Bresciani “Perché San Marino si associa all’UE”

Marina Bresciani si impegna per una crescente integrazione tra la comunità di San Marino e l'Unione Europea in vista delle elezioni del 4 Marzo

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Marina Bresciani
Marina Bresciani, candidata per il Movimento delle Libertà alla Camera dei Deputati nel collegio Europa spiega in una nota il suo impegno per favorire una sempre maggiore integrazione di San Marino con l’Unione Europea.
“L’associazione è la soluzione più pragmatica e flessibile per soddisfare gli interessi di San
Marino e dell’Unione Europea, tenendo conto delle peculiarità storiche, economiche e
sociali di un piccolo Stato come San Marino e della sua popolazione, nonché delle
specifiche esigenze della UE di garantire l’omogeneità e il buon funzionamento del Mercato
Unico – dichiara la Bresciani. L’Accordo di associazione rappresenta un passaggio storico fondamentale nel processo di integrazione europea che San Marino ha da tempo intrapreso e costituisce una grande opportunità di crescita economica, sociale e culturale per la comunità sammarinese. Tale processo assicurerà anche ulteriori diritti, libertà e garanzie per le più giovani generazioni. L’associazione è dunque la più proficua evoluzione di un processo, le cui premesse furono gettate dall’Accordo di Cooperazione e Unione Doganale. L’accordo potrebbe pertanto rivelarsi lo strumento più idoneo per completare il percorso di integrazione economica già avviato con i due esistenti accordi nelle materie doganale e monetaria, pur conservando per San Marino la veste di Stato terzo. L’Accordo di associazione potrebbe anche essere l’occasione per completare l’accordo doganale che al momento copre solo una parte della libera circolazione delle merci. La stessa cosa potrebbe avvenire anche nel quadro dell’attuale accordo monetario con l’Unione, allo scopo di aprire maggiori opportunità al settore bancario-finanziario di San Marino. L’accordo di associazione stabilirà la piena integrazione di San Marino nel Mercato Unico delle merci, dei servizi, delle persone e dei capitali. Ciò permetterà di approfittare delle evidenti opportunità derivanti dalla partecipazione ad un mercato ben più ampio di quello domestico, costituito da 500 milioni di persone. In questa nuova prospettiva, cadranno le attuali restrizioni e i sammarinesi (cittadini, studenti, lavoratori, imprese) avranno accesso alle attività e alle opportunità economiche offerte dal mercato interno, alla stessa stregua dei cittadini degli Stati membri. Considerata la sua appartenenza geografica all’Europa, l’ampia collaborazione di San Marino verso le istanze promosse dalla UE nell’ambito dei vari organismi internazionali, nonché le riforme politiche interne improntate alla trasparenza e all’internazionalizzazione, dell’economia, l’associazione potrebbe costituire per la Repubblica un’opportunità ulteriore di consolidamento del suo sistema, che potrebbe essere meglio riconosciuto dall’esterno. A fronte – continua la candidata per il Movimento delle Libertà alla Camera dei Deputati nel collegio Europa – del pagamento di un contributo nazionale, ponderato sulla base di precisi criteri non penalizzanti e nemmeno discriminatori, l’Accordo consentirà inoltre a San Marino di accedere ai programmi della UE. L’associazione potrebbe inoltre permettere alla Repubblica di fruire di alcuni fondi europei, negli specifici settori coperti dall’Accordo, ma pur sempre sulla base delle procedure previste dalla UE per partecipare all’assegnazione dei finanziamenti. I vantaggi economici saranno dunque molti, sebbene si tratti di un percorso non scevro da impegni, anche sul piano dell’impatto sul diritto interno. D’altra parte, non è neppure certo che le disposizioni nazionali siano preferibili in termini di sviluppo economico e sociale della Repubblica semplicemente perché non conformi alla normativa della UE. Inoltre, sono sempre meno i settori della normativa interna sammarinese che esulano da un confronto con l’esterno. Così come per gli Stati membri e per tutti gli altri Stati che stipulano accordi con la UE per intraprendere un processo di maggiore integrazione europea, l’entrata in vigore dell’Accordo di associazione comporterà una parziale delega di sovranità in alcuni ambiti in favore delle istituzioni dell’Unione. Questo aspetto potrà comunque essere discusso in sede di negoziato con i competenti Servizi della UE, al fine di identificare i più opportuni correttivi per la tutela delle specificità di San Marino.  Poiché – conclude Marina Bresciani – i costi della mancata integrazione del Paese in un mercato più ampio non sono sostenibili e l’autonoma iniziativa interna di adeguamento alle pertinenti disposizioni europee non garantisce alcuna forma di accesso al mercato europeo, la non integrazione di San Marino nel mercato europeo pone seri ostacoli alle prospettive di sviluppo per le imprese, gli individui e tutti i soggetti economici e sociali del Paese”.