“All’assemblea pubblica di stamattina c’erano tanti cittadini e cinque sindaci (Albano, Ardea, Castel Gandolfo, Genzano e Lanuvio), ma non la prima cittadina di Roma Virginia Raggi (che 5 anni fa ha chiuso la campagna elettorale davanti a Malagrotta!), nonostante i ripetuti solleciti inviati anche al suo cerchio politico: Pietro Dettori (capo staff), Stefano Vignaroli (deputato M5S nato e cresciuto a Malagrotta, presidente della Bicamerale dei Rifiuti), Valentina Corrado (assessora al Turismo del Lazio), etc.
Abbiamo ribadito il NOSTRO “NO” CORALE al riavvio dell’immondezzaio del Gruppo Cerroni, preannunciato a mezzo stampa e a più riprese dalla prima cittadina di Roma su vari quotidiani nazionali.
Anziché puntare su Porta a porta, Riduzione, Riciclo e Riuso dei rifiuti urbani, la sindaca Raggi pretende di scaricare sulla provincia 5 anni di dolce far nulla in materia rifiuti, per di più senza confrontarsi coi cittadini e sindaci, ossia col territorio!
Siamo pronti, nel caso in cui la Raggi confermasse le sue intenzioni, a portare avanti OGNI INIZIATIVA LEGALE (ricorsi al Tar del Lazio, diffide in Prefettura e quereli penali in Procura) necessaria a bloccare una sua eventuale ordinanza!
Vi spieghiamo perché siamo certi che la avremo vinta:
- il VII invaso è l’unico in Italia situato a soli 150 metri in linea d’aria dalle case di Ardea ed Albano (distanza certificata anche da Enti pubblici negli anni passati), come Beppe Grillo dovrebbe sapere bene, visto che 10 anni fa venne a protestare con noi!
- La buca è completamente esaurita, non c’è più spazio per eventuali abbancamenti, come dimostrano inequivocabilmente le immagini aeree. Il recente Piano Rifiuti Lazio riporta dati sbagliati!
- Le falde idriche, a monte e valle del sito, sono irrimediabilmente compromesse, come attestano oltre ogni dubbio le analisi e relazioni tecniche dell’Arpa Lazio degli ultimi 10 anni (2011-2021), con presenza di inquinanti altamente nocivi per salute e ambiente: piombo, benzene, arsenico, floruri, etc. Da queste falde, tra l’altro, attingono i pozzi a servizio (igienico e alimentare) di migliaia di cittadini che vivono nell’area, che sono ancora sprovvisti dell’acquedotto pubblico; oltreché di centinaia di aziende agricole dell’area vasta a sud di Roma, tra Albano, Ardea e Pomezia!
- La discarica di Albano non è mai stata bonificata/risanata, al contrario di quanto chiesto 10 anni fa dalla Protezione Civile del Lazio!
- Attorno al VII invaso si muore, ci si ammala e ricovera di più che nel resto del Lazio: lo attesta lo studio epidemiologico dell’Eras Lazio (eraslazio.it) redatto da medici-epidemiologi che lavorano per il Sistema Sanitario Regionale.
- Il VII invaso e chiuso e fuori uso da oltre 5 anni, ossia dal 30 giugno 2016, giorno in cui un misterioso incendio dai contorni mai chiariti ha completamente devastato l’impianto.
- Sulla società Pontina Ambiente (proprietaria della discarica) pende una interdittiva antimafia confermata in via definitiva da due sentenze del Consiglio di Stato, una del 2017 ed un’altra del 2018. Il sito quindi non può essere riattivato visto che la Pubblica Amministrazione non può intrattenere per nessuna ragione rapporti con società compresse in tema di norme antimafia.
- Il Porta a porta è una realtà concreta nei 10 comuni di bacino grazie agli sforzi congiunti di cittadini e amministratori, non meritiamo di pagare le inefficienze altrui!
I sindaci chiederanno un appuntamento urgente con il Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, lunedì prossimo 12 luglio per scongiurare tale rischio, siamo pronti a sostenerli con tutte le nostre forze”. Lo rende noto l’Associazione.