A Singapore il senso dell’impotenza della Ferrari

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Fernando Alonso
Alonso della Ferrari esce dall'abitacolo
Fernando Alonso
Alonso della Ferrari esce dall’abitacolo

Ci sono sensazioni che dicono tutto. Quando ad una manciata di giri dal termine ha sbattuto Di Resta l’impressione è che il muretto Ferrari abbia tirato il fiato, sperando che non entrasse la safety car. Il team di Maranello si arrende, al di là del fatto che contenga i danni con una partenza superba di Fernando. Vettel domina il fine settimana in maniera umiliante il Cavallino rampante. Massa, sesto con gran finale, l’aveva detto senza mezzi termini che il team oramai punta al mondiale 2014. Ci si aggrappa anche alle rotture, com’è non giusto che sia, e i titoli ormai al di là di qualche evento miracolistico vanno spediti verso Germania ed Austria. A Singapore le emozioni sono concentrate in partenza, con Rosberg che sfiora il sorpasso a Vettel, e durante la Safety Car, chiamata in causa dal botto di Ricciardo. La Ferrari dopo gli usuali errori di strategia (vedi Alonso costretto a lungo dopo il primo Pit Stop dietro a Di Resta), rischia a ragione allungando l’ultimo stint dell’asturiano, che da quinto passa alla piazza d’onore dopo il secondo pit stop di chi era davanti. Raikkonen chiude terzo, anche lui bravo ad entrare prima ai box, poi Rosberg, Hamilton, Massa, Button,Perez, Hulkemberg e Sutil a punti. Alla fine Alonso paga oltre 32 secondi, un distacco imbarazzante con una Safety Car entrata in pista. Domenicali intanto a caldo spera che il problema finale di Webber (lui invece penalizzato dall’azzardo del pit stop anticipato) sia prossimamente appannaggio del campione del mondo in carica. Una caduta di stile che ci poteva risparmiare.

Nicola Gallo