A Palazzo Altemps, Virginia Woolf e il suo gruppo

Per la prima volta in Italia, una mostra romana celebra lo spirito che animò Bloomsbury, luogo d’incontro di giovani liberi, eccentrici ed “europeisti”

0
367
mostraltemps

Bloomsbury è sì un posto (il quartiere in cui, a inizio Novecento, gli orfani Stephen traslocarono, da Kensington) ma per Virginia, Vanessa, Thoby e Adrian e per i giovani che lì si riunivano ogni giovedì, nel dopocena, è anche l’inizio per concentrarsi sul “senso” di una nuova vita.
Tutti provenienti da Cambridge: Lytton Strachey, John Keynes, Clive Bell e Leonard Woolf e tutti originali, eccentrici, pieni di estro e di ironia, se Virginia (poi) Woolf fu la scrittrice che conosciamo è perché il suo coraggio crebbe e si nutrì dell’atmosfera di sincerità morale di tale gruppo di amici.
Per questo interpretare bene il senso della mostra “Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing life”, inaugurata al Palazzo Altemps di Roma, significa comprendere lo spirito che li animò. E per saperne di più, fino alla chiusura dell’evento (il 12 febbraio 2023), oltre ad ammirare foto, quadri e suppellettili, si potrà assistere ad alcuni incontri voluti dal Museo Nazionale Romano e dalla casa editrice Electa, con il sostegno dell’Italian Virginia Woolf Society. Quattro quelli domenicali, tutti alle ore 11, presso il teatro di Palazzo Altemps (si entra con il biglietto d’ingresso e fino a esaurimento posti), in partenza il 13 novembre, con Luca Scarlini: “Lo spettacolo del mondo: un palcoscenico per Bloomsbury”, musiche inglesi del Novecento per chitarra eseguite da Alberto Mesirca; quindi, il 18 dicembre, Nadia Fusini con: “Carrington, l’indimenticabile”; poi il 15 gennaio, Nadia Fusini e Giorgio La Malfa con: “John Maynard Keynes e le arti”, e in chiusura, il 12 febbraio, Nadia Fusini, Luca Scarlini, Stéphane Verger con: “Woolf, Forster, Bloomsbury e il rapporto con la Grecia e il mondo antico”.
L’esposizione capitolina, a cura di Nadia Fusini, è organizzata assieme alla National Portrait Gallery di Londra che, oltre alle tele, e a diverse prime edizioni dei volumi, ha prestato pure disegni e altri oggetti quasi mai esposti altrove. Un modo per riportare in auge anche l’anima di Palazzo Altemps, casa nobiliare nel cuore di Roma legata da sempre ai circoli culturali, oltre che a figure di donne libere e forti.
Gli ideatori di “Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing life”, con lo scrittore e performer Luca Scarlini, hanno organizzato un evento davvero particolare, visto che ne è protagonista un Circolo “europeista”, i cui membri erano innamorati dell’Italia e della Francia e che, senza isolarsi in torri d’avorio, attraverso parole e immagini, trovarono altri modi per l’arte e la politica da mettere “al servizio” della comunità.
Le opere selezionate, lungo cinque stanze di Palazzo Altemps (nel numero che la Woolf rivendicava per ogni donna per affermare la propria identità, e qui, una per le diverse sezioni della mostra) svolgono il racconto delle figure di Bloomsbury, narrando di un cenacolo di intellettuali anticonformisti, insofferenti al moralismo dell’epoca e sessualmente disinibiti: artisti impegnati e “di sinistra” che cambiarono i principi vittoriani del XX secolo e che proprio in quella casa “fecero l’impresa” della loro sperimentazione, della loro “rivoluzione”, per mezzo di un’esperienza di vita tra libri, ritratti e oggetti d’uso quotidiano.
In queste sale romane, lo spettatore è chiamato a condividere le predilezioni artistiche, ma anche l’avventura romantica che vi soggiace: sì, perché l’amore vibra nell’aria, si avverte, ed è la forza che permea tutto, capace di trasformare anche piatti e sedie in opere degne di nota.
Info: www.museonazionaleromano.beniculturali.it