AUKUS, mare e cielo si uniscono

Orizzonti e prospettive geopolitiche dopo la nascita di AUKUS, l'accordo tra USA, Gran Bretagna e Australia sulla strategia di contenimento del gigante cinese

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Il 15 settembre tre paesi anglofoni danno vita a un’alleanza strategica, riconducibile a una sigla specifica: A(ustralia) U(nited)K(ingdom) U(nited)S(tates of America).

L’accordo in questione prevede l’arrivo di sottomarini a propulsione nucleare inviati da Washington a Canberra, al fine di mostrare i muscoli in quello che, dall’amministrazione Trump in poi, viene chiamato Indo-Pacifico.

Cosa accade là? La risposta è semplice, ma con del sano lessico geopolitico ci divertiremo a complicare un po’ le cose: una potenza emergente (Cina, Repubblica Popolare) sta sfidando l’egemone (Stati Uniti), quindi va contenuta. In sintesi, la presenza dei sommergibili servirà a bilanciare gli equilibri di forza fra la marina cinese e il nuovo asse recentemente formatosi.

Per comprendere dove sia il celato collegamento con la sfera spaziale, occorre osservare con attenzione le caratteristiche dei protagonisti della vicenda, ovvero i sommergibili. La marina militare USA prevede di dotarsi di sommergibili con antenne di ultimissima generazione in grado di collegarli alla flotta di satelliti geostazionari Milstar (satelliti militari) e alla costellazione Dscs (Sistema di comunicazione satellitare di difesa) per comunicazioni sicure e a banda larga. Nelle geometrie dell’AUKUS, inoltre, le marine di Canberra e Londra offrirebbero le loro potenzialità attraverso dispositivi di emissione di onde radio a bassissima frequenza per potenziarne la comunicazione Spazio-Oceano.

Perché si è arrivati a questo inedito abbinamento? Lo spazio esterno sta diventando sempre più conteso, dando vita a una vera e propria “corsa in verticale” verso le sue risorse. Il binomio spaziale-oceanico dell’AUKUS rappresenta un capolavoro tecnopolitico: da un lato gli antefatti, che vedono un Regno Unito sempre più isolato dalle dinamiche politiche continentali, perfino escluso dal programma Europeo Gps Galileo; gli Stati Uniti infastiditi dallo sviluppo di suddetto programma, preoccupati delle pericolose fratture interne e insidiati dalla Repubblica Popolare che ambisce allo stravolgimento dello status quo; l’Australia che subisce ritorsioni economiche dalla Cina. Dall’altro la conseguenza, una reazione di stampo industrial-militare, dove l’uso della tecnologia consente ai tre anglofoni di to kill two birds with one stone.

L’AUKUS colpisce in un sol colpo prima le capacità tecnologiche degli europei, facendo infuriare la Francia nel veder cancellato il lucroso accordo sulla commessa di sottomarini francesi a Canberra, poi il gigante asiatico, facendo impallidire la Cina che prende atto della presenza di mezzi militari in uno spazio oceanico dove vorrebbe di tutto, fuorché venir contenuta.

Il pragmatismo di questa alleanza dimostra come gli eventi che accadono “in alto” riescono a forgiare alleanze strategiche che influenzano drasticamente gli equilibri “in basso”, a riprova del fatto che lo spazio va sempre più trasformandosi da vuoto indefinito a fucina di svolte in materia tecnologica, industriale, militare ed economica, capace di delineare i nuovi tratti della geopolitica.