Alla Galleria nazionale una mostra sulla Gallenga

Ottanta opere per sfuggire all’oblio della Storia alla Galleria nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma con una mostra su Gallenga

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mostra gallenga
Mostra su Maria Monaci Gallenga
Opera di Maria Monaci Gallenga

Alla Galleria nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, una mostra su Maria Monaci Gallenga, pioniera della moda. Ottanta opere per sfuggire all’oblio della Storia

Volitiva e “multitasking”, diremmo oggi. Era proprio così Maria Gallenga (nata Monaci, dalla buona borghesia romana. Suo padre, Ernesto, era un filologo e docente universitario). Interessata alla letteratura – ca va sans dire – ma pure alle arti, Maria Gallenga esordisce alla III Mostra della Secessione (1915), esponendo tessuti, stole e cuscini. È già madre di tre figli, dipinge e da un paio di anni si dedica alla creazione di abiti realizzati con tessuti da lei stessa decorati in materie preziose, impiegando una tecnica di stampa (di oro e argento su stoffa) di sua invenzione che, da allora, diviene leggendaria. La mostra “Maria Monaci Gallenga. Arte e moda tra le due guerre”, alla Galleria nazionale di Arte moderna e contemporanea di Roma, è un omaggio ad una donna dalle virtù straordinarie, assai più avanti del suo tempo, femminista ante litteram, che, però, come spesso accade, è stata dimenticata e solo di recente riscoperta.

“Donne, arte e moda è un tris perfetto che spesso ha il compito di riportare alla memoria tante artiste ingiustamente catapultate in un limbo temporale che pare infinito. Maria Monaci Gallenga è una di queste. La nostra mostra è un tentativo di farla conoscere a tutti, farne rivivere i fasti”, ha spiegato Cristiana Collu, direttrice della Gnam. Del suo stesso avviso, le curatrici, Irene de Guttry e Maria Paola Maino, eminenze nel campo delle arti decorative italiane del primo Novecento, rispettivamente, curatrice e fondatrice e curatrice degli archivi delle Arti Applicate italiane del XX secolo, un centro di documentazione e ricerca nato per valorizzare le arti decorative.

Opera di Maria Monaci Gallenga

Fino al 3 giugno, la Gnam di Roma, prendendo spunto dai lavori della Gallenga, celebra pure un periodo di grande fortuna proprio delle arti applicate nazionali. In mostra, per la prima volta, circa 80 opere, tra fotografie, disegni e bozzetti che illustrano un mondo di abiti spettacolari. Accanto a queste, dipinti, sculture, vetri, ceramiche, arazzi, lavori in ferro battuto, provenienti da diverse collezioni private, e tutti firmati da illustri signori coevi: Duilio Cambellotti, Felice Carena, Antonio Donghi, Vittorio Zecchin, per citarne alcuni. Maria Monaci Gallenga coniuga modernità e tradizione; ha una spiccata vocazione imprenditoriale, fonda filiali del suo atelier capitolino e predispone una solida rete distributiva dei suoi abiti. Il Futurismo, in quegli anni protagonista della scena artistica italiana, non entra nel suo orizzonte: anche gli artisti che promuove, esponendoli, sono espressione di una modernità coinvolgente e rasserenante, ben lontana dalle stramberie e trasgressioni dell’entourage di Marinetti. La creatività “al femminile” del periodo, si sa, si concentra sulle arti dell’ago e del filo (e del telaio), ma l’originalità dei disegni e l’insuperabile virtuosismo artigianale della Gallenga sono un brand che già parla di “made in Italy”, prima che anche solo il pensiero della parola fosse coniato. Suoi: figurini, mantelli e abiti da sera, giacca da uomo e da signora, cappe, ma pure interviste rilasciate a riviste e giornali d’antan: tutto contribuisce a far brillare la figura di una creativa dalla vena inesauribile, quasi “incurante” dei momenti bui che il mondo stava attraversando e il disastro verso cui s’incamminava. Un disastro a causa del quale anche Maria Gallenga perderà la vita, nel 1944, a Passignano sul Trasimeno, dove si era rifugiata per sfuggire alla guerra.