Ad Albano imbrattati oscenamente i manifesti di Non una di meno

Non una di meno invade le strade di Roma. Ad Albano imbrattati oscenamente i manifesti di Non una di meno. La cronaca di Elena Mazzoni

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Non una di meno

24 novembre 2018: Manifestazione nazionale di “Non una di meno”.

“Non una di meno” è un’onda che non si arresta, è in stato di agitazione permanente.

Roma invasa da una marea nero fucsia.

Roma colorata e donna.

Roma colorata è donne, da tutta Italia, di ogni età, estrazione sociale, colore.

Insieme contro la violenza maschile, di genere e razzista e contro il governo che la alimenta con misure scandalose come il DDL Pillon.

Mentre dichiara di voler porre fine alla povertà, il governo pianifica misure che intensificano la precarietà e accentuano la dipendenza economica.

Lo smantellamento del welfare è la pretesa che le donne si occupino del lavoro domestico e di cura.

La lotta contro la violenza è anche una lotta contro la precarietà e lo sfruttamento e per un reddito di autodeterminazione.

Le donne riempiono le strade di Roma con le loro rivendicazioni.

Donne diverse ma uguali, nel sentire su di loro ancora il peso di un gap di genere; di un mondo maschile che le schiaccia con violenza, fisica, psicologica, economica, sociale; di una cultura patriarcale che le vuole comprimarie di una fiaba.

Nelle fiabe le donne hanno sempre gli stessi ruoli stereotipati: principesse indifese in rosa, con lunghi capelli; fate buffe, paffute ed imbranatissime; streghe nasute, malvestite e portatrici di sventure.

I Re, i leader, gli eroi, i salvatori, invece, sono uomini risoluti con grandi sogni e un pessimo carattere, domato da una dama voluttuosa.

La fiaba narrata oggi nelle strade romane è fatta da principesse che non sono la figlia di alcun Re, la promessa sposa di nessun principe e mai la fedele ombra che segue la causa di un uomo.

Una fiaba in cui puoi guidare la ribellione con una splendida acconciatura, perché per andare a combattere per ciò in cui credi hai bisogno di una corona che non sia segno del potere, ma della consapevolezza di te e allora è fatta dei tuoi capelli intrecciati, del tuo sguardo fiero, del sorriso di chi non ha nessun bisogno di essere salvata.

È una fiaba di alleanze ribelli, di protagonisti con nomi femminili e capelli di ogni forma, di donne che combattono per dare ai figli, propri e degli altri, un mondo in cui nessuno abbia più bisogno di essere salvato.

Nessun principe, nessun rospo, nessun eroe, non ne abbiamo bisogno, quello che vogliamo è avere accanto uomini che combattano con noi, ridendo, con amore.

Quello di cui non abbiamo bisogno sono tizi che imbrattano i manifesti di “Non Una di Meno” affissi ad Albano Laziale, disegnandovi sopra parti anatomiche maschili, in un’imbarazzante rincorrersi di costrutti freudiani, facendo vilipendio del loro genere e non della nostra battaglia.

Non si può arrestare la marea.

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