Angry Indian Goddesses, le donne nell’India di oggi

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Angry Indian Goddesses

Anche un po’ di India alla Festa del Cinema di Roma. Il regista indiano Pan Nalin presenta Angry Indian Goddesses, un film sulle donne nell’India di oggi. Frieda, una fotografa di moda che cerca di trovare il suo stile, riunisce le sue più care amiche, sparse in tutta l’India, per un viaggio a Goa. Deve annunciare una sorpresa: sta per sposarsi. Le ragazze improvvisano un addio al nubilato che durerà un’intera settimana tra amicizie, litigi e riappacificazioni, incertezze e paure. Emergono segreti e tensioni, si formano legami e le emozioni prendono il sopravvento. Presentato in anteprima al Festival di Toronto e definito “la prima commedia dell’India sull’amicizia femminile”, il film offre un ritratto inedito della società indiana dal punto di vista delle donne che ne fanno parte.

In conferenza stampa abbiamo incontrato il regista Nalin, i produttori Dhingra Gaurav e Sol Bondy, e le attrici Anushka Manchanda, Sandhya Mridul e Rajshri Deshpande:

al regista: il suo è un film coraggioso, tra i pochissimi a raccontare di donne che pagano il prezzo del passaggio dalla tradizione alla modernità. Da dove nasce il bisogno di raccontare questa realtà?

Nalin: “Sono stato attratto dalla condizione di alcune donne indiane nella società contemporanea. Poi abbiamo fatto ricerche sull’epica indiana, sulle eroine epiche del passato, e abbiamo pensato: perché non raccontare le donne di oggi?”.

al regista e alle attrici: il film mette tanta carne al fuoco, dalla violenza quotidiana sulle donne indiane, alla loro difficoltà di autorealizzazione, all’omosessualità.

Nalin: “L’India è un paese complicato, pieno di contraddizioni. Quando si parla dei problemi che la donna deve fronteggiare, tutto quello che se ne dice al riguardo è vero, ma è vero anche il contrario. Per le donne l’India è i suoi problemi, ma anche altro: ad esempio, è anche un paese che per dodici anni è stato governato da una donna”.

attrici: il film è la descrizione reale di come sono oggi le donne indiane, le fa parlare direttamente. Spesso non ci accorgevamo di essere riprese, quelle che si vedono erano nostre reali conversazioni: abbiamo potuto esprimerci liberamente. Nei film di Bollywood, invece, le donne fanno da spalla ai personaggi maschili”.

alle attrici: vediamo un’India occidentalizzata e le stesse protagoniste hanno una mentalità occidentalizzata. È così ovunque in India?

“Ci sono troppe realtà diverse, troppi strati sociali diversi. Dipende dalle città. Ad esempio a Goa (sulla costa occidentale dell’India) puoi andare in giro vestita in bikini o in shorts e nessuno si volta. Certo nessuna donna farebbe una cosa simile nella capitale, Delhi”.

al regista: uno dei temi del film è la giustizia, troviamo donne che si fanno giustizia da sole. Non è un messaggio pericoloso?

Nalin: “Si tratta di una metafora. Il vero messaggio è quello di aprire gli occhi davanti a un sistema burocratico spesso incapace di difendere le donne”.

ai produttori: è una storia che sta avendo successo in tutto il mondo, non solo in India.

In realtà, questo è un film che tratta di problemi che le donne devono affrontare in tutto il mondo. A Toronto abbiamo ricevuto un’ovazione dalla stampa e ora il film è distribuito in 52 paesi. È stata una grande soddisfazione”.