Ambientalisti senz’anima

Zingaretti faccia revocare l'autorizzazione alla riapertura del TMB di Roncigliano altrimenti diventerà come gli ambientalisti senz'anima

0
1238
roncigliano
Discarica di Roncigliano

Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd e Presidente della Regione Lazio, in una recente intervista rilasciata a La Repubblica ha detto che serve dare un’anima al governo: “La finanziaria ha un’anima, il governo ancora no”, sono state le sue parole.

I cercatori di anime sono sempre benemeriti, a patto che nella ricerca dell’anima altrui non perdano la propria.

Tuttavia seguiamo la metafora zingarettiana e in attesa dell’anima crediamo che il cuore dell’azione governativa siano le politiche ambientali. Sin dal discorso di insediamento alle Camere infatti, il Presidente del Consiglio, i Ministri ed i leaders di maggioranza hanno parlato di Green New Deal, European New Deal, transizione ecologica, riconversione verde, economia circolare, sostenibilità, e via dicendo, in una iperbole lessicale non sempre comprensibile a tutti.

Noi siamo molto più prosaici di Zingaretti e valutiamo i governi, nazionali e regionali, in base alle loro politiche ed alla loro coerenza tra il detto ed il fatto, gli obiettivi e gli strumenti.

Partiamo dal nazionale: per dare seguito ai buoni propositi ambientalisti si è proceduto all’approvazione di un decreto ambiente, oggi legge, in cui di strategico vediamo poco, se si escludono alcuni provvedimenti slegati dalla realtà. Per incentivare l’uso dei mezzi pubblici, a chi non farà utilizzo dell’auto per andare a lavoro si offrono incentivi economici per il trasporto pubblico locale. L’idea sarebbe lodevole: ma chi l’ha pensata conosce lo stato in cui versa il trasporto pubblico locale? Offriamo al Ministro dell’Ambiente una giornata gratis da pendolare, dai Castelli Romani a Roma, rigorosamente ed esclusivamente con i mezzi pubblici, crediamo possa trovare utili spunti per un prossimo decreto, in cui magari si metta mano sul serio ad una visione autenticamente ambientalista.

Nella tanto vituperata Germania quando hanno iniziato a fare politiche ambientaliste come prima cosa hanno investito circa 80 miliardi di Euro per ammodernare ed efficentare le ferrovie ed il trasporto su rotaia. Tra noi e loro la stessa differenza che passa tra un bufalo ed una locomotiva.

Nella legge di bilancio che verrà approvata entro fine anno poi c’è la vera arma segreta: la plastic tax. Da un lato si porta al collasso uno dei comparti produttivi in cui l’Italia è leader mondiale, senza alcuna politica a medio termine per una vera riconversione del settore verso il completo utilizzo di materiali riciclabili, dall’altro non si fa nulla per colpire davvero chi inquina, ossia chi quella plastica butta in mare. Perché se è vero che la plastica inquina, è altrettanto vero che ad inquinare è solo quella che finisce in mare non quella che resta nel circuito produttivo.

Scendiamo sul territorio e arriviamo alla Regione Lazio ed a Roma Capitale. Su Roma c’è poco da dire, l’amministrazione pentastellata vede nelle politiche ambientali, in particolare sui rifiuti, il suo più colossale e penoso fallimento. La Regione però non è che brilli. Certo, davanti alla Raggi tutti possono sembrare campioni del mondo, ma se si cercano le anime dei governi occorre essere ambiziosi e severi con se stessi. Si è arrivati con ritardo ad approvare il piano regionale dei rifiuti ad esempio. Un provvedimento che, tra luci ed ombre, afferma almeno un principio importante, parafrasando Zingaretti potremmo dire: di svolta. La Regione dice che si deve mirare al recupero della materia e non al recupero dell’energia. Ciò significa che l’obiettivo è la differenziazione del materiale rifiuto, costruendovi attorno un vero circuito economico, la tanto citata economia circolare insomma. Conseguentemente a ciò, sempre il piano regionale afferma che in questa ottica sono da considerarsi superati gli impianti di Trattamento Meccanico e Biologico, che dal rifiuto indifferenziato traggono energia. Applausi.

Ci aspetteremmo quindi uno sforzo affinchè sui territori si lavori per allestire una serie di impianti atti allo scopo del recupero della materia, per la chiusura del ciclo dei rifiuti, stimolando i Comuni ala raggiungimento di percentuali più alte di raccolta differenziata? E invece noi malcapitati cittadini di Albano e dei Castelli cosa ci ritroviamo sotto l’albero di Natale?

Una bella e rinnovata autorizzazione, ad una non meglio precisata società Colle Verde Srl, alla riapertura dell’impianto TMB (trattamento meccanico e biologico) di Roncigliano, con adiacente discarica a invasi.

Ma che succede alla Regione Lazio? Perché scrive nel piano regionale che i TMB non servono e poi ne autorizza la riapertura sui territori? Perché lo fa quasi alla chetichella, non con un provvedimento politico come il piano regionale sui rifiuti, ma con una pratica amministrativa firmata dalla direzione regionale rifiuti? Perchè lo fa smentendo se stessa: dopo che non più tardi dello scorso Agosto aveva smentito ogni ipotesi di rinnovo delle autorizzazioni all’utilizzo di un impianto, andato a fuoco il 30 Giugno 2016 ed inutilizzato da quella data? Perché lo fa senza avvertire preventivamente il Sindaco e l’amministrazione del Comune dove l’impianto insiste ed i comuni di bacino?

A chi e soprattutto a cosa servirà l’impianto di Roncigliano riaperto? Ad Albano certamente no, dato che negli ultimi 10 anni la città è arrivata all’82% di differenziata e non ha bisogno di quel tipo di impianto per smaltire i suoi rifiuti. Stessa cosa per i comuni dei Castelli, che complessivamente hanno soglie di differenziazione che non giustificano l’esigenza di un simile impianto. Paradossalmente neanche Roma Capitale ne avrebbe un significativo giovamento. Sicuramente a Roncigliano verranno sversati rifiuti romani, ma la quantità sarebbe irrilevante rispetto alla mole di rifiuti che Roma produce e che ad oggi, grazie alla Raggi, non sa dove portare, perché in questi anni non ha prodotto uno straccio di piano cittadino per affrontare il problema, limitandosi a smontare uello esistente degli eco-distretti, cambiando dirigenza di AMA ad ogni cambio di stagione.

Noi non siamo ne avvocati ne tecnici ambientali e ci vogliamo attenere alla politica. Per questo ci rivolgiamo ai cercatori d’anime ed al Presidente Zingaretti che si mostra estremamente sensibile al tema. Oltre alle palesi incongruenze tra le politiche messe in piedi sul tema ambiente tra nazionale e locale, Presidente, servirebbe più attenzione a come poi le enunciazioni si vanno a concretizzare sui territori, e soprattutto sui cittadini. Per il governo nazionale ci limitiamo a registrare i primi passi falsi, seri, ma a quanto pare, dopo qualche riluttanza, il Parlamento riparerà almeno i danni più grandi. Per quanto riguarda il territorio, il nostro territorio, le chiediamo di revocare quelle autorizzazioni che gli uffici regionali hanno dato. Lo faccia come atto politico, prima che si esprimano i tribunali. Non so se troverà l’anima al governo, ma se lo farà non perderà l’anima e la faccia, il suo governo del Lazio.

Di Andrea Titti