Continua emergenza lago di Bracciano

L'Agenzia di Stampa Dire fa il punto sulla crisi in cui versa il Lago di Bracciano. Opinioni a confronto su un emergenza ambientale, sociale ed economica

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Lago di Bracciano

Da Agenzia di Stampa Dire (www.dire.it) – Lago di Bracciano mai cosi’ basso da 70 anni e una primavera-estate che non promette nulla di buono. A preoccupare gli esperti di Bracciano Smart Lake dopo la crisi idrica subita dal bacino di origine vulcanica alle porte di Roma nel 2017, e’ il recupero parziale di centimetri d’acqua durante la fase autunnale-primaverile, che, nonostante i 40 giorni di crescita costante al 30 marzo 2018, fa presagire un nuovo abbassamento con l’arrivo dei mesi caldi. In base ai rilevamenti del team di ricercatori ed esperti del lago costituito grazie al giornalista scientifico Emanuele Perugini, il 3 aprile l’asta della piazza del Molo di Anguillara Sabazia segna un -154,5 cm rispetto allo zero idrometrico (fissato a 163,04 metri s.l.m, limite per lo sversamento naturale del lago nel fiume Arrone, unico emissario del bacino). Un +43,5 rispetto al record negativo mai registrato da marzo 2017 (-198 cm il 29 novembre scorso), che pero’ fa il paio con l’impossibilita’ di prevedere come incidera’ l’evaporazione nell’estate 2018, a captazioni Acea ferme. “L’autunno scorso non ci sono state piogge quindi il lago ha continuato ad abbassarsi- spiega all’agenzia di stampa Dire l’idrogeologa del comitato scientifico di Bracciano Smart Lake Sara Taviani- Ora con l’inverno sta recuperando, ma poco, quindi ci ritroveremo a fine primavera, quando iniziera’ la fase di evaporazione piu’ elevata, ad avere il solito andamento di abbassamento e il lago non potra’ recuperare tanto. Saremo su livelli decisamente piu’ bassi, di circa un metro, rispetto a quelli che erano ‘naturali'”. Una crisi senza precedenti, quella dell’antico lacus Sabatinus, di cui gia’ nei primi mesi del 2017 le istituzioni del lago (Comuni di Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano, Parco naturale regionale di Bracciano-Martignano, Consorzio di navigazione del Lago di Bracciano) avevano annunciato le prime importanti avvisaglie e che, secondo Taviani, e’ l’effetto combinato di una serie di eventi: “Da una parte, la scarsita’ di precipitazioni, quindi, la siccita’ estrema dell’anno 2017- chiarisce- dall’altra, il continuo prelevare dal lago da parte di Acea fino a fine luglio. A mio modo di vedere a portare al collasso- sottolinea- e’ stata una carenza di tipo gestionale e di attribuzioni di compiti a chi ha competenze su determinati temi”. È alla voce ‘uscite’ (evaporazione, prelievi Acea e prelievi pozzi) che va imputata l’oscillazione anomala dell’andamento del livello del lago con il crollo verticale del 2017, evidentemente non compensato dalle ‘entrate’ del bacino vulcanico (precipitazioni, ruscellamento e infiltrazione del bacino idrografico). Oscillazione che, secondo Taviani, non rientra nelle escursioni naturali del livello del lago che Acea avrebbe dovuto rispettare in base all’articolo 1 della concessione del ministero dei Lavori Pubblici del ’90, sull’utilizzo della risorsa idrica lago di Bracciano. “Dai conti che abbiamo fatto nel 2017 le captazioni di Acea rispetto al totale delle entrate sono state circa l’80% e, secondo uno studio di Ispra, il contributo dei prelievi Acea rispetto al totale delle uscite e’ del 50%- fa notare l’idrogeologa- Dal 2015 Acea ha prelevato in maniera costante 1 mc/s, che equivale a un tubo di un metro e mezzo circa di diametro completamente pieno d’acqua in uscita”. Prelievi massicci in parte persi lungo il percorso da Bracciano a Roma, a causa delle perdite degli acquedotti che, secondo le stime, si attestano attorno al 40%. È proprio su trasparenza e pubblicita’ dei dati che si battono il team di Bracciano Smart Lake e chi si e’ mosso in questi mesi in difesa dello specchio d’acqua della Tuscia: “I dati relativi al livello del lago di Bracciano sono presi da una stazione idrometrica gestita da Acea, ma non vengono resi pubblici. Dovrebbero teoricamente essere trasmessi alla Direzione tecnica regionale, forse lo sono, ma di fatto non sono reperibili ed accessibili- contesta Taviani- Non c’e’ una stazione idrometrica regionale pubblica funzionante ad oggi, anche se dovrebbe esserci per poter avere un dato autonomo da parte dell’ente pubblico che si occupa della gestione della risorsa idrica. Il problema- chiarisce- e’ che manca una banca dati unica”.
Per questo, nel 2016 e’ partito l’esperimento di Bracciano Smart Lake che, da marzo 2017, misura il livello del bacino su un’asta idrometrica posizionata dal Parco di Bracciano-Martignano, proponendo un monitoraggio partecipato e condiviso: “Il nostro obiettivo e’ rendere il piu’ possibile pubblica la discussione sul lago che ovviamente parte dai dati- sottolinea la studiosa- Vogliamo che i dati vengano resi pubblici, che siano trasparenti, quindi consultabili, come base per una cittadinanza attiva, cosciente e consapevole”.
Un’azione di monitoraggio che, per Bracciano Smart Lake, dovrebbe trasformarsi in modello di gestione, sulla base di una ricetta a tre ingredienti: partecipazione, attuazione delle norme gia’ esistenti e stop ai prelievi: “L’esperienza che sta partendo lentamente- racconta- e’ quella del contratto di lago che prevede che tutte le istituzioni che hanno a cuore il lago, sia pubbliche che private, si siedano ad un tavolo per discutere e cercare di mettere volontariamente insieme interessi e valutazioni per costruire insieme un manifesto d’intenti. Questo- conclude Taviani- potrebbe essere lo scenario per aprire una gestione diversa del lago”.

BRACCIANO. BADALONI (PARCO): IN ALCUNI PUNTI LAGO PERSI 70% HABITAT

VILLANI (COMITATO): SE RIPRENDERANNO CAPTAZIONI SARÀ BATTAGLIA, RAGGI INDECENTE

Roma, 11 apr. – Una situazione di forte stress ambientale a cui il lago di Bracciano non e’ mai stato sottoposto. A fare le spese di quella che, secondo il direttore del Parco naturale regionale del Lago di Bracciano-Martignano, Daniele Badaloni, resta una situazione di “estrema gravita’” nonostante i circa 45 cm recuperati dal bacino da inizio 2018, sono le fasce ripariali, preposte ai processi di depurazione dell’acqua.
A causa della crisi idrica del 2017, il bacino di origine vulcanica ha infatti registrato una riduzione degli habitat “del 20-30% in alcune zone, del 50-70% in altre”, mentre in alcuni punti “si sono del tutto estinti”. Dati contenuti nelle relazioni prodotte dall’ente Parco e confermati dalla relazione geologica commissionata allo studioso Alessandro Mecali dal comune di Anguillara Sabazia e da un rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). “Difficile fare previsioni- spiega all’agenzia di stampa Dire Badaloni- ma abbiamo stimato che per tornare ai livello dello zero idrometrico ci vorranno fra i quattro e i sei anni, ma e’ tutto condizionato a quantita’ e tipologia delle precipitazioni. Quando l’acqua sara’ tornata al suo livello naturale bisognera’ fare i conti con gli impatti effettivi, perche’ solo allora potremo sapere se la vegetazione sara’ in grado di riprendere vita”.
Ad essere a rischio, quindi, sono i cosiddetti “servizi ecosistemici” che si traducono, in questo caso, “in una facile potabilizzazione dell’acqua”. Altra condizione per la risalita del livello del lago e’ poi lo stop alle captazioni: “Acea ha dichiarato di aver prelevato 1.100 litri al secondo in media all’anno. Questa quantita’ incide sul livello del lago per 1,66 mm al giorno di perdita, il che significa che ogni anno scende di 60 cm solo per i prelievi- ragiona Badaloni- Quindi nel 2015 60 cm, nel 2016 60 cm, nel 2017 38 cm, perche’ per fortuna siamo riusciti a far interrompere i prelievi nel corso dell’anno: in tutto sono 158 cm rispetto ai 198 persi. L’incidenza e’ stata significativa”. Una crisi che pero’ ha radici lontane, quando nel 2015 il livello del lago era sopra di 22 cm rispetto allo zero idrometrico ed Acea ha iniziato a prelevare “volumi che mai si erano stati registrati per continuita’ e quantita’ nel tempo”.
“L’ente Parco ha condotto la verifica palmo a palmo di tutti e 33 i km del perimetro del lago e sono state riscontrate 30 tubazioni: dieci erano titolate di corretta concessione di utilizzo, venti erano abusive- chiarisce Badaloni sulla polemica degli allacci abusivi, che secondo la sindaca di Roma Virginia Raggi erano circa 200- Di queste non tutte erano attive, mentre alcune erano utilizzate per annaffiare l’orto, Si tratta certo di un comportamento del tutto deprecabile che e’ stato perseguito in Tribunale con regolari denunce. Ma l’incidenza non e’ cosi’ significativa, mentre quello che secondo noi e’ un problema da approfondire e contrastare- sottolinea il direttore- e’ l’utilizzo improprio del prelievo dai pozzi, che ricadono non solo nell’area limitrofe il lago, ma in tutto il bacino idrografico”. Un’attivita’ che, secondo Badaloni, deve essere vigilata dalla Citta’ Metropolitana.
Il problema restano, quindi, i diritti di Acea: “La nostra richiesta e’ semplice, che i prelievi non vengano ripresi, quantomeno in queste condizioni- sottolinea Badaloni- Nessuno e’ mai stato contrario all’utilizzo del lago anche come risorsa potabile, ma deve essere necessariamente un utilizzo come risorsa strategica e sostenibile”. E sulla possibilita’ che il Tribunale delle Acque si pronunci a favore del ricorso di Acea alla terza ordinanza di sospensione della Regione Lazio, il direttore del Parco e’ netto: “Non facciamo sconti a nessuno e come fronte unitario continueremo questa che non e’ una battaglia ideologica, ma a difesa di questo lago che, nonostante la crisi, mantiene inalterato il suo fascino, ma ha bisogno di essere tutelato altrimenti rischia di essere compromesso per sempre”.
Un’opinione comune a Graziarosa Villani e al Comitato Difesa Lago di Bracciano, costituito dai cittadini dei comuni rivieraschi (Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano) nell’ottobre del 2016, quando si era notato il trend negativo del livello del bacino: “Il disastro ambientale non e’ stato scongiurato, anzi, e’ certificato dal report Ispra, che ha messo in evidenza che tre habitat sono andati distrutti- dichiara all’agenzia di stampa Dire la presidente del comitato Villani- La famosa Isoetes Sabatina, specie endemica che nasce solo sul lago di Bracciano, e’ stata portata al centro del germoplasma della Tuscia proprio per essere salvaguardata. Abbiamo perso tantissimo in biodiversita’”.
I cittadini riuniti in comitato hanno reagito depositando lo scorso 20 giugno una denuncia alla Procura, per chiedere di perseguire i responsabili: “Ancora oggi stiamo aspettando che la Procura faccia azioni concrete a riguardo” lamenta Villani, che aggiunge: “Oltre alla lotta per lo stop alle captazioni abbiamo avviato una procedura per una legge di iniziativa popolare che dia seguito alle direttive europee per costruire ambiti di gestione piu’ a misura dei territori. Ci aspettiamo di arrivare ad un ambito di bacino piu’ ridotto rispetto ad Acea Ato 2”. Sull’azione politica della sindaca di Roma Villani chiude: “La Raggi e’ stata indecorosa e indecente rispetto a questa vicenda, scordandosi addirittura di essere sindaca metropolitana, quindi anche di questi territori. Spara numeri senza verificarli- prosegue- non ci risulta che sia venuta sul territorio a partecipare in prima persona ai tavoli istituzionali. Poi ha messo nero su bianco che sostiene Acea. Pensiamo che lo faccia per avere il 51% degli utili della sua societa’”.
E se le captazioni di Acea dovessero riprendere, il Comitato promette battaglia: “Scenderemo in piazza sul territorio e a Roma, perche’ non possiamo accettare che un lago vada distrutto per l’incompetenza della multiutility romana- annuncia Villani- Il nuovo assessore all’Ambiente della Regione Lazio dovra’ dare piu’ potenzialita’ alle istituzioni locali, al Parco maggiori poteri di controllo, maggiori risorse anche in termini economici a ristoro dei danni provocati al turismo. Ci aspettiamo investimenti notevoli- conclude- perche’ questo e’ un territorio tra i piu’ belli del Lazio”.

BRACCIANO. BENE COMUNE O PATRIMONIO PRIVATO? SCONTRO ISTITUZIONI SU LAGO

SILVESTRI (ANGUILLARA): CONTINUERÒ A DIFENDERLO

(DIRE) Roma, 11 apr. – 21 luglio, 28 luglio, 29 dicembre. Sono solo tre date del lungo braccio di ferro che si sta consumando sulla gestione delle acque del lago di Bracciano da quando lo scorso anno e’ esplosa una crisi idrica senza precedenti che ha portato il livello del bacino al suo minimo storico. Una sfida che va avanti a colpi di ordinanze, ricorsi e tavoli tecnici in cui a fronteggiarsi sono istituzioni del lago (comuni di Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano, Parco naturale regionale del Lago di Bracciano e Martignano, Consorzio del Lago di Bracciano) e Regione Lazio, da un lato, Acea e Comune di Roma, dall’altro, e che probabilmente si chiudera’ il prossimo 18 aprile, quando il Tribunale Superiore delle Acque si pronuncera’ sul ricorso di Acea all’ultima ordinanza. Al centro della contesa la stop alle captazioni imposto ad Acea Ato 2 (che, con i suoi 4 milioni di persone per 112 comuni del Lazio serviti, tra cui Roma, e’ l’Ato piu’ grande d’Italia, ndr) dalla Pisana con tre ordinanze successive all’allarme lanciato dai sindaci dei comuni rivieraschi, preoccupati per il costante e repentino calo del livello del bacino iniziato a novembre 2016 con -93 cm rispetto allo zero idrometrico e giunto un anno dopo al record negativo di -198 cm.
Nel mezzo due manifestazioni (25 marzo a Trevignano, 9 settembre ad Anguillara Sabazia), piu’ di quattro tavoli tecnici in Regione, un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia per chiarire le responsabilita’ sui danni subiti dal lago e diversi ricorsi di Acea. Il primo, seguito alla prima ordinanza del 21 luglio, quando Zingaretti impone alla societa’ di piazzale Ostiense lo stop alle captazioni entro il 28 luglio. L’azienda annuncia la turnazione del servizio idrico per oltre un milione e mezzo di romani. È il caos. Roma rischia di restare senza acqua e la sindaca Virginia Raggi non puo’ permettersi passi falsi in una delle estati piu’ calde di sempre all’ombra del cupolone. Il 27 luglio il Tribunale Superiore delle Acque respinge il ricorso e il 28 luglio il governatore della Regione Lazio emette una seconda ordinanza in cui si tenta il compromesso: una riduzione dei prelievi dai 1.100 ai 400 litri al secondo e il rinvio dello stop alle captazioni al 1 settembre. Raggi impugna anche la seconda ordinanza.
Questa volta il Tribunale delle Acque le da’ ragione e Acea, in base alla sentenza, puo’ continuare a captare 4 moduli (400 l/s) senza alcun termine temporale e senza vincoli rispetto alle oscillazioni naturali del lago. Mentre il bacino sabatino sta per sfiorare i -187 cm (161,17 s.l.m.), a inizio ottobre la Regione trasmette una nota di Acea in cui si conferma che la societa’ ha interrotto il prelievo dal lago di Bracciano il 13 settembre. Il 10 novembre una determinazione della Direzione Capitale Naturale, Parchi e Aree protette della Regione Lazio incarica il Parco di Bracciano e Martignano di verificare le captazioni e di monitorare lo stato di salute del lago e dei suoi habitat.
Dopo un nuovo tavolo istituzionale alla Pisana (22 novembre), il 29 dicembre arriva la terza e ultima determinazione della Direzione Risorse Idriche e Difesa del suolo in cui viene ribadito lo stop alle captazioni e l’utilizzo dei prelievi solo in casi di emergenza, debitamente autorizzati dalla Regione. Il ‘diktat’ non va giu’ ai vertici di Acea, che producono ancora una volta ricorso e, in una nota datata 30 marzo 2018, precisano che si tratta di un’azione a tutela dell’asset e della concessione, chiarendo l’ottica in cui si muove il colosso del settore idrico: i diritti sul lago di Bracciano sono questione finanziaria e patrimoniale, prima che ambientale.
“La soluzione raggiunta con l’ordinanza del 29 dicembre e’ frutto degli ultimi tavoli tecnici in Regione, dove erano presenti anche Roma capitale e Acea. Una linea decisa insieme, sconfessata pero’ dal ricorso- spiega all’agenzia di stampa Dire la presidente del Consiglio Comunale di Anguillara Sabazia con deleghe ambientali Silvia Silvestri- Acea rivendica la concessione- aggiunge- ma questa riporta i diritti ad un ente pubblico, cosa che Acea non e’ piu’, essendo diventata societa’ per azioni. Inoltre, sulla concessione c’e’ scritto che il lago di Bracciano deve essere utilizzato in situazioni di emergenza, mentre da qualche tempo e’ diventata una risorsa del sistema idrico integrato che serve Roma ed altri 71 comuni”. Parla di “ricorso inadeguato”, Silvestri, un’azione legale gli enti locali stanno seguendo attraverso gli avvocati, con un “dispendio di risorse economiche del comune e di tutte le istituzioni del lago”.
Una vicenda portata all’attenzione anche della conferenza dei sindaci della Citta’ Metropolitana dei comuni Ato 2: “Nei verbali di queste riunioni e’ scritto che il lago non sarebbe piu’ stato utilizzato come fonte di approvvigionamento del sistema idrico integrato, non so perche’ e’ stato fatto un passo indietro- commenta Silvestri- Loro dicono di dover tutelare i cittadini romani e il turismo della Capitale nell’eventualita’ di una nuova carenza idrica, ma dall’altra parte i territori lacustri hanno avuto un danno economico del 70% su tutte le attivita’ commerciali”.
E nonostante la convivenza con Raggi in casa 5 Stelle, la presidente del Consiglio di Anguillara promette: “Qualora il Tribunale dara’ ragione ad Acea sul ricorso, le battaglie a difesa del territorio saranno pesanti non solo da parte delle amministrazioni, ma anche dei cittadini. Io sono entrata nel Movimento 5 Stelle portando avanti la tutela del territorio e del lago e continuero’ a farlo- racconta- Lo dobbiamo ai cittadini e a noi stessi, perche’ le prime due stelle del movimento sono acqua pubblica e ambiente e io- conclude Silvestri- non lo dimentico”.

BRACCIANO. L’INDOTTO DEL LAGO TRA CRISI E VOGLIA DI RINASCITA

(DIRE) Roma, 11 apr. – Decine di pedalo’ spiaggiati sulla sabbia nera, scheletri di pontili a vista, alghe morte, sassi e secche che emergono dall’acqua. Il lago di Bracciano fatica a ritrovare il suo equilibrio a distanza di pochi mesi dalla peggiore crisi idrica mai subita dallo specchio d’acqua che sorge a 30 km da Roma, su un’area protetta di 16.682 ettari popolata da circa 10mila uccelli acquatici e sede di due Sic (Siti di importanza comunitaria).
È aprile, la stagione dei ponti e delle gite fuori porta si e’ appena riaperta, tra la conta dei danni economici della peggior estate di sempre (2017) e le preoccupazioni per l’immediato futuro. Sono loro, gestori di camping e lidi, proprietari di bed& breakfast, ristoranti, attivita’ economiche che vivono di turismo, i grandi dimenticati della battaglia che si consuma tra Pisana e istituzioni del lago da un lato, Acea Ato 2 e Campidoglio dall’altro, a colpi di determine e ricorsi sulla gestione delle risorse idriche da parte di Acea. Sullo sfondo, una sovraesposizione mediatica che ha danneggiato l’immagine di questo piccolo paradiso alle porte della capitale, con foto e video catastrofici che hanno fatto il giro dei social e dei tg di tutto il mondo.
“La scorsa estate ho ricevuto e-mail e telefonate dai miei clienti olandesi, preoccupatissimi per lo stato del lago- racconta Rosanna Di Marco, proprietaria dal 1990 del Camping Azzurro sulle rive di Bracciano- In molti hanno disdetto le prenotazioni e abbiamo avuto un calo di affluenza del 20-25%, con equivalente danno economico”. Con una retrocessione di oltre 20 metri del bacino del lago sulla spiaggia del camping sono emersi massi e pietre, impossibili da spostare a causa delle normative del Parco in cui il lago ricade, oltre ai pali del pontile, prima totalmente immersi in acqua. Un danno che, secondo Di Marco, e’ stato soprattutto “d’immagine”, come sostengono anche Michelle Marcolini e Enrico Vittorini, proprietari di due lidi che si sono uniti nell’associazione Pro Lago Tourism insieme ad una ventina di esercenti di Anguillara Sabazia.
Una rete nata dopo l’estate per creare una sinergia tra le varie attivita’, mettere in campo le esperienze dei soci e far fronte alle problematiche emerse dopo la crisi. “Abbiamo avuto un calo di affluenza di circa il 70%, sia da parte di turisti stranieri che di romani, importanti soprattutto nelle giornate domenicali- spiega all’agenzia di stampa Dire la presidente dell’associazione Marcolini- Le spiagge in questa stagione sono migliorate, lo scorso anno a maggio erano molto piu’ estese”. La speranza che la prossima estate andra’ meglio fa essere ottimisti, anche se per alcuni le perdite economiche sono state disastrose e servira’ piu’ di una buona stagione per riprendersi: “Il Tiripiti’ beach nel 2017 ha subito una perdita economica del 70%, soprattutto sull’afflusso domenicale e sui turisti stranieri, in particolare nordeuropei, che sono venuti a sapere delle problematiche di questo territorio- spiega alla Dire Vittorini- È stata fatta una timida richiesta di risarcimento danni alla Regione Lazio tramite onorevoli locali, ma ad oggi non abbiamo avuto risposta. Non eravamo pronti ad affrontare questo problema- puntualizza- non abbiamo mai pubblicizzato questo territorio perche’ pensavamo che non ce ne fosse bisogno”.
E invece la crisi idrica ha obbligato a ripensarsi, reinvestire e fare rete, come nel caso del Consorzio Lago di Bracciano: “Ci stiamo organizzando, speriamo di riuscire ad inaugurare la stagione della motonave Sabazia II i primi di maggio, utilizzando alcuni accorgimenti sui pontili- spiega alla Dire Renato Cozzella, presidente del Consorzio che gestisce l’unica motonave attiva sul bacino- Il danno dell’abbassamento del livello del lago di Bracciano dal punto di vista economico per le strutture ricettizie e’ stato abbastanza rilevante, per il Consorzio nello specifico e’ stato quasi devastante con un danno emergente, ossia un mancato guadagno, pari a circa un -70% rispetto alle stagioni precedenti e alla media annuale”.
Lo scorso anno, aggiunge Cozzella, “purtroppo siamo stati costretti a fermarci il 2 agosto perche’ non avevamo piu’ possibilita’ non tanto di navigazione, quanto di utilizzo di moli e attracchi per caricare i turisti”. Otto mesi di servizio sospeso, la Sabbazia spiaggiata per motivi di sicurezza e il pontile storico degli Anni 40 all’ex molo degli inglesi chiuso a causa dei piloni scoperti mangiati dall’erosione dell’acqua durante le giornate di tramontana. È questa la situazione appena fuori la sede del Consorzio al lungolago Argenti, dove si avvistano cormorani e svassi tra i pali in secca. “I turisti continuano a transitare nei paesi limitrofi, il problema e’ che non possono piu’ fare il giro del lago sul traghetto- continua Cozzella- Il Consorzio lavora parecchio con gruppi organizzati come scuole e associazioni. Il fatto che parecchie scolaresche non possano venire a fare il giro in barca impedisce allo stesso istituto di organizzare qui la gita perche’ viene a mancare uno degli elementi essenziali. Nella prossima stagione pero’- chiarisce fiducioso- cercheremo di far decollare il turismo con le attivita’ che verranno poste in essere”.
E saranno proprio le attivita’ del territorio le protagoniste della ripartenza del turismo nella prossima stagione estiva sulle rive di Bracciano: “Il modo migliore per reagire alla crisi e’ promuovere eventi piu’ rilevanti- spiega alla Dire il direttore sportivo della scuola di vela Planet Sail Marco Midolo- Noi siamo orgogliosi di ospitare dal 19 al 26 agosto prossimi il campionato mondiale juniores classe 470, una deriva a vela che va anche alle olimpiadi e per la prima volta sara’ qui sulle acque del lago di Bracciano, vicino Roma. Un evento con una portata mediatica molto ampia che portera’ un entourage di 500-600 persone di 30 nazionalita’- conclude Midolo- Credo che non possa esistere una risposta migliore per rilanciare il territorio e il lago”.