Anita Sala, la voce di Gufetta dei PJ Masks e Frozen si racconta

A soli 12 anni ha già all'attivo più di 20 tra serie e film

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Premio Voci del futuro Romics 2020, ha iniziato a doppiare quando aveva soli 8 anni nel film Baby Boss, affianco a voci come quelle di Alec Baldwin e Lisa Kudrow.

Anita Sala, figlia d’arte – mamma Viola Pornaro è attrice e insegnante di teatro, papà Francesco Sala registra, autore e copywriter – oggi ha 12 anni e due occhi turchesi bellissimi e intelligenti, grandi come il suo talento. Voce per tre stagioni di Gufetta dei PJ Masks (Super Pigiamini) e di Elsa bambina in Frozen 2, ha doppiato, nel film ‘Attraverso i miei occhi’, anche insieme a un mostro sacro come Gigi Proietti.

Come è nata la tua passione per il doppiaggio?
“È nata prima che io sapessi cosa fosse doppiare. Fin da piccola, non ero al corrente di questo lavoro ma ero in grado di applicare un perfetto lip sync ai personaggi animati. Era il mio gioco preferito. Abbassare il telecomando e dare la voce ai personaggi della TV….Mi andavo a cercare tante interviste di doppiatori dei cartoni animati che seguivo. Chiedevo a mio padre ‘Babbo, conosci Leo Gullotta?’ fantastica voce di Mr Big (Zootropolis). Probabilmente è stato destino, un interesse spuntato all’improvviso, un colpo fulmineo che ha stravolto completamente la mia vita”.

Mamma e papà ti hanno consigliato o indirizzato verso questa strada?
“Mamma mi faceva ascoltare Paolo Poli, ricordo che avevo imparato Pinocchio, recitato da lui, quasi a memoria; giocavo e ascoltavo tante filastrocche di Rodari, poi mi tanta musica classica e sopra inventavamo tantissime storie. Con papà anche tanto jazz”.

All’inizio, imparare a doppiare è stato naturale oppure difficile?
“Doppiare per me non è mai stato difficile ma senza dubbio agli inizi è più faticoso. La tua voce deve calzare perfettamente sulle labbra dell’attore e nel mentre assumere le sue stesse smorfie. Tutta questione di pratica”.

Perché hai scelto proprio il doppiaggio?
“Non l’ho scelto, lui ha scelto me. Il  doppiaggio è stato un vero e proprio ‘colpo di fulmine’ me ne sono innamorata da piccola e ora ho una carriera tutta mia. Prima che io entrassi a far parte del lavoro ho incontrato la famosa direttrice Fiamma Izzo. Fu lei a capire che potevo farlo, facendomi leggere un menù cartaceo in un ristorante dove avevamo avuto un
incontro casuale”.

Che effetto ti fa essere la voce di Gufetta dei PJ Masks e di Elsa bambina in Frozen 2, considerando che sono personaggi così amati?
“Mi piacerebbe tantissimo che qualche bambino un giorno mi riconoscesse e mi chiedesse: ‘Hey, ma sei proprio tu quella voce?’ ”

Qual è il doppiaggio che ti è piaciuto di più fare?
“Devo dire che ho gradito quasi tutti i ruoli che ho interpretato ma in particolare mi ha molto divertito Olive in Sydney to the Max (serie Sky). Credo sia un personaggio totalmente nuovo, con un carisma e un empatia viva. È giocosa, divertente, non riesce mai a essere seria con la sua migliore amica. Mi sono divertita a doppiarla, perché ripeto, è un esperienza buffissima”.

È un mestiere difficile?
“A me non mi risulta faticoso o pesante, certo bisogna essere molto organizzati visto che al doppiaggio si alternano e si aggiungono tutti i miei impegni quotidiani…Ma in fondo penso che vivere senza doppiaggio per me sarebbe impossibile”.

Vai a scuola come le ragazzine della tua età, quando hai tempo libero quali sono i tuoi passatempi preferiti, che sport e attività pratichi?
“Anche se lavoro sono una ragazzina normale come tutte le altre. Ho una grande passione: animare su tavoletta grafica. Come sport invece pratico pallavolo due volte a settimana. E ho fatto anni di show dance, che mi ha dato molto il senso del ritmo. Le mie settimane sono abbastanza ardue ma alla fine trovo sempre il tempo per fare qualsiasi cosa”.

Cosa sogni per il tuo futuro?
“Il mio desiderio, che coltivo da almeno due anni, è riuscire a creare un cartone animato, adoro vedere le mie creazioni in movimento, mi sentirei una scienziata pazza che dà vita a immagini inanimate. Dall’altra parte invece risiede il mio amore per la scrittura, il rumore cartaceo delle pagine, l’inchiostro nero che sporge delicatamente dalle righe e quel profumo di carta che odora in tutto e per tutto di corteccia d’albero”.

Cosa vuoi fare da grande?
“La direttrice di doppiaggio, quindi vorrei specializzarmi e andare avanti per questa strada”.

Buona fortuna Anita, sei il perfetto esempio di ciò a cui ci riferiamo quando parliamo di “Generazione in movimento”.