Si allarga la polemica attorno all’assessore di Nettuno Claudio Dell’Uomo, partita dal suo video presso il canile Alba Dog, a pochi giorni dalla scadenza del bando comunale di affidamento del servizio alla struttura già finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica di Velletri.
A molti il video dell’assessore è parso quantomeno inappropriato, perché somigliante ad uno spot in favore di Alba Dog, poco prima della scadenza e quindi della riassegnazione del servizio. Tra questi si è espresso pubblicamente per deprecare l’iniziativa il Consigliere Comunale del Pd Roberto Alicandri, mentre in soccorso dell’assessore Dell’Uomo è intervenuto il collega di maggioranza a Nettuno Genesio D’Angeli, che, sempre a mezzo social, a precisato come il bando per la riassegnazione del servizio sia prossimo alla pubblicazione.
A tirare in ballo Claudio Dell’Uomo, parallelamente, e sulle vicende di una precedente pubblica assegnazione, è sopraggiunta una interrogazione parlamentare a firma di alcuni Senatori del Movimento Cinque Stelle. Tra cui il Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, che riaccendono i riflettori sulla vicenda della Chiesa Santa Maria del Quarto.
I senatori Corrado, Morra, Romano, Vannin, Angrisani, Presutto, Lannuti, così scrivono ai Ministri per i beni e le attività culturali e per il turismo e dell’interno.
“Il 4 maggio 2020 l’ex vicesindaco di Nettuno, oggi consigliere di minoranza, Daniele Mancini sia intervenuto per interrompere, e subito dopo denunciare in tutte le sedi competenti (compresa la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri), i lavori edili non autorizzati in corso nella chiesa attigua al cimitero della cittadina; La ditta responsabile di citato cantiere “fantasma” è la Morasca Srl di Roma, alla quale facevano capo i tre operai presenti nell’immobile all’ingresso del consigliere Mancini, impegnati, chi da terra e chi in alto, su un trabattello su ruote appositamente montato, a rimuovere con le cazzuole lo strato di pittura gialla steso sull’intonaco che riveste le pareti dell’edificio, in vista della loro ritinteggiatura;
Considerato che: l’edificio di culto, intitolato a Santa Maria del Quarto, sarebbe sorto nel 1619 come parte di un convento francescano che, dopo complessi avvicendamenti, fu adibito a cimitero comunale nel 1855; la chiesa è soggetta a tutela dello Stato ai sensi dell’art. 10, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 2004 e come tale non può, in base all’art. 20, comma 1, del medesimo Codice, essere distrutta, deteriorata o danneggiata e l’eventuale pregiudizio arrecatole ha, per i responsabili, riflessi penali ai sensi dell’art. 170 del Codice. La sobria aula mononave della chiesa – continuano i Senatori nella loro interrogazione – priva di rivestimenti pregiati se si escludono alcuni interessanti lacerti di affreschi superstiti in corrispondenza di uno degli archi ciechi che, a coppie, movimentano i lati lunghi, è impreziosita da epigrafi funerarie per lo più ottocentesche, di buona fattura, e altre novecentesche più modeste, murate sia nel piancito sia sulle pareti (una è affiancata dal busto-ritratto del defunto, inserito in una nicchia); dalla parte opposta al portale d’ingresso, il muro rettilineo cui si addossa l’altare è ornato da un’architettura neo-gotica dipinta, policroma, che sottolinea il gioco di aperture dalle due porticine laterali di accesso alla sacrestia; Considerato inoltre che, a quanto risulta all’interrogante:
è datata 25 maggio 2020 la nota dell’assessore preposto all’Area Ambiente e Sanità, Claudio Dell’Uomo, politico navigato e già membro del Consiglio comunale che nel 2005 fu sciolto con Decreto del Presidente della Repubblica 28 novembre 2005, nella quale il suddetto risponde alla contestazione dell’assenza di qualsivoglia autorizzazione ai lavori mossagli il 12 maggio scorso della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (ABAP) per la città metropolitana di Roma, inviata anche al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) del Lazio. Nella risposta l’assessore esordisce asserendo risolutamente che “nessun lavoro è stato eseguito presso la chiesa di Santa Maria del Quarto”; ammette però, subito dopo, che “Nell’ambito della gara relativa ai servizi cimiteriali eseguita ai sensi dell’art. 95 comma 2 del D.Lgs. n. 50/2016 s.m.i. (offerta economicamente più vantaggiosa), la società aggiudicataria Morasca s.r.l. ha offerto come proposta migliorativa la pulizia e rimessa in pristino della suddetta Chiesetta, già in stato di abbandono”;
implicitamente riconoscendo la competenza ad esprimere parere preventivo sull’inesistente progetto di restauro da parte dell’ufficio di tutela del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dell’Uomo prosegue con tardiva condiscendenza: “I lavori da eseguirsi, già preceduti da una verifica tecnica operativa della stessa ditta, saranno minimali e facilmente potranno essere meglio definiti in un sopralluogo congiunto in loco con la Soprintendenza. In attesa della rosa di date che vorrete cordialmente, comunicare (…)”;
La spiegazione dell’assessore però non appare fondata, in quanto solo il 12 maggio 2020 è stata aggiudicata definitivamente, con determina dirigenziale n. 478, la gara d’appalto per la gestione, per sei mesi, dei servizi cimiteriali del cimitero di Nettuno in relazione alla quale la Morasca Srl, a detta del Dell’Uomo, aveva fatto della “pulizia e rimessa in pristino” della chiesa attigua al camposanto la proposta migliorativa associata all’offerta inviata il 26 aprile 2020 e di cui la Commissione di gara ha avuto contezza due giorni dopo, all’apertura virtuale delle buste;
Il 4 maggio 2020 ufficialmente erano ancora in lizza tre candidate. La ditta romana, pur in presenza di una graduatoria finale, che la vedeva prevalere (informazione divulgata anzitempo dal Dell’Uomo anche ai media), non aveva certezza della propria ammissibilità, avendo presentato un’offerta nell’immediato giudicata “anomala”, nodo che sarebbe stato sciolto solo l’8 maggio 2020 (e ufficializzato l’11 maggio nel verbale di gara n. 4);
Alla Commissione consiliare Trasparenza e legalità, che, scoppiato il caso, convocava l’assessore per il 12 maggio 2020, lamentando di non avere ancora ricevuto gli atti di gara e chiedendo conto della presenza degli operai della Morasca Srl nella chiesa cimiteriale, il Dell’Uomo ha giustificato la prima contestazione con la ritardata aggiudicazione della gara, e la seconda come sopralluogo tecnico prodromico all’offerta migliorativa in realtà proposta ad aprile 2020;
Anche alla stampa, qualche giorno prima, Dell’Uomo aveva ribadito la tesi che “al momento del blitz (…) era in atto soltanto un’analisi della situazione per poi poter passare una mano di vernice”, insistendo, sul carattere ordinario degli interventi, non meritevoli del coinvolgimento “delle Belle Arti” (“ilgranchio”, 7 maggio 2020);
A smentire quanto ribadito dall’assessore era la presenza sul posto, il 4 maggio 2020, sul della ditta parcheggiato davanti alla chiesa, oltre che di attrezzature per tinteggiare, di alcuni sacchi di stucco in polvere e di secchi di pittura murale intonsi, nonché la natura delle attività degli operai, documentate dal consigliere Mancini anche con un filmato;
Ciò nonostante, anche il sindaco, nel Consiglio comunale del 5 giugno 2020, ha sposato le tesi del suo assessore e, preannunciando un sopralluogo della Soprintendenza ormai ex post, ha affermato: “(…) sembra assolutamente giustificato il fatto che la ditta sia andata sul posto ad effettuare un saggio sulle pareti della chiesetta”, operazione che in realtà necessitava di autorizzazione preventiva o presenziamento di personale del Ministero”.
A questo punto i promotori dell’interrogazione chiedono: “Se stante la “leggerezza” con cui i due amministratori si sarebbero rapportati con un affidamento di lavori pubblici comprensivo di un intervento su un bene storico-artistico tutelato ex lege, i Ministri in indirizzo non ritengano di attivare, ciascuno per quanto di competenza, accurate verifiche sull’accaduto e un attento monitoraggio delle attività a venire, considerato anche che a Nettuno è accertata l’operatività della criminalità organizzata”.
Non tarda ad arrivare la dura replica del Sindaco di Nettuno Alessandro Coppola che così commenta: “Intendo replicare alla vergognosa interrogazione, presentata in Senato dagli esponenti 5 stelle Corrado, Morra, Romano, Vanin, Agrisani, Presutto e Lannutti, su indicazione del consigliere comunale di opposizione Daniele Mancini, che per mera visibilità personale è pronto a gettare fango su una città intera, la città di Nettuno.
Il consigliere Mancini, dimostrando di non avere alcuno spessore politico, tenta di screditare l’Amministrazione comunale di centrodestra eletta dai cittadini con delle false accuse. Mancini ha imbeccato i Senatori del partito grillino che a Nettuno prima lo ha nominato vicesindaco e poi ne ha chiesto le dimissioni. Mancini con lo stesso sistema che tenta di utilizzare oggi dall’opposizione, quello delle false accuse, ha macchinato in passato per porre fine alla fallimentare amministrazione 5 stelle, caduta a meno di due anni dal voto sommersa dalle polemiche. Un comportamento che dice molto sulla sua integrità.
Oggi descrive l’assessore Dell’Uomo come “politico navigato e già membro del Consiglio comunale che nel 2005 fu sciolto con Decreto del Presidente della Repubblica 28 novembre 2005”. Un riferimento forzato e ingiustificabile per fare un parallelismo con una situazione che nulla ha a che vedere con i lavori alla chiesetta del Cimitero ma mirato a indurre i cittadini ad una radicata sfiducia nelle Istituzioni comunali.
Quindi i Senatori 5 stelle concludono l’interrogazione chiedendo verifiche ai Ministri di competenza “considerato anche che a Nettuno è accertata l’operatività della criminalità organizzata”.
A Nettuno opera un’Amministrazione eletta dai cittadini, che da 12 mesi a questa parte è impegnata per cercare di far risorgere questa città dal malgoverno e da lunghi commissariamenti.
Accettiamo e accetto ogni genere di critica da parte dell’opposizione il cui ruolo è essenziale in ogni democrazia, come sprone a fare sempre di più e meglio, ma è inaccettabile da parte di un consigliere comunale il voler strumentalizzare una vicenda già chiarita in un consiglio comunale pubblico e su cui stanno indagando le Autorità competenti.
Parlare di operatività della criminalità organizzata in riferimento al tentativo di un assessore di restituire dignità e decoro ad un bene di Nettuno è una grave lesione dell’immagine di questa Amministrazione e di questa città. Stiamo valutando la possibilità di agire per vie legali nei confronti del consigliere Mancini e dei Senatori 5 stelle, a difesa della nostra buona fede e onorabilità e a difesa della città di Nettuno che non merita di essere etichettata in maniera infima, per dare sfogo alle smanie di potere di un consigliere che non accetta l’esito del voto popolare. Il consigliere Mancini, da vicesindaco e Assessore all’Ambiente ha permesso che la chiesetta del ‘600, che oggi vuole “difendere” con questa interrogazione che offende tutti, diventasse un deposito di immondizia pieno di secchioni. Una vergogna per cui ancora non si è scusato”. Ha così concluso il Sindaco di Nettuno.