Dessì ironizza su “I sindaci finti civici”

Il senatore del Movimento Cinque Stelle Emanuele Dessì si scaglia contro "I sindaci eletti civici, ma subito finiti nei partiti per convenienza"

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Emanuele Dessì

DESSI’: “SINDACI ELETTI DA CIVICI MA SUBITO FINITI NEI PARTITI PER CONVENIENZA”

“I sindaci civici per finta e per convenienza? Quanti ne volete. Un fenomeno davvero curioso ma purtroppo molto diffuso ed al quale si assiste da mesi. Sindaci che vengono eletti da civici e che poi, poco dopo, si trovano ad arruffianarsi il potente, o peggio il futuro potente di turno per ottenere utilità varie e un posto al sole”. Il senatore 5 stelle Emanuele Dessì attacca quello che appare come un trend nazionale: il civismo di facciata e di opportunità. “Questa – rimarca – è la morte del civismo in senso pieno: una morte sancita e certificata dall’incapacità di questi soggetti di fare veri progetti e vera programmazione per le comunità che devono amministrare. E così mentre i cittadini vengono lasciati soli a combattere con i problemi di tutti i giorni, questi alfieri del finto civismo, velocemente riciclati al servizio di questo o quel partito, non riescono a tenersi fuori e a sganciarsi dal partitismo e dal correntismo imperante”. Un fenomeno che sembra riguardare i grandi centri ma anche i Comuni al di sotto dei 50mila abitanti dove gli ex grandi partiti, Pd e Forza Italia su tutti, si sono negli ultimi tempi candidati senza simboli “per confondersi appunto in un finto civismo che ha mischiato le carte ma la cui maschera è stata poi gettata”. “Questo – prosegue Dessì – dice semplicemente che un vero rinnovamento sarà difficile: nei prossimi anni continueremo a vedere le stesse facce, gli stessi nomi, gli stessi consiglieri e gli stessi esponenti. Il trasformismo di certi personaggi, e solo a guardare i miei Castelli romani di esempi ce ne sono diversi, continua a truffare e ad ingannare i cittadini che vengono attratti da una promessa di rinnovamento, anche politico, fasulla. Le utilità per questi signori? Posti in Regione, posti nei Comuni, ruoli nelle partecipate, vantaggi vari per loro e per i loro fiancheggiatori. Tutto questo mentre i Comuni muoiono senza progetti, senza investimenti e senza capacità amministrativa”.