ADOLESCENTI E AUTONOMIA: IL COMPITO-GUIDA DEI GENITORI. INTERVISTA A ADELIA LUCATTINI
L’adolescenza è una fase di grandi cambiamenti, sia fisici che psicologici, i ragazzi cercano di affermare la propria identità, di cimentarsi in nuove esperienze e di conquistare sempre più autonomia. Questo percorso, sebbene naturale e necessario è caratterizzato da una complessa interazione di fattori fisici, psicologici e sociali e può generare non poche tensioni tra genitori e figli. L’adolescenza rappresenta, dunque, un periodo di grandi cambiamenti e sfide, sia per gli adolescenti, che per i genitori. E allora come è possibile affrontare questo delicato momento di crescita? Qual è il compito- guida dei genitori in questa particolare fase di transizione della vita dei propri figli? Quanto conta lo sviluppo dell’autonomia emotiva degli adolescenti? Di questo e molto altro, parliamo con la Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana
Dott.ssa Lucattini, in che modo la cultura e il contesto sociale influenzano il modo in cui gli adolescenti sperimentano l’autonomia e come i genitori possono adattarsi a queste influenze?
“Il contesto familiare, culturale e sociale gioca un ruolo fondamentale nel plasmare le modalità con cui gli adolescenti percepiscono e vivono l’autonomia. In ambienti in cui prevale un forte individualismo, l’autonomia è associata spesso all’indipendenza precoce e alla capacità di prendere decisioni personali. Al contrario, in culture in cui la vita è condivisa con la collettività, l’autonomia si sviluppa più gradualmente e spesso all’interno di legami familiari forti.
È importante comprendere come i giovani interpretano le pressioni sociali e culturali, mantenendo un dialogo aperto e non giudicante. Inoltre, i genitori possono fornire una guida chiara, aiutandoli a distinguere ciò che è realmente significativo per loro, rispetto a ciò che è imposto dalle mode o dalle aspettative esterne.
L’obiettivo è supportare i figli nel costruire la propria identità, bilanciando valori familiari e personali con le influenze culturali. In questo processo, empatia, flessibilità e capacità di adeguare il proprio stile educativo alle necessità del contesto sono strumenti fondamentali per ogni genitore”;
I Social possono avere in questo contesto un peso rilevante?
“Certamente, i social media hanno un grande impatto nell’influenzare lo sviluppo dell’autonomia degli adolescenti, influenzando profondamente il modo in cui si percepiscono e interagiscono con il mondo.
Da un lato, i social possono rappresentare uno spazio di espressione personale, dove i giovani sperimentano la propria identità, si creano interessi e costruiscono nuove relazioni. Dall’altro, offrono un’opportunità di confronto con i coetanei, ampliando anche i loro orizzonti e alimentando il desiderio di indipendenza. D’alto canto, la sovraesposizione può generare insicurezze, alimentare confronti poco realistici e spingere verso una ricerca di approvazione esterna, spesso a discapito dello sviluppo di una solida autonomia interiore.
I genitori, in questo contesto, possono svolgere un ruolo cruciale guidando i figli verso un utilizzo consapevole, educandoli a distinguere tra contenuti autentici e manipolativi, incoraggiandoli a riflettere sull’immagine autentica che vogliono dare di se stessi e sui modelli irrealistici che i social propongono”;
Quali sono in particolare, i fattori che spingono gli adolescenti a cercare maggiore indipendenza al di fuori della famiglia?
“Durante l’adolescenza, la ricerca di autonomia è un processo naturale e fisiologico legato allo sviluppo dell’identità personale. Contribuiscono a spingere i giovani verso l’indipendenza i cambiamenti fisiologici come lo sviluppo cerebrale e fattori psicologici come il desiderio di esplorare e il bisogno di assumersi responsabilità. Le relazioni con i coetanei diventano centrali, poiché gli adolescenti trovano nel gruppo un luogo di confronto e appartenenza che li aiuta a costruire un senso di sé separato dalla famiglia. Il contesto scolastico fornisce stimoli e formazione che ampliano i confini del mondo familiare, alimentando il desiderio di esplorare nuove opportunità e di affermarsi da soli”;
Ritiene che un comportamento genitoriale troppo “protettivo” possa predire la dipendenza genitoriale anche nell’età adulta?
“Un atteggiamento genitoriale eccessivamente protettivo può influire negativamente sullo sviluppo dell’autonomia. Quando i genitori limitano le opportunità dei figli di sperimentare, commettere errori e risolvere problemi, possono involontariamente ostacolare la costruzione di competenze essenziali per l’autonomia emotiva e pratica. Questo può portare a una dipendenza genitoriale nell’età adulta, caratterizzata da difficoltà a prendere decisioni, scarsa fiducia in se stessi e timore di affrontare situazioni complesse senza il supporto dei genitori. Al contrario, un comportamento genitoriale bilanciato, che combina protezione e promozione dell’indipendenza, favorisce la crescita di individui sicuri e capaci”;
Cosa riferiscono al riguardo gli ultimi studi scientifici?
“Le ricerche recenti confermano che uno stile genitoriale iperprotettivo, spesso definito “helicopter parenting”, è associato a livelli più bassi di competenza emotiva, regolazione dello stress e autostima negli adolescenti e nei giovani adulti. Uno studio pubblicato sul Journal of Adolescence (2022) ha rilevato che i figli di genitori iperprotettivi riportano maggiori difficoltà nell’affrontare la transizione verso l’età adulta, con un aumento del rischio di ansia, depressione e dipendenza emotiva.
Al contrario, studi che esplorano il ruolo dello stile genitoriale autorevole (che bilancia affetto e regole chiare) dimostrano che questo approccio promuove una sana indipendenza. In questo stile, i genitori incoraggiano i figli a prendere decisioni autonome, ma rimangono disponibili come guida e sostegno.
In sintesi, il compito dei genitori è quello di essere una base sicura da cui i figli possano partire per esplorare il mondo, sapendo di poter contare su di loro nei momenti di difficoltà”;
Crede sia importante parlare con i propri figli in modo aperto e ascoltare i loro punti di vista?
“Assolutamente sì, parlare sinceramente con i propri figli e ascoltare il loro punto di vista è indispensabile, soprattutto durante l’adolescenza, una fase di vita in cui il dialogo e la comunicazione possono essere messi alla prova.
Un dialogo aperto e rispettoso aiuta a costruire un rapporto di fiducia reciproca tra genitori e figli. Quando gli adolescenti si sentono ascoltati, sono più propensi a condividere le loro esperienze, emozioni e preoccupazioni, permettendo ai genitori di comprendere meglio il loro mondo interiore e il loro punto di vista. Questo non significa essere sempre d’accordo con loro, bensì mostrare disponibilità ad apprezzare le loro idee e sostenere la loro capacità di riflessione e autonomia. L’ “ascolto attivo” è una competenza fondamentale in questo processo: significa prestare attenzione senza giudizio, mostrando interesse sincero e rispondendo in modo vibrante, affettuoso e comprensivo, il che sostiene l’autostima e la sicurezza dei figli”;
Quali sono, a Suo avviso, i segnali che indicano che un adolescente è pronto ad assumersi maggiori responsabilità?
“Questi segnali non sono sempre chiari, lineari o uniformi, ma possono essere intercettati nelle loro parole e comportamenti. Ad esempio, un segno è quando l’adolescente considera le conseguenze delle proprie azioni e fa delle scelte in modo ragionato sia in ambito scolastico, che personale.
La capacità di riflettere sulle proprie emozioni, riconoscere i bisogni degli altri e agire in modo empatico indica una maturità emotiva che è necessaria per arrivare ad assumersi responsabilità.
Quando un adolescente dimostra di voler affrontare nuove sfide o di intraprendere attività senza bisogno di essere spinto o sollecitato dai genitori, è un segnale di crescente autonomia e senso di responsabilità.
È essenziale che i genitori osservino attentamente questi segnali e adattino le responsabilità alle capacità e all’età del figlio, senza sovraccaricarlo. Un approccio graduale è spesso il più efficace: offrire piccole responsabilità iniziali e aumentare progressivamente il livello di complessità man mano che l’adolescente dimostra di saperle gestire”;
Quanto conta lo sviluppo dell’autonomia emotiva degli adolescenti dai genitori? Può contribuire al loro benessere psicologico?
“L’autonomia emotiva si riferisce alla capacità di regolare i propri stati emotivi, prendere decisioni indipendenti e gestire le relazioni senza una dipendenza eccessiva dal supporto dei genitori.
Questa fase di sviluppo consente agli adolescenti di costruire un’identità personale, affrontare sfide e cambiamenti, gestire emozioni complesse, come l’ansia, la delusione o la gioia.
Inoltre, l’autonomia emotiva favorisce la capacità di costruire legami equilibrati con coetanei, partner e altre figure importanti, evitando dinamiche di dipendenza o eccessivo controllo.
Lo sviluppo di un’autonomia psicologica ed emotiva è direttamente collegato al benessere mentale. Gli adolescenti che si sentono in grado di gestire le proprie emozioni e di affrontare situazioni difficili in modo indipendente tendono ad avere livelli più bassi di ansia e depressione, una maggiore forza interiore e un approccio più propositivo verso la propria vita e il futuro”;
Scuola e famiglia possono collaborare per sostenere lo sviluppo dell’autonomia degli adolescenti?
“Certamente, la collaborazione tra scuola e famiglia è fondamentale, in quanto entrambe giocano un ruolo cruciale e complementare nella loro crescita.
La famiglia rappresenta il primo luogo in cui gli adolescenti apprendono e vivono le relazioni primarie, si assumono responsabilità e apprendono l’alfabetizzazione emotiva.
La scuola è l’ambiente in cui gli adolescenti sviluppano competenze culturali, organizzative, decisionali e la socializzazione extrafamiliare. È fondamentale che i genitori partecipino attivamente agli incontri con gli insegnanti e mantengano un dialogo aperto con la scuola per condividere e partecipare senza essere intrusivi, del percorso scolastico dei propri figli. Quando famiglia e scuola lavorano insieme, si rafforza il percorso educativo e contribuisce a creare un contesto in cui gli adolescenti si sentono motivati nel rendersi autonomi e maggiormente responsabili”;
Quali consigli si sente di dare agli adolescenti?
“-Conosci te stesso, (γνῶθι σεαυτόν (gnōthi seautón).
L’adolescenza è un periodo di cambiamento e scoperta. È normale sentirsi confusi o insicuri, ma dedicare tempo a riflettere sui propri interessi, valori e desideri ti aiuterà a costruire una forte identità personale;
-Sbagliando s’impara.
Non avere quindi paura di sbagliare, gli errori sono naturali nel processo di apprendimento. Ricordarsi sempre che nessuno è perfetto, che ogni percorso di crescita è unico e che i modelli proposti dai social in molti casi possono essere manipolati artificialmente;
–Evitare relazioni tossiche e circondarsi di persone che rispettano e sostengono sempre.
Le vere amicizie si basano sulla fiducia e sul rispetto reciproco, non bisogna avere paura di allontanarsi da chi non fa sentire a proprio agio;
-Anche i boomers hanno cose interessanti da dire.
Anche se a volte, può sembrare difficile, mantenere un dialogo aperto con i genitori aiuta. I genitori, gli insegnanti e gli adulti, possono essere una fonte di suggerimenti preziosi;
-Mens sana in corpore sano. Bisogna imparare a riconoscere i propri bisogni fisici e psicologici: per star bene è necessario dormire a sufficienza, mangiare in modo equilibrato, fare attività fisica e dedicare del tempo a se stessi per rilassarsi e ricaricarsi. La salute mentale è importante quanto quella fisica;
-Chiedere aiuto è la virtù dei forti. Se ti senti in difficoltà, non riesci a parlare dei tuoi problemi, hai difficoltà nello studio, ti senti molto triste o bloccato, chiedi il sostegno di uno psicoanalista, aiuterà sicuramente”;
E ai genitori?
“-Dare ai figli il tempo di crescere. Ognuno ha i suoi tempi, per questo è importante che i genitori riconoscano il bisogno dei figli di sviluppare la propria identità e di prendere decisioni in modo autonomo. Questo non significa “lasciarli soli”, ma piuttosto dare loro il supporto necessario senza essere troppo invadenti o controllanti;
– Parlare è la chiave della felicità. Ascoltare e anche stimolare il dialogo, chiedere ai propri figli cosa pensano, cosa provano, e come si sentono rispetto a ciò che sta accadendo nella loro vita. Il dialogo diventa così una buona e costruttiva abitudine;
-Le regole sono importanti. Devono essere chiare, giuste e adattabili alle circostanze e rispettate anche dai genitori. L’esempio è la prima regola, i figli apprendono molto anche per identificazione e imitazione;
-Non prevenire i desideri dei figli. Mai anticiparli, altrimenti non impareranno a conoscere i propri desideri e si sentiranno sempre deboli, incapaci e dipendenti.
Incoraggiare e valorizzare sempre. Prima si sostiene e poi si corregge, così i figli imparano a gestire le proprie emozioni e ad affrontare le sfide, prima con la guida dei genitori e poi autonomamente;
-Prendersi cura di se stessi.
Per i genitori stare bene è un dovere verso se stessi e una responsabilità verso i figli. Fare sempre prevenzione e chiedere aiuto specialistico nei momenti di difficoltà psicologica. In questo modo, si sta meglio e si mostra ai figli un comportamento positivo e virtuoso. Dopo una caduta, ci si può rialzare, sempre!”.