Analisi e proposta politica di Maurizio Aversa, segretario Pcdi Marino

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Maurizio Aversa segretario Pci di Marino
Maurizio Aversa
Maurizio Aversa segretario Pdci di Marino

“In questi giorni, molti protagonisti della scena politica marinese cercano di rendere possibile il connubio destra-sinistra, a discapito del rinascimento marinese politico, culturale e amministrativo, e a discapito del rafforzamento di un polo d’origine social-comunista che tanto bene ha fatto nel passato alla città. Non si può far passare tale tentativo: né se perseguito con giochi di poteri indicibili; né se condotto in buona fede per migliorare il “clima politico e sociale”. UCS non ceDA” così il segretario del Partito Comunista d’Italia Maurizio Aversa introduce il comunicato che riceviamo e pubblichiamo

“MARINO. DIALOGO A TRE: ASTORRE/SANTARELLI/CIAMBERLANO. PCDI: ANCORA NO. LA RISPOSTA E’ A SINISTRA! L’analisi e la proposta politica.

Emanuele Ciamberlano si è cimentato pubblicamente per offrire una fugace analisi ed una proposta politica volta ad indicare un ruolo per il PD ed una soluzione di governo per la città di Marino – inizia così la nota di Maurizio Aversa. E’ un intervento fatto a seguire lo scambio di vedute tra il Senatore Bruno Astorre e l’on. Giulio Santarelli. Di buono, c’è, nelle tre esposizioni pubbliche, che si mostra ai cittadini, tutti, un fatto nuovo: nessuna ansia, nessun timore per il ruolo del centrodestra. Sia esso fascista, filofascista, moderato, o qualsiasi altra diavoleria parolaia che al fondo nascondeva un conglomerato di destra/affari/populismo/nepotismo.

Ma, di questa “novità”, nessuno prende al verso giusto l’innovazione da poter offrire. L’effetto ha origine dall’analisi dell’ex capogruppo PD che è ampiamente carente. Siamo al superamento delle ideologie? Grande fesseria! Le ideologie ci sono. Quella imperante, che pochi, anche tra i protagonisti, amano indicare, perché conviene la mistificazione, il pensiero unico, è l’ideologia capitalista. Applicata in larga parte del mondo anche nella sua visione di imperialismo (cioè guerrafondaio e rapinatore di beni altrui che causano fuga dai propri luoghi di milioni di persone). Il capitalismo nostrano si fonda su cose semplici: essere complici e succubi (come Paese, non come 5% della popolazione che detiene i beni veri del Paese, ovviamente) delle politiche e dei bilanci europei. Applicare in modo esteso il comportamento capitalistico in tutte le forme sociali, a cominciare dal lavoro, ma anche nella fruizione di beni e servizi, il principio del massimo sfruttamento per ricevere (da parte di beneficiari padroni in carne ed ossa o finanziarie impalpabili) il massimo profitto; conseguentemente, destinando il massimo costo sociale ai deboli della società e al bilancio pubblico. Di tutto questo portato dell’ideologia capitalistica, ci sono molte forze politiche e sociali che si sono “accomodate” e ne sono interpreti, o, addirittura illudendosi (è già successo nella storia dei popoli, anche italiano) pensano di addomesticare questa ideologia. Non facendo l’unica analisi esatta al momento: il capitalismo, vedi la necessità di imperialismo, vedi il restringimento che ora aggredisce anche il ceto medio, non è più addomesticabile e, quindi, in questa parte di mondo, soprattutto in Europa, ha fallito. Domina, ma non ha respiro. Gestisce potere, ma non ha prospettiva. L’ideologia socialista e comunista, sono, anche solo a livello di diffusione delle idee, in questa parte di mondo, minoritarie. Ma sono, a tutti gli effetti, l’unico altro modo per uscire da questa immensa palude putrida.

Questa analisi, che Ciamberlano non fa, lo porta a dipingere la superficie della società italiana – continua Aversa. Quindi marinese. Quella superficie che chi detiene il potere dei mezzi di comunicazione, e chi detiene parti del potere pubblico, può manipolare per far evidenziare alcuni temi al posto di altri; rendere appetibili alcune soluzioni invece che altre. Ed è in tal modo che fa finta non esistano più fasce sociali da difendere contro lo sfruttamento, ecc. fino a giungere a negare la necessità di politiche di centrosinistra o di centrodestra in quanto distinte. Specularmente, ma non viene detto, è la stessa analisi dell’approccio grillino che nega la differenza tra destra e sinistra. Per ricadere nel vecchio, vecchissimo, sistema del qualunquismo “so tutti uguali”. Dicendo un secondo dopo “naturalmente, tutti, tranne chi lo dice”. Troppo facile. Troppo populista nella sua peggiore accezione qualunquista!

Per questo, a tale analisi, o assenza di analisi vera, l’ex capogruppo, vantando prioritarie battaglie renziane, conclude con una proposta, a suo modo coerente con questo impianto. Il PD, dice Ciamberlano, deve essere un contenitore, che abbia dentro tutto: riformisti, moderati e progressisti. Tenendo a distanza: chi sbandiera politiche socialcomuniste, e chi spinge su troppa democrazia come i grillini.

Credo che vada apprezzata questa impostazione e la conseguente proposta politica che ne deriva: serve a fare chiarezza. Senza ambiguità. E’ la soluzione ai dubbi santarelliani. Infatti Giulio Santarelli che mostrava dubbi, non sulla eventuale composizione politica proposta (il riferimento è alla coalizione del grande centro col PD e pezzi di destra ex governativa a cui Santarelli vorrebbe unire UCS), ma sulla necessità di presentare al pubblico in una certa forma accettabile tale coalizione larga, vede in tal modo risolto il problema. Come dice Ciamberlano, no problem, il PD tiene insieme tutto. Quindi sta a Santarelli dire che cosa voglia essere lui: un aggregato a questa proposta (legittima la proposta e legittima la scelta eventuale); oppure vuole essere (pur con l’aggettivo che più lo aggrada) un partecipante alla coalizione di Sinistra proposta dai Comunisti a Marino?

Per non essere reticenti, né nella illustrazione della realtà politica, né delle eventuali proposte politiche, sia chiaro che il versante creato – seguendo lo schema di Ciamberlano – vede come forze alternative alla situazione precedente la Sinistra e il M5S. E solo una miope visione, non coerente con le cose che quotidianamente si toccano con mano e, perfino con cose che si sono condotte insieme in passato, che imputa al M5S di non fare alleanze, vede questo campo con due opzioni alternative alla proposta piddina; che, altrimenti, sarebbe stata una sola. Ma, tant’è. Ed allora – conclude Aversa – alla augurabile uscita di scena della arrogante destra palozziana a Marino; va ricercato un forte consenso tra i cittadini affinchè, non il PD contenitore di tutto, ma la Sinistra (UCS, Comunisti e altri) sia il punto di riferimento dei cittadini indignati, di quelli, sfiduciati, di quelli che hanno abbandonato la frequentazione delle urne, per un serrare a Sinistra che ha il solo significato di far tornare protagonista la politica a partire dai diritti degli ultimi.”