Ciampino, sit-in contro l’inquinamento organizzato da Officine Civiche e Città in Comune

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Componenti Officine Civiche
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Componenti Officine Civiche

Sabato 2 gennaio 2015 dalle ore 11:30 fino alle ore 13:30 le associazioni Officine Civiche e Città in Comune organizzano “una danza della pioggia simbolica, un sit-in di cittadini per chiedere misure serie ed efficaci contro l’inquinamento atmosferico. Per dire basta allo sfruttamento ambientale e all’inerzia delle istituzioni.

Ciampino – dichiarano le associazioni – soffre più di altre realtà gli effetti di un aeroporto fuori legge, di un traffico veicolare incontrollato, dei fumi dei roghi tossici che bruciano rifiuti illegali. Anni di politiche fallimentari a tutti i livelli hanno prodotto gli effetti che oggi respiriamo e che i dati ci confermano essere tragici. Non sarà qualche domenica ecologica a risolvere il problema, servono politiche strutturali e coraggiose per ridurre l’impatto di un’attività umana incontrollata sull’ambiente.

A fronte dell’inettitudine dell’uomo, solo qualche goccia di pioggia ci può salvare! Per questo sabato 2 gennaio – dichiarano Officine Civiche e Città in Comune – i cittadini faranno una simbolica danza della pioggia, con tanto di ombrelli, striscioni, cartelloni e quanto altro possa servire per chiedere subito politiche ambientali serie, coraggiose ed efficaci sul lungo periodo!

Se siete stanchi di respirare fumi, diossine, gas, aria insalubre, se pensate che Ciampino possa salvarsi con qualche parco pubblico in più, alberi, piste ciclabili, percorsi pedonali, trasporto pubblico, car-sharing, nuovi piani di viabilità intelligente… non vi resta che venire e dire la vostra! – si conclude così la dichiarazione delle associazioni ciampinesi.

Organizzano Officine Civiche e Città in Comune
http://www.officineciviche.it/
http://www.cittaincomune-ciampino2014.it/

Adesioni:
Comitato per la riduzione dell’impatto ambientale”

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Logo Officine Civiche

 

“INQUINAMENTO A CIAMPINO: ROVESCIARE UN DESTINO A TARGHE ALTERNE

Traffico veicolare interno, traffico veicolare esterno, il traffico aereo dell’aeroporto G.B Pastine, i roghi di rifiuti tossici smaltiti illegalmente nel campo La Barbuta, le emissioni inquinanti delle caldaie che raggiunge picchi elevati a causa della strabiliante densità abitativa – inizia così lo scritto di Lorenzo Natella di Officine Civiche di cui diamo notizia. Questo solo per citare alcune delle cosiddette sorgenti di inquinamento atmosferico che incidono in maniera notevole in un contesto come Ciampino. Appare subito chiaro, dunque, come il provvedimento delle targhe alterne rappresenti poco più di un palliativo simbolico, una buona abitudine, che niente ha a che vedere con gli strumenti realmente efficienti per inibire l’inquinamento atmosferico in città.

Un contesto ambientale come quello di Ciampino avrebbe bisogno anzitutto di dati. Freschi, attendibili e organizzati. Produrre nuova reportistica scientifica e mettere a sistema gli innumerevoli studi già esistenti, con l’obiettivo di tracciare gli effetti delle diverse sorgenti inquinanti, in modo tale da poter studiare in sede amministrativa le migliori soluzioni. Evitando dunque di perdere tempo, denaro e la pazienza dei cittadini sottoposti a sporadiche “domeniche ecologiche” senza continuità e senza effetti.

Lo studio scientifico per la raccolta e la valutazione dei dati ambientali, affidato nelle mani di esperti pagati (questo sì, sarebbe un ottimo uso del denaro pubblico), dovrebbe essere un lavoro imprescindibile che proceda di pari passo al lavoro della politica. Nessun sindaco, nessun assessore, nessun politico a questo mondo, anche il più brillante di tutti, può pretendere di lavorare senza dati. Un’amministrazione che prende decisioni estraendo idee dal cilindro magico, senza aver precedentemente studiato la realtà delle cose, è un’amministrazione che lavora male. Non bastano i dati delle centraline, se non si dispone degli strumenti che traducano quei dati in un quadro complessivo, chiaro e scientificamente valido, sul quale la politica possa muoversi.

Esistono studi – mi scuso in anticipo per il linguaggio approssimativo – che già sono stati in grado di provare il differente contributo delle sorgenti dell’inquinamento con metodi abbastanza puntuali, rendendo più facile il lavoro di un amministratore che voglia intervenire direttamente sui singoli problemi ambientali. La stima del ruolo che rivestono gli aeroporti civili nell’inquinamento atmosferico, ad esempio, è un processo non intuitivo che necessita di traccianti specifici nell’ambito delle polveri sottili, evidenziando ad esempio l’incremento di particelle ultrafini associate proprio ai movimenti aerei. I valori di questo tipo di polveri, secondo molti di questi studi, impennano infatti quando il traffico aereo aumenta o quando i siti di rilevamento sono sottovento rispetto alle piste aeroportuali. Sono particelle pericolosissime per la salute umana, contro le quali il sistema delle targhe alterne è praticamente inutile.

L’aeroporto di Ciampino, lo sappiamo, supera abbondantemente tutti i limiti previsti dalla legge, ma non è nemmeno l’unico problema. Il PM10 si disperde nell’aria quando asfaltiamo una strada, a meno che l’amministrazione non valuti l’idea di usare asfalti eco-compatibili. Le stesse targhe alterne nel territorio di Ciampino, pur volendo, non produrranno alcun effetto se basta che il vento cambi per portare sulle nostre teste tutto il particolato proveniente del traffico delle grandi direttrici (Ap

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Dati inquinamento Arpa Lazio

Ospitiamo l’intervento di Alessandro Porchetta (Città in Comune) sul suo profilo facebook “sull’inquinamento ambientale che – dichiara lo stesso Porchetta – nel nostro Comune ha raggiunto dei livelli a dir poco preoccupanti per la nostra Salute.

I livelli di particolato fine sono drammaticamente alti e la qualità della nostra vita, sebbene possiamo non accorgercene nel quotidiano, è pessima. Non bastano misure emergenziali come le targhe alterne e il blocco delle targhe. Sebbene non sia possibile separare in modo quantitativo il particolato fine prodotto dall’aeroporto e quello del trasporto veicolare è scientifcamente certo che questo aeroporto rappresenta un fattore importante e determinante per raggiungere questo livello di inquinamento (più alto di tutti i Comuni dei castelli e anche di Roma).


Chi sostiene il contrario, ovvero che l’aeroporto non inquina vada a studiare oppure rimanga in malafede. A tutto questo aggiungiamo i roghi nel campo rom – che ricordiamo andrebbe chiuso come da sentenza del tribunale civile di Roma del 2014.

Che fare? – si domanda l’esponente di Città in Comune. Il Sindaco avrebbe la responsabilità civile della salute dei suoi concittadini e ”deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se esistono pericoli incombenti e, per la direttiva Seveso, deve informare la popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta.” Siccome il Sindaco se ne frega ed in generale lo Stato in cui viviamo se ne frega (basta seguire la lotta del comitato per la riduzione dell’impatto ambientale per comprendere in che paese viviamo) spetta a noi.


E’ necessario rivendicare misure molto più radicali: noi chiediamo di pianificare interventi strutturali di mobilità alternativa da subito (piste ciclabili, rafforzamente del trasporto pubblico locale e di vicinanza, etc.), di impegnarsi da subito nella realizzazione di opere pubbliche in grado di limitare il traffico di scorrimento cittadino, di affrontare frontalmente la Regione e il Governo per ridurre i voli nello scalo Pastine con gesti e azioni forti di PRESSIONE (chiusura delle scuole e dei nidi prossimali all’aeroporto, manifestazione cittadine, etc.), di chiudere il campo rom.

Il Sindaco e l’amm.ne sono dall’altra parte della barricata, quando inizieremo ad organizzarci per difendere il nostro diritto alla salute? – si conclude con questa domanda l’intervento dell’esponente di Città in Comune  Alessandro Porchetta.

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Città in Comiune