Ceccanti e Zanda, “Un Si per superare il bicameralismo paritario”

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Stefano Ceccanti, Luigi Zanda ed Ercole Zangrilli all'evento per il Si a Frascati lunedì 14 novembre 2016
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Stefano Ceccanti, Luigi Zanda ed Ercole Zangrilli all’evento per il Si a Frascati lunedì 14 novembre 2016

Lunedì 14 novembre la Libreria Mondadori ha ospitato un incontro promosso dal comitato Frascati Dice Sì con il costiuzionalista Stefano Ceccanti, ex senatore del Partito Democratico, e il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Luigi Zanda. L’evento è stato moderato dall’esponente del Pd locale, ex assessore e consigliere comunale Ercole Zangrilli, che ha introdotto i lavori che si sono concentrati sul superamento del bicameralismo paritario nel caso vittoria del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre.

Ceccanti ha posto l’accento sul fatto che l’attuale sistema costituzionale ha insito in se la “spada di damocle” data dalla possibilità di avere “maggioranze diverse” nei due rami del Parlamento. Il costituzionalista ha motivato tale assunto parlando della sempre più forte differenziazione di voto tra i padri e i figli. “Gli oltre quattro milioni di voti di giovani che votano solo alla Camera rischiano sempre di più di incidere nella differenza di risultato elettorale tra i due rami del parlamento” ha sottolineato Stefano Ceccanti. “Non c’è ragione per cui dobbiamo avere 2 camere che danno la fiducia” ha continuato l’ex senatore, che ha definito il Senato come “inutile doppione” della Camera.

Il capogruppo Pd al Senato Onorevole Luigi Zanda ha posto l’accento su questa campagna referendaria che ha definito “brutta” riconoscendo gli errori fatti da tutte le parti in causa per “confondere le idee agli elettori”. Zanda ha sottolineato le differenze tra il clima attuale di una politica “bassa” in confronto allo spirito della Costituente che ha interpretato una “politica per costruire”. Il senatore ha sottolineato come dopo trentanni di attesa e alla luce delle sfide globali e dei mutamenti dopo la Brexit e l’elezione di Trump “sia un obbligo per il nostro Paese a porre fine a certe lungaggini e a porre rimedio ad un sistema costituzionale insufficente per le sfide di domani”. Inoltre ha posto l’accento alle lacerazioni che stanno attraversando il Partito Democratico invitando a “smettere di avere contrasti interni”, ricordando come anche se stesso non aveva votato Matteo Renzi alle ultime Primarie. Infine il capogruppo ha fatto un appello al voto ponendo l’accento “sulla responsabilità che abbiamo il 4 dicembre”, Zanda ha sottolineato come “gli effetti saranno duraturi soprattutto per le nuove generazioni che usuffruiranno degli effetti dell’approvazione della riforma” definendo gli elettori come “dei nuovi padri costituenti” chiamati ad una scelta responsabile.