Retrospettiva dedicata a Corrado Cagli a Roma

Fino al 6 gennaio 2020, al museo di Palazzo Cipolla di Roma, retrospettiva dedicata a Corrado Cagli con Folgorazioni e Mutazioni

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Opere di Corrado Cagli

A Palazzo Cipolla, Corrado Cagli in una “retrospettiva antologica” per guidare gli spettatori nel variegato universo dei suoi lavori, fatto non solo di dipinti, ma anche di disegni, sculture, arazzi, grafiche, bozzetti e costumi teatrali (attraverso l’esperienza newyorkese alla Ballet Society, con George Balanchine).  Una potenza di fuoco di 200 opere da istituzioni e prestigiose collezioni private, certo non così facilmente reperibili, che, renderanno buona parte dell’idea della vasta opera del Maestro. “Folgorazioni e Mutazioni” (il titolo completo dell’evento) saprà condurre il pubblico attraverso l’esperienza multiforme dell’opera di uno tra i più eclettici artisti del Novecento che offrì un importante contributo al dibattito sulle Arti del secondo dopoguerra, influenzando, tra gli altri, Guttuso e Scialoja. “Probabilmente – spiega il professor Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale – quest’evento è così importante non solo perché porta i grandi artisti legati a Roma proprio in città (riportando Cagli a Roma dopo la personale del ’99, ndr). Ma perché lo fa in luoghi che, di fatto, non nascono come spazi espositivi: lo diventano per vocazione! Palazzo Cipolla ospitava una banca e se gli istituti di credito chiudono, è un bene che gli spazi culturali no, che trovino posti alternativi! L’arte, la cultura sono la molla per il cambiamento della nostra società: società che tanta amarezza continua a dare”.  La rassegna consente di investigare l’attualità della sua lezione: Cagli fu un visionario che creò opere anticipatrici di stagioni diverse dell’arte; la sua stupefacente azione “multidirezionale” non cessa di stupire, esercita stimoli continui. Il percorso espositivo colpisce soprattutto perché rende evidente il suo sforzo incessante verso la contaminazione, alla ricerca di collaborazioni fuori dai confini di una sola disciplina artistica. Immerso in un continuo gioco di rimandi tra pittura e scultura, questi è un artista fortemente contemporaneo; un personaggio eclettico, in costante contatto con letterati, musicisti, architetti. Perciò, non è così insensato, ora più che in passato, declinare gli esiti dei suoi modi in cerchi più alti; che si rendano necessarie nuove riflessioni. Indubbiamente una figura di spicco della scena artistica nazionale e internazionale del XX secolo, Cagli è ispezionato attraverso i maggiori cicli pittorici realizzati: dai primi lavori giovanili alla Scuola Romana; da New York alla serie delle “Carte”, concludendo con le “Mutazioni modulari” degli anni Settanta. Ai posteri, dunque, l’ardua sentenza: esponente privilegiato di una via italiana alla modernità alternativa al Futurismo, o nomade e precario, vittima di quell’arte che è stata definita “schizofrenia stilistica”? Chi è stato veramente Cagli? Certo, su tutto vale che la sua caratteristica peculiare sia stata la ricerca espressiva mai banale, quel senso estetico d’altri tempi che, in maniera magmatica, inglobava le esperienze espressive intorno a sé e – tracimando – ne produceva di nuove, portandolo a impegnarsi, parallelamente a Sironi, icone come il “muralismo” (per “un’arte italiana ciclica e polifonica”), ma anche i bozzetti architettonici della Fontana dello Zodiaco di Terni e a quelli del Monumento di Göttingen in Germania. Per l’occasione capitolina sono riuniti alcuni pannelli del ciclo esposto, e in parte censurato, all’Esposizione Universale di Parigi del 1937 e il monumentale cartone per la XXI Biennale di Venezia del 1938 “Orfeo incanta le belve”.  Promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, ed organizzata da Poema S.p.A. con il supporto di Comediarting, l’esposizione è curata da Bruno Corà, presidente della Fondazione Burri, in collaborazione con l’Archivio Cagli.

Info: www.fondazioneromamuseo.it