E chi se ne frega del Ministero dello Sport in Italia

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josefa idem
L'ex campionessa ed ex ministro Josefa Idem
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L’ex campionessa ed ex ministro Josefa Idem

Da Tora Bora

Sono giorni che voglio scrivere, anzi sono settimane e mesi, ma non trovo mai il motivo per far p assare una mezzora di sudori freddi all’occhialuto Direttore Editoriale di Meta. La mia Italia vista dal caldo umido afgano da spunti a go go, ma niente mi ispirava a mettermi a scrivere, mi forzava a sfogarmi con il mezzo che mi è più congeniale.

Ieri si è dimessa Josefa Idem ed il fatto che sia un monumento vivente, un’olimpionica che ha dato lustro all’Italia credetemi, e so che chi mi conosce o mi legge farà molta fatica per l’autentica venerazione che ho per l’ex atleta di origini teutoniche, non è vero. Mi fa rabbia lo ammetto, ma non è questo il punto. Sono sempre stato un garantista e tante volte faccio fatica ad esserlo fino in fondo, da gran peccatore quale sono.

 

Vorrei sapere solo una cosa: e adesso? Al di là di un ravvedimento operoso che c’è stato, del fatto che io mi sarei dimesso prima o per lo meno avrei messo prima il mio incarico nelle mani del Premier Letta, ora cosa accade?

 

Cosa accade ad un ministero ed a una delega particolare come quella dello sport? Sono di parte lo ammetto, sono anni che mi batto dalla tastiera perché un ex atleta abbia quasi per legge quel ruolo, al di là delle idee e del colore politico. Non riuscivo a pensare a nessuno meglio di Josefa, aveva avuto anche un’esperienza amministrativa a Ravenna, è sempre stata senza infingimenti prima nei DS poi nel PD.

 

E questo non è neanche il punto, o lo è in parte. Il problema è uscire dall’ipocrisia. Che in Italia non ci sia cultura sportiva è una verità che solo gli ayatollah dei giornali che “piacciono alla gente che piace” (cit.) senza fare nomi, ma solo cognomi ossia Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera fanno finta di non vedere. E peggio ancora si elevano a giudici dei comportamenti dei nemici, mai degli amici.

 

Non è il momento della retorica, né quello dello scetticismo aprioristico (…se anche la Idem è non pulita, allora è inutile…). E’ quello dei fatti: nulla accadrà, scomparirà ancora il dicastero dello sport e il Coni verrà lasciato solo (e forse questa è una forturna vista la verve di un Giovanni Malagò che è un’autentica sorpresa positiva di questo 2013 con mio sommo stupore).

 

Chiedo solo un timeout e visto il caldo che accomuna la mia tenda all’Italia prendo il ghiaccio dalla mia borsa termica di fortuna per celebrare un rito con il tea sulla falsariga della pubblicità anni Ottanta del grande Dan Peterson.

 

Risparmiateci la retorica che la scuola non pensa allo sport, che non ci sono i Giochi della Gioventù, che le medaglie olimpiche calano, che i giovani sono obesi ecc..

 

Questo Paese, il nostro Paese, ha rifiutato il multiforme ingegno di Pietro Mennea in vita e soprattutto quando da ex atleta avrebbe avuto ottime possibilità di incidere nella ricostruzione dello sport di base in Italia.

 

Sfortunatamente siamo un grande popolo e in mezzo a mille difficoltà l’atletica vede affacciarsi al presente ed al futuro giovani in gamba, stesso discorso per il nuoto (anche se per assurdo il ricambio è minore, parliamo di proporzioni badate bene), senza contare campioni assoluto in sport diciamo “di nicchia” per prenderci in giro visto che fanno girare fior di milioni di Euro come il Golf con Matteo Manassero, come il Tiro al Volo con l’olimpionica e neo campionessa ai Giochi del Mediterraneo in corso di svolgimento in questi giorni.

 

Evito di fare altri esempi per far torto a chi incautamente dovessi dimenticare di citare: insomma rimaniamo nel limbo, un destino che accomuna tutto nel nostro Paese… e questo mai come questa volta non è e non può essere mezzo gaudio.

 

Saluti da Tora Nora

 

saluti da

 

Eretico