimi. In particolare, coloro che hanno costruito erano tenuti a cedere al Comune le aree destinate alle opere pubbliche di urbanizzazione (fogne, illuminazione pubblica, marciapiedi, aree verdi…) e realizzarle a proprie spese. La scadenza fissata per questi lavori era di 10 anni. Inoltre, avrebbero dovuto fornire delle garanzie finanziarie (delle fideiussioni) al Comune, per l’adempimento degli obblighi derivati dalla convenzione. In sostanza, o si fanno le opere pubbliche oppure si paga una penale per compensare i mancati servizi alla cittadinanza. Alla scadenza dei 10 anni, ovvero nel 2013, sarebbe stato dovere dell’amministrazione comunale controllare quanto realizzato, anche se una minima attenzione avrebbe suggerito di monitorare costantemente lo sviluppo dei lavori, soprattutto per quanto riguarda le opere pubbliche, nell’interesse collettivo. “Attualmente i comparti ancora in esecuzione – chiarisce l’assessore all’urbanistica Veronica Giannone – sono 67 su 88. Un numero elevato, considerando che il Piano è decaduto tre anni fa e che la legge prescrive che i piani di lottizzazione debbano essere attuati entro il termine dei 10 anni, decorso il quale diventano inefficaci per la parte ancora da costruire. L’adozione di un nuovo piano diventa, quindi, l’unica strada per completare la realizzazione delle opere pubbliche, ma ciò non può avvenire senza una doverosa ricognizione, comunicando agli interessati l’eventuale mancata attuazione, parziale o totale.” “Stiamo provvedendo con l’ufficio tecnico a individuare i cantieri ancora non conclusi – afferma il sindaco Emanuele Crestini – per fare luce su uno scenario da anni poco chiaro. L’amministrazione comunale ha il dovere di tutelare gli interessi collettivi. Per questo, dobbiamo esigere che le opere pubbliche concordate vengano realizzate nel migliore dei modi e nel più breve tempo possibile. Quello che mi domando,da cittadino e da sindaco, è perché la precedente amministrazione non abbia proceduto con ovvi controlli, continui ed efficaci, in applicazione della legge. In questo modo, hanno fatto perdere alla collettività anni. Anni in cui questi quartieri sono rimasti senza i servizi previsti. Noi, al contrario, vogliamo agire nell’interesse dei cittadini, facendo rispettare la legge.”