Albano, gli assessori del centrosinistra non lo siano col centrodestra

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Ad Albano Laziale la tomba degli Orazi e Curiazi
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Ad Albano Laziale la tomba degli Orazi e Curiazi

EDITORIALE – Non siamo mai stati troppo teneri con le opposizioni politiche al centrosinistra di Albano Laziale, non lo siamo stati perchè non vi erano, a nostro avviso, ragioni per esserlo. Abbiamo cercato di spostare la barra della politica dai numeri alle parole, dal pallottoliere alle idee, dalle persone ai programmi, dalla protesta alla proposta. Così come abbiamo chiesto ai protagonisti della politica locale un salto di qualità, così crediamo sia anche nostro compito quello di iniziare ad individuare temi e perimetri attorno ai quali stimolare un dibattito nel merito, nell’interesse di quella che è anche la nostra città.

Partiamo con un dato di realtà, ossia che tutti coloro che oggi si pongono come alternativa all’attuale governo cittadino sono stati, in altri periodi e vari modi, parte di governo, sia in prima persona, sia come partecipanti in una delle coalizioni che in passato o nel presente hanno gestito o gestiscono il “potere”. Questo dato in se non è ne un bene ne un male, è semplicemente una verità. Un buon governo non richiede le stigmate della verginità politica ma semplicemente quelle dell’onestà, penale ed intellettuale, unitamente ad una dose di responsabilità, per se e per gli altri. Ecco perchè, chi oggi si presenta come novello “torquemada”, giustiziere del “bene”, contro i “cattivi”, commette, a parer nostro, un serio errore di presunzione che ne indebolisce la proposta politica. Se la memoria e la logica non ci inganna infatti, l’essersi candidato a sostegno dell’attuale Sindaco nella lista di quello che è risultato e risulta ancora essere il partito numericamente più grande del centrosinistra non più tardi di quattro anni fa, richiederebbe una maggior cautela nel modo di proporsi verso gli altri attori in campo, depurando i propri toni da una certa vena sprezzante di superiorità. Altrimenti qualche superficiale osservatore, come noi, potrebbe sottolineare il fatto che, come ci si è sbagliati quattro anni fa nell’invitare i cittadini a sostenere, candidandosi in prima persona, un progetto politico che subito dopo si è iniziato a contestare, adducendo motivi assai seri, ci si potrebbe sbagliare anche oggi nell’indurre a sostenere altro progetto politico.

Detto ciò, posti tutti coloro che ambiscono a diventare maggioranza su un medesimo piano, crediamo che si debba iniziare a pensare al cosa fare, al quando farlo ed al come farlo, una volta raggiunto l’obiettivo del governo.  Iniziamo col dire che qualsiasi progetto politico avrà come metro di valutazione da parte dell’opinione pubblica il proprio tasso di innovazione. L’innovazione non risiede nell’età media delle personalità politiche che ne incarnino il volto, neppure nel loro neofitismo politico, ma nella qualità complessiva della proposta, di persone e contenuti, bilanciando il tutto in una offerta politica coerente e credibile. Ma cos’è l’innovazione allora? Secondo noi sarebbe innovativo stabilire prima del voto che i componenti la prossima giunta di governo di centrodestra e riformista non debbano aver ricoperto incarichi di governo nella giunta attuale. Questo in base a due principi: il primo per dare un segnale di discontinuità rispetto al malcostume di coloro che, indipendentemente dal risultato elettorale, ad Albano siedono sempre al governo, sia con la destra che con la sinistra; il secondo di rinnovamento, affinchè i nuovi assessori siano scelti guardando al mondo delle professioni, dei giovani, delle università, al terzo settore, all’associazionismo ed al volontariato, tra coloro che, fuori dalle vecchie logiche familistiche e clientelari possano dimostrare, avendone i titoli, di fornire un apporto di energie fresche e nuove, utili anche a rimettere il governo della città in connessione ed al passo con i ritmi ed i bisogni della società odierna. Parliamo di giunta comunale e non di consiglio comunale, proprio perchè la differenza tra queste due istituzioni debba restare limpidamente presente nelle scelte politiche. Se la giunta infatti è lo strumento esecutivo che trasforma in azioni concrete le linee politiche di governo, essa dovrà quanto più possibile contenere in se ed in coloro che la comporranno quelle caratteristiche di innovazione, competenza, dinamicità, risolutezza e ricambio generazionale, alla base del programma elettorale e della missione che necessariamente dovranno animare la prossima legislatura. Al contrario, l’assemblea consiliare non è altro che il frutto del voto dei cittadini, i quali liberamente possono decidere, anche tramite lo strumento della preferenza, di farsi rappresentare senza condizionamenti da chi ritengono più credibile o vicino alle loro sensibilità. Quello dovrà restare il luogo ove la politica ritrovi le sue regole e garanzie.

Passando da una questione di metodo ad alcune di merito, crediamo ed auspichiamo che, per evitare gli errori del passato, si concordi preventivamente la rapida risoluzione di alcune questioni di emergenza programmatica come ad esempio il cimitero ed il sottopasso di Pavona, accanto alle quali va disegnato subito un piano di sviluppo a più ampio respiro che guardi ad Albano tra dieci anni. Si traccino ora i confini entro i quali i sottoscrittori del Patto per Albano, che ostinatamente riproponiamo da queste colonne, si muovano: questioni come la razionalizzazione della gestione del patrimonio immobiliare comunale, l’attivazione di politiche urbanistiche all’insegna del recupero, della riconversione e della valorizzazione dell’esistente, piuttosto che ulteriori colate di cemento senza le preventive opere di urbanizzazione. Si ripensi alle vocazioni delle periferie e delle frazioni di Pavona e Cecchina, incentrando e catalizzando gli investimenti, pubblici e privati, su pochi, chiari e redditizi progetti: un polo per lo sport ed i servizi a Pavona ed un polo fieristico a Cecchina, sinergicamente supportato da politiche di edilizia scolastica coerenti con le esigenze del territorio. Ci si impegni a proseguire l’opposizione all’installazione, nei modi e con i metodi sanciti dalla legge, dell’inceneritore di Roncigliano, accellerando sia sulla raccolta diferenziata già avviata in questi mesi, e magari pensando a politiche ancor più avanzate per lo smaltimento dei rifiuti quali quelle del riciclo e del riuso.

Abbiamo scritto molto, forse anche troppo in un solo pezzo, però lo abbiamo fatto senza mai parlare di chi sarà il prossimo candidato Sindaco: ecco, speriamo che seguano questo nostro consiglio anche i protagonisti della politica locale, i quali, oltre alle legittime e necessarie strategie politiche per individuare il nome su cui si farà la sintesi, si impegnino sin da ora ad aprire un serio confronto sui temi concreti, magari anche su alcuni che ci siamo permessi di lanciare noi da Meta.