Boccia da il via al valzer delle regioni

Secondo il Ministro Boccia gli italiani si potranno spostare tra regione e regione solo in elicottero, ironizza il Prof. Luca Andreassi in Zona Mista

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E che si dia avvio al valzer delle Regioni. Se chiudo gli occhi, riesco ad ascoltare le sublimi note del valzer di Strauss accompagnare gli spostamenti dei lombardi in Umbria (e viceversa), naturalmente con elicottero visto che non possono passare per l’Emilia e la Toscana. O dei friulani diretti in Puglia, sempre rigorosamente in elicottero non potendo attraversare la penisola.

Una splendida sinfonia, magistralmente diretta dal Ministro Boccia, le cui parole la accompagnano soavemente.

“Un sistema di monitoraggio ci consente di sapere se una Regione è a basso, medio o alto rischio. Se una Regione è ad alto rischio di sicuro non potrà ricevere ingressi da altre Regioni”

Detto così ha anche un senso. Ma è l’intervento del Comitato Tecnico Scientifico, quello dei 150.000 posti in terapia intensiva se si fosse riaperto, dei 260 milioni di italiani o, in ultimo quello che chiedeva di non riaprire perché questo virus non è condizionato dalla stagionalità e che ora chiede che si voti a ferragosto perché il virus soffre il caldo, ad accendere i nostri cuori.

Il punto è, infatti, capire quale sia il “numero” che consente di stabilire il livello di rischio delle varie Regioni. Semplice. Si tratta del famoso Rt a cui abbiamo dedicato la prima puntata di Zona Mista, dimostrando, anche grazie alla collaborazione di Emanuele Zeppieri quanto sia condizionabile da dati non certi e, dunque, sia pericolosamente poco rappresentativo.

Così accade che la Lombardia, Regione messa letteralmente in ginocchio dal virus, e con ancora 27mila positivi si trovi comparabile con l’Umbria che di positivi ne ha 71. Il motivo è semplice. In una Regione piccola come l’Umbria, con una popolazione limitata, ed in cui per giorni si sono avuti 0 contagi, bastano pochi casi a far schizzare l’indice Rt. Basta che da 2 contagi si passi a 4 che una delle più virtuose regioni nella gestione dell’epidemia, con due pazienti in terapia intensiva a fronte di 150 posti letto, diventi zona rossa con confini non transitabili.

Umbria, peraltro, che ha raggiunto questi eccellenti risultati grazie alla scelta di seguire il modello Veneto, isolando le linee di contagio, tracciando e testando anche gli asintomatici.

Insomma, oltre il danno anche la beffa. Una delle regioni più virtuose d’Italia che “paga” l’utilizzo di un indice inadeguato a rappresentare il livello di rischio, ma anche la scelta di aver intrapreso da settimane “la caccia ai positivi”.

Lo diciamo da mesi. Chi fa più tamponi trova più positivi ma riesce anche a contenere il virus in maniera eccellente. Certo che se poi l’Istituto Superiore di Sanità divulga classifiche in cui la virtuosa Umbria viene messa allo stesso livello della Lombardia si causa un clamoroso danno d’immagine. Pensate poi se sulla base di quel parametro si decidano anche le riaperture selettive dei confini.

E’ dovuto intervenire Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, con i suoi toni rassicuranti a fare chiarezza. Si fa per dire

Non ci si è capito, infatti, granché. Ha detto che Rt è importante perché ci fa capire come si sposta il virus. E su questo ha ragione. E che le decisioni sul movimento delle persone non possano essere prese sulla base di questo indice. Ed ha ragione anche qui. Sebbene non ci dica quali saranno le basi scientifiche della decisione che si prenderà.

Ovazione, infine, quando afferma che “è poco pensabile che le persone si muovano da una Regione ad un’altra con un elicottero”

Grande Brusaferro! Visto che ha più modo di me di incontrarlo, potrebbe spiegare questo ultimo concetto al Ministro Boccia?