Al Teatro Quirino un’opera del regista Luca De Fusco

0
226

Articolo a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

Un dramma della doppia identità, vissuto tra due differenti Paesi, la Germania e l’Italia, analizzando gli aspetti meno visibili e studiati dell’animo umano, quella ragnatela di collegamenti e segnali che compongono la persona, a prescindere dall’ambiente in cui vive e dalle sue esperienze sensibili. Sono le basi del testo “Come tu mi vuoi” che il regista Luca de Fusco porta in scena in questi giorni al Teatro Quirino di Roma. L’opera ha la firma prestigiosa del Premio Nobel per la letteratura del 1934, l’agrigentino Luigi Pirandello e si avvale della presenza scenica e delle indubbie capacità di attrice della giovane ma già affermata performer romana Lucia Lavia: un’attrice col destino del palcoscenico se si considera il patrimonio ereditato dalla sua famiglia, la madre Monica Guerritore e il padre Gabriele Lavia.

La scenografia di questo spettacolo è volutamente ispirata a un altro capolavoro del passato, La signora di Shangai, film del geniale regista e attore americano Orson Welles che fece interpretare il personaggio principale alla sua ex moglie, Rita Hayworth, nel 1947. La storia, invece, vede al centro una donna di cui non si conosce il nome, ed è pertanto battezzata “l’ignota” che vive presso una famiglia berlinese che finisce per essere travolta dalla sua coinvolgente sensualità, fino al momento in cui la giovane donna non decide di tornare in Italia, suo paese d’origine, alla ricerca delle proprie radici, del passato, ma anche del futuro. Una pièce difficile che, al cinema, venne affidata nel 1932, anno della sua trasposizione sul grande schermo, dalla “divina” Greta Garbo.

Con la messa in scena di “Come tu mi vuoi”, il regista Luca De Fusco – ora anche direttore del Teatro Stabile di Catania – prosegue il suo personale studio dell’opera del grande maestro della letteratura italiana, di cui ha già curato l’allestimento di “Così è (se vi pare)”. In questo suo nuovo lavoro, il regista napoletano laureato in discipline dello spettacolo presso il Dams di Bologna conferma l’approccio senza fronzoli all’opera pirandelliana, in particolare quella più tarda che ha scelto di portare all’attenzione del pubblico contemporaneo.

Meritevole il suo impegno, quello di mettere in scena opere anche difficili, ostiche e “pesanti”, coniugando una rigorosa attenzione a seguire lo scritto originale, senza però dimenticare suggestioni diverse, come quelle dei richiami cinematografici. Un importante segnale di vita del teatro nazionale italiano che qualcuno – troppo spesso e troppo facilmente – vede come in remissione, mentre invece personaggi come De Fusco con le sue mise en scène contribuiscono a tenere bene in vita e in salute. L’invito – quindi – è quello di seguirlo in questa avventura e di riempire il Quirino per una serata all’insegna dell’arte e dell’introspezione.