Cassabgi e la candidatura a Sindaco fantasma

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Fauzi Cassabgi esponente del Partito Democratico di Albano Laziale
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Fauzi Cassabgi esponente del Partito Democratico di Albano Laziale

Parafrasando le metafore calcistiche, a quanto sembra molto in uso ultimamente all’interno del Partito Democratico di Albano Laziale, verrebbe da dire che l’allenatore ha fatto bene a dimettersi vista l’inconcludenza delle proprie tattiche. Si perché in venti giorni la minoranza del Pd ha dimostrato di non avere chiara non solo la strategia ma, a giudicare dal corso degli eventi e dalle dichiarazioni, nemmeno le idee. Ricapitoliamo brevemente: circa venti giorni fa due Assessori dem, Fauzi Cassabgi (Servizi Sociali) e Pino Rossi (Bilancio), si dimettono dopo cinque anni di permanenza e a poco più di tre mesi dalle elezioni dalla Giunta guidata dal Sindaco Nicola Marini. “Il Sindaco è monocratico e la sua politica troppo chiusa nel palazzo” le ragioni principali addotta dai dimissionari. “Vogliamo le Primarie per eleggere il candidato Sindaco del centrosinistra” chiedeva a gran voce la minoranza “civatiana” del partito. A distanza di pochi giorni Meta si occupò della questione provando a delineare lo scenario politico “celato” dietro le dichiarazioni di circostanza. Evidenziammo come la maggioranza del Pd albanense avesse già indicato da tempo Nicola Marini come candidato riconoscendogli il diritto (legittimo e quasi scontato, oltre che stabilito dallo statuto del partito) di correre per un secondo mandato sostenuto da un’ampia coalizione di centrosinistra. Nel provare a dare spiegazione dei perché, invece, l’opposizione interna continuasse ad invocare le primarie, azzardammo una possibile candidatura a Sindaco di Fauzi Cassabgi in alternativa a Nicola Marini. Dopo pochi giorni intervistammo Cassabgi il quale, sul nodo candidatura, ci disse: “Le rispondo come le risponderebbero i cittadini con cui parlo: “un altro sindaco? Ma basta”. Leggo sulla stampa locale di queste ipotesi, il che quasi mi diverte”. Strategie diremmo ora, considerando che poco più di una settimana dopo questa intervista a noi rilasciata, l’opposizione interna al Pd siglava un documento riportante in calce le firme dei consiglieri “civatiani” Marco Guglielmo, Roberto Peduzzi, Domenico Di Tuccio e degli assessori dimissionari Rossi e Cassabgi, con il quale candidavano proprio quest’ultimo a Sindaco attraverso lo strumento delle primarie. Ma non finisce qui. Il colpo di scena arriva lunedì 2 febbraio quando il Sindaco Nicola Marini nomina i due nuovi assessori del Pd: sono Anna di Baldo e Giacomo Mammarella. Quest’ultimo è segretario del circolo di Pavona e nel corso degli anni ha fatto parte proprio di quell’area di dissenso interna al partito che invoca le primarie. Come mai questo “ripensamento”? Perché il giovane Mammarella abbandona quell’area di dissenso ed entra a far parte della Giunta Marini? Ci auguriamo che questo interrogativo possa trovare risposta dal diretto interessato o dal Segretario dell’Unione Comunale Alessio Colini. Sta di fatto che nel weekend si erano susseguite voci insistenti, confermateci anche da ambienti autorevoli e ben informati del centrodestra, che la pattuglia civatiana e il proprio Candidato Sindaco Cassabgi avrebbero avuto contatti con autorevolissimi esponenti regionali di Forza Italia, ben radicati ai Castelli Romani, al fine di chiedere eventuale sostegno, non parrebbe ancora chiaro se in vista di elezioni primarie oppure per altro quadro politico. Questo avrebbe prodotto, secondo quanto raccolto da Meta, un’ulteriore spaccatura nell’ala civatiana già divisa tra chi voleva un’uscita dal partito e chi invece voleva restare nel Pd, pur mantenendo posizioni critiche. Indubbiamente l’entrata del segretario del Pd di Pavona Mammarella in Giunta ha indebolito il fronte primarie che già di per sé corre una corsa contro il tempo visto che siamo a febbraio e di qui a poco verranno indetti i comizi elettorali che tradizionalmente danno il via alla campagna elettorale. Una strategia che si sta rivelando quantomeno debole, anche perché ad oggi nessuno, tra i competitors “ufficiali” di Marini, ha dato la propria disponibilità a partecipare alle primarie. Sarebbero primarie interne al Pd a questo punto, vista la candidatura di Cassabgi, ma se così fosse non esisterebbe più l’attuale centrosinistra considerando che tutti i partiti a partire da Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, hanno sottoscritto un patto di programma il cui candidato Sindaco è Marini. A rimescolare ancora le carte, a ricambiare il modulo di gioco ci pensa di nuovo Cassabgi che, la sera stessa della nomina dei nuovi assessori, scrive un post sul suo profilo Facebook indirizzato alla stampa locale che recita: “Al Direttore ed altri direttori di quei giornali on line che mi citano a proposito di dimissioni, primarie, candidatura. Vorrei smentire alcune dichiarazioni che mi vengono attribuite – scrive Cassabgi – dichiarando che non ho mai personalmente (tanto meno le persone a me vicine) avanzato o proposto la mia candidatura a Sindaco…ma di aver dato solo una mia disponibilità per le Primarie”. Ora noi non vorremmo essere capziosi, ne strumentalizzare il pensiero e l’azione dell’ex importante assessore ai servizi sociali, però solitamente chi si candida alle primarie lo fa in qualità di candidato alla carica di Sindaco, non di uscere: chi vince le primarie infatti dovrebbe essere il candidato Sindaco della coalizione di candidati che alle primarie ha partecipato. Non possiamo pensare che Cassabgi abbia dato la sua disponibilità a candidarsi per perdere.