Combattere il bullismo ed educare all’emotività

Lo sport maestro di vita arriva al liceo Primo Levi di Roma giovedì 7 Aprile

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Nella scuola di via Morandini il 7 aprile saranno tanti gli esperti ad intervenire toccando gli ambiti più disparati, dallo sport alla magistratura, per combattere uno dei fenomeni più debilitanti per i giovani

 

Giovedì 7 aprile, a partire dalle ore 9:30, al Liceo Scientifico Statale Primo Levi in via Francesco Morandini 64 a Roma, si terrà un incontro rivolto ai ragazzi ed organizzato da un gruppo di professionisti nelle aree psicologiche, giuridiche e sportive. La mission è quella di mandare ai giovanissimi un messaggio ben preciso, ovvero quello di seguire lo sport come maestro di vita e di considerarlo come un alleato utile nel combattere i fenomeni dilaganti del bullismo e della sua variante digitale, ovvero il cyberbullismo.

Interverranno personalità di spicco nel panorama nazionale quali il sostituto procuratore dott. Eugenio Albamonte, magistrato della procura di Roma e grande esperto di cyberterrorismo e del revenge porn; la dott.ssa Pamela Franconieri, vicequestore aggiunto della IV sezione violenze di genere della Squadra Mobile di Roma ed il tenente colonnello Nicola Signorile, vicecomandante e capo ufficio del Centro Sportivo Carabinieri, nonché consigliere nazionale per il bullismo e disagio giovanile nell’area di Bracciano.

Gli studenti avranno inoltre la possibilità di approfondire gli argomenti confrontandosi con gli autori del libro “Modelli etico valoriali per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo. Una corresponsabilità tra famiglia – scuola – istituzioni”, vincitore di premi internazionali, ovvero il dott. Maurizio Colangelo, avvocato nel foro di Roma e giudice onorario di tribunale e la dott.ssa Rosj Guido, psicologa e psicoterapeuta, entrambi docenti master primo livello universitario in materia di bullismo. Maurizio Colangelo così ha voluto sottolineare l’importanza dell’educazione civica che è base fondante di questo evento: “Noi ci siamo basati su una circolare del 2019 nella quale si richiedeva di riportare l’educazione civica nelle scuole. È il lavoro che stiamo facendo, coinvolgendo professionisti e personalità vicine agli studenti come genitori e docenti. Questi ultimi due attori, in particolare, devono capire che il bullismo è un fenomeno che coinvolge negativamente sia il bullizzato che il bullo, il quale può rovinarsi la vita commettendo reati perseguiti sia penalmente che in maniera civilistica essendo il bullismo non ancora riconosciuto formalmente come reato, ma come fenomeno che porta a compiere reati”. Rosj Guido ha poi aggiunto: “L’ottica con la quale affronteremo l’argomento sarà centrata sui ragazzi attraverso un linguaggio comprensibile. L’aspetto esperenziale sarà privilegiato  anche attraverso una simulazione che costringerà ciascuno di loro a riflettere sul vissuto della vittima, del bullo e del gruppo. Vogliamo provare a parlare ai ragazzi con il cuore, unico strumento utile a far sì che maturi il loro sentire, l’empatia e la necessaria capacità di comprendere che ad ogni azione corrisponde una reazione, delle conseguenze che possono provocare danni talvolta irreparabili. Tutte le figure professionali sono chiamate a riflettere su questo fenomeno che ormai può senza ombra di dubbio, essere considerato un problema di salute pubblica che abbraccia l’età più delicata delle nuove generazioni e che si scandisce in un crescendo di aggressività, di atteggiamenti vessatori e provocatori che non sempre permettono ai ragazzi di riconoscere il limite oltre il quale sarebbe saggio non andare”. Presente poi un’imponente rappresentanza delle Fiamme Oro, tra questi l’ispettore Ivan Palumbo, coordinatore sport di combattimento Fiamme Oro, Stefano Di Puccio, tecnico settore Judo FF.OO. e Marco Papacci, tecnico settore lotta FF.OO, i quali richiameranno l’importanza dello sport nella gestione delle emozioni e delle relazioni. Un’ottica ben chiarita e testimoniata dal carabiniere Daigoro Timoncini, pluricampione italiano, nonché autore del libro “Lo sport maestro di vita” (Daigoro Timoncini e Mirko Mazzoli) che, aderendo all’iniziativa, condividerà con i ragazzi la propria esperienza di vita e il valore educativo dello sport anche nella gestione dell’aggressività e del rispetto.  Un evento fortemente voluto ed organizzato dall’avv.to Gloria Sabbatini del Foro di Roma, viceprocuratore onorario presso la procura di Civitavecchia, esperta in reati informatici, impegnata nella tutela delle fasce deboli nel penale e nel civile e dall’avv.to Massimiliano Strampelli del foro di Roma, da sempre impegnato al fianco delle vittime di violenza di ogni genere e che così evidenzia l’importanza dello sport in ambito cognitivo: “Lo sport ti insegna a vincere e a perdere e non solo, ti fa capire cos’è l’empatia. È quello che vogliamo insegnare a livello emozionale soprattutto ai bulli, i quali sono vittime di situazione che li portano ad avere comportamenti distruttivi”. Così invece Gloria Sabbatini sul perché dell’organizzazione di tale convegno: “Mio figlio nel tempo ha assistito a fenomeni di bullismo e, a seguito di essi, ha intrapreso un percorso  che lo ha portato ad iniziare la lotta nelle Fiamme Oro. Tale esperienza lo ha fortificato e gli ha insegnato l’equilibrio e il rispetto per poi infondergli tanta sicurezza. Ho voluto organizzare l’evento del 7 aprile proprio per insegnare tutto ciò a tutti i ragazzi al fine di aiutarli e non solo. L’obiettivo è quello di portare le Fiamme Oro all’interno delle scuole su tutto il territorio nazionale, a partire dalle elementari così da combattere sul nascere fenomeni come il bullismo. Lo sport può aiutare in tal senso sia il bullizzato che il bullo, anche per il loro futuro, poiché è in grado, attraverso i valori che trasmette, di prevenire l’evoluzione del bullismo in delinquenza, trasformazione a cui purtroppo spesso assistiamo”.

 

Uno scambio di opinioni e riflessioni, dunque, che in un secondo momento coinvolgeranno attivamente gli alunni del liceo scientifico attraverso una simulazione la quale vedrà la messa in scena di comportamenti, vissuti ed emozioni della vittima, del bullo e del gruppo, così da sperimentare quanto discusso anche su base empirica.

È intervenuta a tal proposito Daniela Petrozzi, dirigente scolastica del Primo Levi, la quale così ha commentato: “Il convegno in questione rientra nelle iniziative intraprese dall’istituto in termini di prevenzione del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Tali fenomeni sono presenti tra ragazzi anche in ambito scolastico, pertanto è importante riconoscerli per arginarli. L’obiettivo del nostro liceo è quello di imparare a conoscere affinché ciò che c’è di negativo e di dannoso per la società non venga commesso, pertanto sposa appieno gli obiettivi di questo convegno avendo questo anche un taglio pratico, diretto, coinvolgendo i ragazzi in maniera diretta. Lo sport è poi uno strumento atto a sviluppare i valori positivi, rafforzando fisicamente, ma anche mentalmente, creando consapevolezza nei ragazzi dando loro anche la capacità di dire no ai fenomeni negativi”.

Di Andrea Candelaresi