Bambini, Deficit da natura. Cos’è e come si presenta

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Mentre sembra che il Covid ed i suoi lockdown, in Italia, possano iniziare ad essere raccontati come un ricordo, si cominciano a contare i danni che questi lunghi periodi di isolamento sociale hanno causato su tutte le fasce della popolazione.

Gli adolescenti sembrano vivere una vera e propria emergenza sul piano della salute mentale. La prima infanzia invece appare soffrire di un deficit molto importante conosciuto come “Deficit da Natura”.

Dott.ssa Katia Amorese

Più conosciuto e studiato nella cultura anglosassone e nord europea, in Italia uno dei maggiori esperti sul tema è la Dott.ssa Katia Amorese, psicologa e psicoterapeuta sistemico relazionale, da anni impegnata nella prevenzione del deficit da natura:

“I bambini nella prima infanzia necessitano di una particolare attenzione perché non hanno un termine di paragone con il tempo prepandemico. Sono nati a e cresciuti in pandemia. Solo qualcuno ha iniziato il nido in pandemia, per la maggior parte l’unico laboratorio relazionale si è svolto fra le quattro mura di casa durante la pandemia. Hanno vissuto lockdown e limitazioni che dobbiamo “curare”. E quando dico curare intendo ripensare i modelli di riferimento precedenti, rivisitarli alla luce dei nuovi interrogativi emergenti. Il deficit da natura non deve essere sottovalutato, gli studi più recenti dimostrano che i bambini privati del contatto con l’ambiente naturale hanno più probabilità di sviluppare difficoltà a socializzare, problemi dell’apparato respiratorio, sovrappeso, disordini metabolici, iperattività e disturbo dell’attenzione. Purtroppo un danno grande che stiamo facendo è far rientrare tutto nella moda dell’ outdoor education. Ma non basta portare i bambini fuori un’ora al giorno o creare spazi all’aperto per instaurare un rapporto con l’ambiente”.

Il Deficit da natura è quindi qualcosa a cui guardare con attenzione perché svolge un ruolo importante anche rispetto alla prevenzione di DSA o ADHD che al momento riguardano, in Italia, il 3-4% dei bambini.

“Il momento che stiamo attraversando ci costringe a ripensare ai modelli di riferimento precedenti, rivisitarli alla luce dei nuovi interrogativi emergenti – Continua la Dott.ssa Amorese – Sarà importante, per una vera riqualificazione degli spazi esterni, una narrazione sincera e autentica di come vivono spontaneamente i bambini luoghi liberi e quotidiani, con uno sguardo il più possibile aperto, senza stereotipi che rassicurano le aspettative adulte”. 

Nella scuola che ha fondato alle porte di Roma nel 2010, la Dott.ssa Amorese, con il suo team, studia e cerca di prevenire il Deficit da Natura: “Abbiamo progettato lo spazio esterno come facilitatore di esperienze attive, che lascia ai bambini una libertà di movimento, fisico e mentale. La scoperta e la rielaborazione si configurano come dei processi altamente complessi e multi-dimensionali (le dimensioni coinvolte sono emotive, affettive, sociali, cognitive, motivazionali, meta-cognitive). I bambini sono istintivamente curiosi verso gli ambienti che vivono, flora e fauna: come crescono gli insetti, che gli spinaci sono a forma di foglia in natura ecc. A Progetto Infanzia per celebrare la fine delle restrizioni in tempo di covid il 13 maggio si celebrerà, a porte aperte, il festival dell’amicizia dove i bambini nuovi, usciti e quelli attualmente in frequenza saranno invitati a visitare l’atelier di natura e i prestigiosi kit di osservazione della metamorfosi negli insetti. La Smart bugs ci ha scelti per questa collaborazione di cui sono molto fiera, ci sono stati affidati 8 kit per osservare tutte le fasi di trasformazione degli insetti in farfalle. È un’esperienza preziosa per i nostri bambini che durante l’anno hanno studiato queste forme di vita in atelier, in giardino e lungo le strade del quartiere”.