Addio Mary Quant, la Signora della minigonna.

Articolo a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo

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Foto tratta dal web

Articolo a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

La Stilista ed icona della moda nata l’11 febbraio 1930, sotto il segno zodiacale dell’acquario, nel sobborgo londinese di Blackheath si è spenta nella mattinata del 13 aprile 2023, nella sua casa nel Surrey… a darne la notizia i suoi familiari attraverso un comunicato stampa. Mary Quant, conosciuta in tutto il mondo per essere stata la “mamma della minigonna fuggì a Londra a soli 16 anni, per sottrarsi ad una educazione troppo bigotta per il suo temperamento fuori dagli schemi e poco incline alle restrizioni.

Dopo aver finito il liceo, volle continuare a studiare per entrare nel mondo della moda. Inizialmente costretta dai genitori ad iscriversi al Goldsmiths College, si laureò nel 1953 in arte,e successivamente si spostò verso il centro di Londra, dove lavorò per un famoso modista nella zona di Mayfair.

Dopo qualche tempo, iniziò a prendere la sua carriera in mano ed aprì la sua piccola boutique, Bazaar, dove iniziò a vendere prima vestiti progettati da altri e poi anche da lei stessa. Fu uno dei pochi negozi in cui, tra gli anni ’50 e ’60, vi si potevano trovare abiti sgargianti e con fantasie particolari. Nel 1966, Womens’ Wear Daily la inserì tra i nomi che stavano rivoluzionando la monda, insieme a Edie Sedgwick, Paco Rabanne, Emanuel Ungaro e Yves Saint Laurent. Nella capitale, patria di mille tendenze, il piglio della sua esistenza, divenne bohemien, in compagnia del suo grande amore Alexander Plunket Greene, nipote del filosofo Bertrand Russell, con il quale convolò a giuste nozze nel 1957. Da questa unione, nacque un figlio. Pioniera delle grandi rivoluzioni estetiche, nel 1955 inaugurò una boutique a King’s Road, aprendo le danze per tutto ciò che avrebbe riguardato dagli anni 60 in poi, la Swinging London. Inventò la minigonna e ci rese più libere… un capo riuscito a sopravvivere fino ad oggi e sfoggiato da milioni di donna. Con lei si è spenta una figura che ha trasformato la moda sfidando i canoni tradizionali e ciò che a quel tempo era considerato il modo appropriato di vestirsi. È stata un genio e tale rimarrà, una delle stiliste più riconosciute a livello internazionale del ventesimo secolo e un’eccezionale innovatrice degli anni Sessanta. Non tutti sanno, ad esempio, che la stilista inglese è stata una delle prime a costruire un intero marchio intorno al suo nome. Nonostante il brand non abbia poi preso piede come altri marchi quali Ralph Lauren la sua collaborazione con alcune catene di supermercati negli anni ’60 rifletteva il suo interesse per una moda accessibile e a basso prezzo. Nel corso degli anni, Quant si fece un nome prestigioso nell’industria della moda, in particolare per il suo lavoro negli anni ’50, quando aprì il suo primo negozio, che ospitò persino celebrità di fama internazionale come i noti Rolling Stones. Ed è stata proprio lei che ha portato gli orli ad altezze audaci, creando così la minigonna, che porta il nome della sua auto preferita. Nel corso di un’intervista la Quant disse che la minigonna le ha regalato una sensazione di libertà e liberazione e che furono le sue clienti a creare la minigonna. Lei faceva semplicemente vestiti che permettevano alle donne di correre e ballare. Le sue clienti le chiedevo gonne sempre più corte. Ma la minigonna non fu l’unica creazione rivoluzionaria della fashion designer. Infatti tra queste si annoverano anche i capelli a caschetto, gli abiti senza maniche, i maglioni a coste attillate ed i collant colorati. Nella sua autobiografia “Quant by Quant” aveva raccontato che già in tenera età, a scuola, accorciava le gonne, ispirata da una sua compagna che ballava il tip tap. La rivoluzione nella moda passò così dai lunghi vestiti anni ’50 che impedivano i movimenti a gonne sempre più corte che interpretavano lo stile dell’epoca: giovani fanciulle coi capelli corti pronte a lottare per i propri diritti e per l’emancipazione attraverso una nuova idea di vestiario per creare una donna moderna ed intraprendente. Come era solita dire la stessa Quant: “É la strada ad inventare la minigonna”. A partire dagli anni ‘ 70, le donne, grazie alle sue creazioni, iniziarono a svestirsi in libertà, mostrando in modo convinto le gambe. Un simbolo, la minigonna, strettamente connesso con la voglia di sprigionare la propria femminilità, rompendo stereotipi e tabù, inneggiando di fatto, ad una trasgressione attestatasi, da quel momento in avanti, in ogni sede,da parte dell’universo rosa. Fu la stessa regina Elisabetta II, nel 1966, ad insignire Mary Quant del titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e, più tardi, nel 2014, di Dama Comandante dell’Impero Britannico, per meriti riconosciuti nell’ambito della moda britannica. Quant in una intervista rilasciata anni fa riassunse il suo modo vigoroso ed innovativo di fare moda, definendolo una impellenza di cambiamento difficile da ignorare. “Non avevo tempo di aspettare la liberazione delle donne“. Per tale ragione, si fece testimonial della loro sete di emancipazione, esordendo con l’ urgenza di “svestirle” per differenziarle dalle generazioni precedenti di cui facevano parte le loro madri e le loro nonne, che avevano vissuto il loro corpo più come una frustrazione che come una benedizione. Con la morte della stilista Mary Quant, si chiude un cerchio di ammodernamento del costume sociale delle donne, partito oltre mezzo secolo addietro, che ha avuto come trampolino di lancio, la lotta ai pregiudizi, per acquisire consapevolezza delle proprie fattezze, mostrandole in leggerezza, vivendo una dimensione interiore ed esteriore votata alla libertà di essere ciò che si è.

Se per strada si vedono cosce e ginocchia scoperte, libere di ancheggiare e di correre veloci, di camminare lente e svelte, di accavallarsi sotto al tavolo di un bar, è perché un giorno di sessant’anni fa una donna tentò l’azzardo di renderle consuetudine e accorciò gli orli di una gonna che oggi è “la mini”. Un capo alla moda, si dice meglio nel lessico famigliare di chi associa un fatto di costume a un trend mai anacronistico: un oggetto desiderato e desiderabile, apprezzato o detestato con la stessa intensità che suscita il diverso quando irrompe nella quotidianità e piano piano, inesorabilmente, la trasforma.

La minigonna è un capo che affascina a qualsiasi età e forse il suo segreto è proprio nel saperla interpretare.