Cento sfumature di rosa

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Cento sfumature di grigio
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Cento sfumature di grigio

Qualche giorno fa sono andata al cinema per partecipare alla catarsi collettiva intitolata 50 sfumature di grigio; è stato fantastico!

Al di là delle noiose polemiche dei boriosi intellettualoidi di ogni sorta, infatti, a me il libro ha illuminato su un universo femminile di cui, pur non sentendomi assolutamente parte, sono circondata. Un successo mediatico che la dice lunga sul punto in cui si trovano i rapporti tra gli uomini e le donne. L’unico desiderio che anch’io abbraccio completamente e incondizionatamente è quello di fare sesso di continuo, e la Universal Pictures ha pensato bene di farci ben 7 euro a testa in tutta Italia su questo comune sentimento di ardore!

Detto ciò, ci sono aspetti ben più profondi e interessanti, nella questione.

Innanzitutto al cinema c’era una quantità di donne e di progesterone veramente ingestibili; il silenzio era pura utopia, così come il contenimento della tanto agognata energia sessuale – le donne pare abbiano una certa difficoltà a tenerla dentro di sé, abilità che invece la protagonista del film sembrava rappresentare egregiamente! Sarà per questo che esercita una così potente attrattiva? O sarà per il fatto che i due amanti dei nostri tempi simboleggiano perfettamente i due archetipi maschile e femminile, nella loro versione più radicale e contemporanea?

Lui, al di là del fatto del dominatore, a mio avviso secondario, è semplicemente maschio, o meglio addirittura uomo – anche qui, pura utopia, perché un soggetto così bello, ricco e maturo a 27 anni semplicemente non esiste, nella realtà. In ogni caso, lui incarna in modo magnifico e in misura sbalorditiva tutto ciò che secondo ognuno di noi un uomo dovrebbe essere: è intraprendente, ha spirito di iniziativa e sa conquistare, ma è anche premuroso, galante, attento e devoto al cento per cento; non ha alcuna dimestichezza né familiarità con i sentimenti e le emozioni, ma è ben disposto a imparare; sa donare tutto ciò che è e vuole altrettanto dalla partner. Un vero sballo, in sostanza!

Lei, d’altro canto, nell’esilarante mondo fantascientifico di una meravigliosa vergine di 21 anni (anch’essa inesistente sul pianeta Terra, almeno nel suo versante occidentale!), è il più aulico emblema della femminilità, per come essa dimora nei nostri ideali più alti – chi l’avrebbe mai detto, in 50 sfumature di grigio?: sensibile, aperta, umile e dolcissima, ma all’occorrenza anche totalmente disinibita, elegante e capace di rimanere ferma sulle proprie posizioni, tracciando confini ben definiti da non superare. Wow! Chi non vorrebbe essere come lei? A parte il fatto della verginità, ovviamente!

Archetipi che attraggono, perché sono forme esistenziali, eterne, che non solo affascinano, ma ci chiamano verso di sé, quasi a volerci ricordare sempre chi siamo veramente.

E mentre io, al cinema, mi solleticavo la mente con tali elevati pensieri, intorno a me c’era il delirio: donne di mezza età che sbraitavano contro il protagonista maschile, adolescenti che si infiammavano in gruppo producendo isteriche risatine, e le mie coetanee che, con mia immensa sorpresa, non si eccitavano per la carica erotica del film, ma per il lusso che vi veniva mostrato!

 

Ora, siamo proprio sicuri/e del fatto che la favola del principe e della principessa, che attraversando eroicamente il bosco intriso di rovi (impedimenti familiari o sociali, maledizioni, invidie od oblii), e che progressivamente si trasformano nel re e nella regina di un fantastico regno, veramente non esista? Visto il successo delle mitiche 50 sfumature, io mi chiedo questo: non sarà che, invece, proprio queste fiabe vivranno per sempre, all’interno di un universo parallelo che non ci è dato vedere così chiaramente, ma che di epoca in epoca continua ad attirarci verso di sé? Lasciamo la domanda aperta.

 

 

Ilaria Cusano

Sociologa, Life-Coach e Formatrice

www.shaktilandia.blogspot.it