Capriccioli e Bonafoni su Rems Palombara Sabina

I consiglieri regionali del Lazio Alessandro Capriccioli e Marta Bonafoni attaccano il Primo Cittadino di Palombara Sabina

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“PALOMBARA SABINA, CAPRICCIOLI/BONAFONI: “SINDACO NEGA DIRITTI UMANI AGLI OSPITI DELLA REMS”

Lascia letteralmente sgomenti il fatto che in un momento come questo, in cui il Coronavirus si sta abbattendo in modo devastante sulle persone ristrette, e tra loro in modo particolare su chi vive importanti fragilità, il Sindaco di Palombara Sabina cerchi di impedire che gli ospiti della Rems situata nel proprio comune possano godere di un’ora d’aria all’interno di un parcheggio recintato”. Così in una nota Alessandro Capriccioli e Marta Bonafoni, capigruppo rispettivamente di +Europa Radicali e della Lista Civica Zingaretti al Consiglio regionale del Lazio. “Con l’esplosione dell’epidemia, a seguito delle regole di isolamento stabilite dal Governo, gli ospiti della struttura hanno infatti dovuto cessare le visite periodiche che effettuavano in paese: e dunque, in assenza di spazi esterni, sono stati costretti a rimanere 24 ore al giorno al chiuso e senza luce naturale (tutti fattori obiettivamente deleteri per chi affronta un percorso di riabilitazione dal disagio mentale), finché la Asl non ha trovato la soluzione di utilizzare un parcheggio recintato per consentire loro di passeggiare qualche ora all’aria. Al Sindaco Palombi, che si è scagliato contro questa misura provvidenziale adducendo incomprensibili ragioni di “sicurezza” per i cittadini, occorre forse ricordare che i diritti umani valgono per tutti, specie per chi vive situazioni di grave fragilità, e che nel territorio del comune che amministra il suo compito è fare in modo modo che vengano garantiti, non tentare di reprimerli. La parola ‘sicurezza’, in uno stato di diritto, significa esattamente questo: non accanirsi sulla dignità e sui diritti delle persone, a maggior ragione in un momento così delicato. Negare agli ospiti delle Rems un’ora d’aria al giorno, dunque, con la sicurezza non ha nulla a che vedere: si tratta, piuttosto, di un’iniziativa di stampo illiberale della quale, soprattutto all’epoca del Coronavirus, nessuno sentiva il bisogno”. Lo rendono noto i consiglieri regionali.