Conte si smentisce, riapre tutto ma ancora manca una strategia

In Zona Mista il Prof. Luca Andreassi si schiera a favore della regolarizzazione dei braccianti agricoli proposta dalla Ministra Bellanova a Conte

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Caporalato

C’è una notizia di ieri, apparentemente una buona notizia, che a me, invece, ha particolarmente indignato.A latere di un incontro con Rete Impresa, il Premier Conte, si è detto possibilista sul fatto di anticipare la riapertura dei punti vendita al dettaglio e degli esercizi commerciali.

Bene, direte voi. Male, dico io. Presidente Conte, una cosa ce la deve spiegare. Nella sua ultima apparizione televisiva ci ha spiegato, con una retorica degna del miglior populista, che riaprire tutto il 4 maggio avrebbe potuto significare un nuovo picco di contagio con una necessità di oltre 150.000 posti in terapia intensiva.

Le abbiamo ricordato che nel momento del picco stavamo a 4000 e che per arrivare a 150.000, seguendo i conti dei suoi esperti, la popolazione italiana avrebbe dovuto essere di 260 milioni.

Ma l’abbiamo seguita nei suoi ragionamenti. Consapevoli che i problemi del sistema Paese non potessero risolversi in un istante.

Al punto che, abbiamo capito che, lo scorso 4 maggio, il ritorno dei 4.4 milioni di italiani al lavoro, appartenenti peraltro alle categorie maggiormente vulnerabili al virus – uomini, settentrionali, over 50 – fosse una sorta di prova generale. Una prova per capire, senza strumenti specifici di contenimento, cosa farà il virus.

Ecco, ora ci dica, in due giorni dal 4 maggio, che cosa può essere cambiato nella sua strategia al punto da farle fare quelle affermazioni? Nulla. I tempi dell’incubazione li conosciamo. Sono intorno ai 5 giorni. Se avremo avuto fortuna lo si saprà verso il prossimo fine settimana.

Il suo comportamento ci preoccupa. Perché non riusciamo a leggere la strategia che c’è dietro. E, se c’è, assuma su di sé la responsabilità di condividerla con noi, con l’Italia.
Il momento delle responsabilità non è più procrastinabile.

Perché, nel frattempo succede che a Napoli un imprenditore si impicca nei capannoni della sua azienda, oppresso dalla crisi economica causata dal COVID19. Anche questo imprenditore, probabilmente negativo al tampone, va considerato tra i morti per COVID19.

Sono cose diverse, dirà lei. Va bene l’economia. Ma la salute prima di tutto. Ha ragione. Caspita se ha ragione. Ma ha anche la soluzione. Da tanto tempo ormai. Sono certo che lo sappia. Test, trace, treat.

Perché non testiamo? Perché non tracciamo le linee di contagio? Perché non trattiamo tempestivamente i malati.

Nelle 3T c’è la soluzione al problema della convivenza sicura col virus. Di questo abbiamo bisogno.

Qual è il motivo per cui non siamo in grado di adottare questo sistema con efficienza? Anche conoscere i problemi ostativi, consentirebbero di cementare un patto per la ripartenza. Ma sui fatti non su affermazioni retoriche.

Ah, giacché ci siamo. Sul suo tavolo c’è una proposta di regolarizzazione dei migranti.

Lei, Presidente Conte ha posto la firma su due fra i più osceni atti della Repubblica Italiana. I due decreti sicurezza che, ancora, sono legge dello Stato. Ahimè.

Con buona pace di tutta quella sinistra che si esalta quando lei, a reti unificate, nel momento più buio della Repubblica, mentre chiede unità, attacca le opposizioni.

Ecco, vede. A me ha indignato. Mi esalterei, al contrario, se combattesse la battaglia di regolarizzazione dei migranti. Mi esalterei se i decreti sicurezza venissero soppressi.

Andrà tutto bene, se faremo in modo che ci vada.