Benedetta Onori, perchè ho scelto Italia Viva

Benedetta si racconta parlando della sua passione per la politica che l’ha portata a scegliere Matteo Renzi ed Italia Viva

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Benedetta Onori

Conosciamo meglio Benedetta Onori, millennials di Anguillara Sabazia che, insieme ad altre tre giovani studentesse è stata la conduttrice dal palco della decima Leopolda. La convention che si raccoglie attorno all’iniziativa politica di Matteo Renzi, svoltasi nella ex stazione di Firenze dal 18 al 20 Ottobre scorsi, registrando oltre 30mila presenze.

“Sono una studentessa di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Sapienza di Roma, precedentemente diplomata al Liceo Classico. Fin dal mio primo anno di università, iniziai a lavorare in un ristorante. Contemporaneamente iniziai l’esperienza, che porto ancora avanti, come redattrice per una testata locale e, per un anno, fui assunta in una agenzia di comunicazione. Conosco dunque le difficoltà delle Partite Iva e delle Cooperative. Per questioni di tempo, dunque, decisi di abbandonare la pallavolo a livello agonistico, una passione iniziata a sette anni, che però non riuscivo più a coniugare con i tantissimi impegni. La passione per la politica poi mi toglieva quel poco di tempo rimasto. Un percorso in salita, che mi ha portato a dedicare più tempo ad alcuni aspetti a discapito di altri, ma di cui non rimpiango nulla, anzi. I miei genitori mi avrebbero preferita maggiormente concentrata sul percorso universitario, ma l’idea di intraprendere una sola strada non è mai stata nelle mie corde”.

Oltre alla politica cosa suscita il tuo interesse?

“Non posso fare a meno di viaggiare, questa la mia più grande passione dopo la politica: conoscere usanze, abitudini ed esperienze altrui rappresenta una parte essenziale per la mia formazione umana e culturale”;

Come nasce la tua passione per la politica?

“Sono cresciuta “a pane e politica” come si dice, e per questo devo ringraziare mio padre. Nella nostra famiglia si discuteva, ci si confrontava continuamente sia su tematiche storiche che su vicende contemporanee. I dibattiti animavano i pasti. La prima cosa che feci appena compiuti i diciotto anni fu proprio la tessera del Partito Democratico. Per me la politica ha sempre rappresentato il quotidiano, e il rispetto del confronto la base su cui poter costruire qualsiasi relazione sociale e lavorativa”;

Quali sono state le tematiche che ti hanno spinto all’impegno in prima persona?

“I diritti umani e civili sono sempre stati il filo conduttore di ogni mia presa di posizione: serve attenzione sincera al sociale e risposte alle grandi tematiche. Ricordi le tue prime occasioni di impegno pubblico e di militanza attiva? “Gli anni del Liceo mi hanno formato attivamente come studentessa e come giovane cittadina: iniziai fin dal IV Ginnasio (e quindi primo anno) a partecipare alle manifestazioni che venivano organizzate nelle piazze. Mi ricordo in quegli anni le riforme scolastiche di Gelmini e Fioroni, le marce per la pace e gli appuntamenti di Libera. E continuo ancora oggi negli ambienti universitari, per ultime quella per Mimmo Lucano e il Fridays for Future. Non è mancata ovviamente la partecipazione e la collaborazione ai diversi appuntamenti locali”;

Cos’è per te la Leopolda?

“La Leopolda è un laboratorio culturale e progettuale, un’esperienza formativa senza precedenti”.

Quest’anno per la prima volta sei stata chiamata a condurre sul palco: ha avuto un significato particolare per te?

“Quest’ultima mi ha dato la possibilità di comprendere fino in fondo la grandezza del progetto: a vincere sono le idee e il coraggio di metterle in campo. Affiancare i grandi protagonisti in quei tre giorni, insieme ad altre tre giovani compagne di viaggio, è stato entusiasmante, oltre che estremamente costruttivo;

Spesso si dice che le esperienze vissute, le avventure e disavventure che la vita ci riserva, incidano molto anche sui nostri comportamenti e sul nostro percorso individuale nella società. Ci sono eventi che ci motivano a fare, o non fare qualcosa. E’ stato così anche per te?

“Le esperienze che facciamo e le disavventure che la vita ci mette davanti sono il bagaglio personale che ci portiamo avanti ogni giorno. Ognuno di noi può scegliere, e ha il diritto di scegliere, come, e se, renderlo utile non solo per sé, ma anche per gli altri. Io, con il mio, ho scelto con coraggio e con il sorriso di provare a migliorare le cose”;

Nelle scorse settimane hai lasciato il tuo incarico di segretaria del Partito Democratico della tua città per aderire ad Italia Viva: quali i motivi di questa scelta?

“Ho scelto Italia Viva anche per il coraggio: servono risposte ai cittadini, soprattutto alle nuove generazioni , che i partiti di classica impostazione non hanno più la capacità di dare e di concretizzare. Serve un progetto in grado di immaginare e di scommettere sul futuro, non è con la paura di guardare oltre che si creano prospettive lavorative e sociali. Un partito all’interno del quale il merito torni al centro del dibattito. Uno spazio dove venga assicurato e rispettato il protagonismo femminile, dove non si parli semplicemente di quote, ma si metta in pratica la vera parità di genere. Dove venga data ai giovani la possibilità di partecipare e di sentirsi protagonisti e utili. Un disegno nuovo che lascerà il segno all’interno del panorama politico e non solo: Matteo Renzi ha le capacità e le competenze per vincere la scommessa e chi non lo riconosce lo fa per astuta convenienza”;

Quali obiettivi hai da raggiungere nel tuo impegno politico? E quali i tuoi sogni nella vita?

“Quando mi chiedono quali sono i miei sogni o come mi vedo fra dieci anni, ho sempre qualche difficoltà a rispondere, perché le mie speranze alla fine sono molto semplici, se così possiamo dire. Mi auguro che il rispetto, un giorno, torni ad essere il fulcro del convivere civile. Mi auguro che il confronto torni ad essere un momento di scambio costruttivo, dove l’odio e la violenza siano soltanto un lontano e vile ricordo. Mi auguro che, un giorno, il valore dell’uguaglianza non sia soltanto sbandierato ma difeso e compreso. Mi auguro che, un giorno, le minoranze possano sentirsi a casa. Mi auguro che, un giorno, questa casa possa esser veramente di tutti. Personalmente, lavorerò per questo”.

Di Andrea Titti