Botta e risposta sulla gestione dell’indifferenziato a Monte Compatri. All’attacco della Regione l’assessore Giordani:
“RIFIUTI, GIORDANI: “LA REGIONE AUMENTA IL COSTO PER SMALTIRE L’INDIFFERENZIATO: INCREMENTARE LA DIFFERENZIATA UNICA STRADA PER PAGARE MENO LA TARI. E DIFENDERE L’AMBIENTE”
“Cambiare rotta. Un chilo di rifiuti indifferenziati al giorno è un dato che l’ambiente, quello in cui viviamo e vivranno i nostri nipoti e figli, non può permettersi. E che lascia la percentuale di differenziata, a Monte Compatri, inchiodata a 52 punti nel 2018; pur registrando picchi di oltre il 55% nel mese di luglio e settembre, con la chiusura a dicembre su quota 54. In trenta giorni i materiali non differenziabili sono pari a 178 tonnellate, che hanno un costo che finisce – inevitabilmente – nella bolletta Tari”, spiega l’assessore all’Ambiente, Sabrina Giordani.
“Quanto costa lo smaltimento in discarica? Circa 146 euro a tonnellata, eravamo partiti nel 2014 da 128 euro. Il tariffario regionale lo decide la Pisana di Zingaretti; così, oggi, a parità di quintali smaltiti spendiamo circa 40mila euro in più ogni 12 mesi”, continua Giordani.
“Parliamo di quasi 400mila euro per l’indifferenziato trasferito nei centri specializzati e oltre 20mila per gli interventi di bonifica delle discariche create dagli incivili e dagli inquinatori seriali. La nostra attività, però, non si è fermata a questo ma abbiamo anche avviato le procedure di accertamento sul corretto conferimento da parte degli utenti: 200 le utenze controllate; oltre alla lotta all’evasione della Tari che ci ha permesso di recuperare 100mila euro. Ma l’obiettivo deve essere quello di diminuire il materiale non riciclabile”, aggiunge la titolare del settore rifiuti a Palazzo Borghese.
“Se nel 2015 avevamo oltre 2100 tonnellate di differenziato a fronte di 1800 di indifferenziato, oggi siamo rispettivamente a quota 2,3 milioni e 2,1. All’aumento della differenziata corrisponde un aumento dell’indifferenziato: i dati, infatti, ci dicono che nel 2018 abbiamo prodotto 40 quintali in più di immondizia. Schiacciando il dato percentuale al 52%; nonostante alcuni picchi di determinati mesi”, spiega ancora l’esponente della giunta D’Acuti.
“Viaggia bene l’organico che fa segnare punte di oltre centomila chili ad aprile e maggio 2018. Ma non basta. Non può bastare se a fronte di una tonnellata di indifferenziato pagata 146 euro, il sistema in cambio prevede che mille chili di cartone vengano pagati 0,25 euro: 25 centesimi per 100 quintali. Seimila euro annui contro i 400mila dell’indifferenziato.
Oppure, gli imballaggi misti in cui rientra la plastica: 253 tonnellate ci fruttano, in media, circa 25mila euro. Incassi già depurati dalla tassa del 20% che paghiamo per rimuovere le impurità da questi oggetti. Il vetro, invece, non garantisce nessun introito per le casse comunali”.
Riciclando la carta abbiamo ridotto, in 15 anni, 54milioni di emissioni di Co2. Oppure possiamo avere una scrivania con 60 cassette per la frutta; un maglione di pile con 20 bottiglie di plastica; un chilometro di binario ferroviario con 2,5 milioni di scatolette; una bicicletta con 800 lattine. Per questo abbiamo un’unica strada da percorrere: quella del riciclo, del riuso e della differenziazione. Per vedere scendere la tariffa sui rifiuti. E proteggere il nostro territorio”, conclude l’assessore all’Ambiente di Monte Compatri, Sabrina Giordani.
Pronta la replica del consigliere comunale dem Serena Gara: