Brunetti “La lettura dei libri fa bene alla salute mentale e al pensiero critico”

Brunetti: "Il libro potente fattore di sviluppo mentale, emotivo e sociale"

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Il sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, dimostrando sensibilità umana e intellettuale, ha accolto con entusiasmo la meritoria proposta del professor Guido Brunetti di donare alla perla dei Castelli Romani i suoi libri.

“La lodevole iniziativa – ha dichiarato il sindaco Bertucci- mostra ancora una volta il forte attaccamento del professor Brunetti a Nemi e alla sua comunità, e il suo alto senso culturale e civico. Il libro – ha poi aggiunto Bertucci- è un bisogno innato dello spirito umano. La vita così com’è – d’accordo con il grande scrittore Mario Vargas Llosa- non è sufficiente a soddisfare la nostra sete di conoscenza e di assoluto”. Di qui, l’elogio del libro e l’importanza della lettura a cominciare dall’infanzia”.

Il valore fondamentale della lettura è sottolineato dall’ istituzione della “Giornata Mondiale del Libro” che ricorre ogni anno il 23 aprile.

I libri sono essenziali perché svolgono molteplici funzioni. Sono un potente elemento di sviluppo cognitivo, emotivo, affettivo e sociale. La pratica della lettura è un procedimento molto complesso che coinvolge sistemi neuronali e numerose aree del cervello. Favorisce la conoscenza di se stessi, degli altri e del mondo, a cominciare dall’infanzia. Essa stimola il pensiero critico, l’immaginazione, la creatività, il linguaggio, il processo di apprendimento, la curiosità. La lettura apre nuove, meravigliose finestre nella mente dei bambini, creando emozioni, atmosfere, storie e mondi magici e affascinanti. Ci proietta in un’altra dimensione, facendoci comprendere il senso dell’esistenza e del mono. Leggere è scoprire cose mai immaginate.

AL TERMINE

Brunetti ha Nemi nel cuore e nel cervello, a partire da quando bambino entrò nel locale collegio dei Padri Mercedari, dove rimase sino alla soglia del liceo, Da allora ha continuato a frequentarla con la sua famiglia nel fine settimana. “Nemi – ha affermato in molti saggi e conferenze- è il luogo dell’anima, il luogo della mia anima, una terra di magia, poesia e incanto”.

Guido Brunetti, umanista scienziato, professore universitario e scrittore vive a Roma. E’ autore di numerosi libri e saggi che spaziano nei diversi campi delle neuroscienze, della psichiatria e della psicoanalisi. Possiede il dono di amalgamare scienze neurobiologiche e scienze umane, rendendo cristallini, chiari e trasparenti concetti complessi, delicati e difficili. La sua capacità di rendere comprensibili le questioni, riguardanti il cervello, la mente e la coscienza ci ha sempre affascinato.

FIN QUI

Leggere è un viaggio nel passato, nel presente e nel futuro.

E’ dialogo tra anime.

“E’ – aggiunge il noto scrittore – un’avventura dello spirito attraverso la conoscenza di miti, storie, civiltà, popoli, tradizioni, ambienti, culture, saperi, personaggi, idee, valori. Circa la lettura nei bambini, occorre evitare che genitori e insegnanti assumano atteggiamenti di costrizione o obbligo. Leggere deve essere un percorso meraviglioso.

Il libro è cultura e la cultura è conoscenza, uno dei massimi valori dell’umanità. Siamo pervenuti all’Homo sapiens in virtù sia dell’evoluzione neurobiologica che dell’evoluzione culturale.

Il libro infine ha anche una rilevante funzione terapeutica e un incredibile effetto calmante. riduce stati di ansia e depressione, stress e disturbi dell’umore. Facilita il sonno e il riposo. E’ un’esperienza multisensoriale, coinvolge tutti i sensi (vista, sensazione tattile del libro, odore caratteristico, suono prodotto dalle pagine mentre vengono girate).

Scorrere le dita tra le pagine, annusare il libro, provare emozioni e sentimenti si prova un senso di benessere, gratificazione e felicità.

E’ medicina del corpo e dell’anima perché – conclude Brunetti- completa l’essere umano, creando benessere fisico e mentale, e tranquillità dell’animo”.

Tutte le ricerche scientifiche mostrano che la lettura sviluppa la funzione cognitiva, l’apprendimento, la memoria. Ci aiuta a vivere molte vite diverse poiché entriamo nei panni dei personaggi. Leggere appresenta un esempio meraviglioso della plasticità del cervello, che si modella e rimodella continuamente se opportunamente stimolato attraverso un ambiente arricchito. Diventiamo più intelligenti, si attivano sistemi neurali e le connessioni sinaptiche, compensando i danni al cervello causati dall’invecchiamento e da altre patologie. Insomma, un’intensa, pensosa, tranquilla lettura dei grandi libri fa bene alla salute mentale e fa molto bene allo sviluppo delle capacità di critica, sintesi e giudizio. Se tutto ciò viene meno, diventa problematico per la società e per gli individui. E’ un monito che riguarda tutti.

Se quindi lo usi (il cervello) vive, se non lo usi muore.

Purtroppo In Italia si legge poco e male. Il nostro Paese si trova agli ultimi posti per libri letti in Europa. Le donne e i giovani sono le due categorie che leggono di più nel nostro Paese.

In realtà, la questione ha varcato i confini azionali. L’allarme per il decadimento della lettura è arrivato da un professore dell’Università di Oxford, il quale ha attribuito questa diminuita capacità di lettura ai programmi scolastici semplificati e all’uso degli smartphone. Non è un fenomeno solo italiano e britannico. Una recente ricerca ha mostrato come i ragazzi americani arrivino all’università incapaci di leggere perché non sanno più come farlo.

Viviamo in un’epoca che appare chiusa alla cultura. C’è avversione contro tutto ciò che è pensiero, conoscenza, logos. Cresce il culto dell’ignoranza, dell’impreparazione e dell’invidia. I comportamenti beceri, arroganti e volgari vengono spacciati per spontaneità, per valori e addirittura per verità.

Oggi, in ogni campo trionfano le mediocrità. I politici, poi, non amano la cultura, a meno che non produca vantaggi personali e non soddisfi il loro ego ipertrofico e narcisistico.

Chi non vede la grandezza della cultura- ha scritto il filosofo Nietzsche- svela se stesso, ossia un’anima bassa, rozza e meschina”.