Coronavirus, facciamo chiarezza sulle misure di emergenza

Mauro De Rossi, Disaster Manager e Direttore Operazioni di Soccorso della Protezione Civile ci parla delle misure di prevenzione per il Coronavirus

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Mauro De Rossi

Il Coronavirus ha generato un diffuso stato di ansia negli italiani. Proviamo a fare chiarezza dando la parola a un esperto: Mauro De Rossi, Disaster Manager e Direttore Operazioni di Soccorso della Protezione Civile 

Quale il suo ruolo all’interno della Protezione Civile?

“Mi occupo di Protezione Civile da circa 30 anni, inizialmente come Volontario e successivamente approfondendo gli studi da Di.Ma. (Disaster Manager) e DOS (Direttore Operazioni di Soccorso)”;

Cos’è un Di.Ma?

“Il termine Di.Ma. sta per Disaster Manager titolo che si acquisisce dopo il conseguimento di un Master presso il Dipartimento di Protezione Civile. La formazione si articola su tutte le tematiche inerenti il servizio di Protezione Civile dalla normativa passando per l’analisi dei rischi sul territorio fino ad arrivare alla gestione più operativa, come la gestione di un campo di accoglienza e di una tendopoli. I Di.Ma. sono anche abilitati e formati per redigere i piani di Protezione Civile Comunali e Intercomunali, strumento fondamentale per la gestione di qualunque tipologia di emergenza e calamità”;

Ci può spiegare brevemente cos’è la Protezione Civile che ormai sentiamo quotidianamente?

“Col termine Protezione Civile si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Il servizio si occupa quindi delle problematiche legate alla previsione e prevenzione dei rischi che insistono sul territorio e a far fronte alle eventuali emergenze per limitare le conseguenze negative che qualsiasi disastro naturale, o causato dall’uomo, può avere sulla comunità. Trattandosi di un “sistema”, è evidente che la Protezione Civile italiana si serve, sia in tempo di pace che in emergenza, di tutte le forze già esistenti, nonché di un grosso numero di volontari;

Perché tante polemiche sulla gestione dell’emergenza Coronavirus? Non si è fatta una buona prevenzione?

“Il sistema di Protezione Civile si regge su quattro pilastri: la previsione, la prevenzione, il soccorso e il superamento dell’emergenza (Figura 1).

Figura 1
Figura 1

“Per dire se l’attività di prevenzione è stata sufficiente bisognerebbe avere un Piano di protezione Civile Nazionale che tenga in considerazione del virus che sappiamo essere inizialmente sconosciuto, ma proviamo a spiegare come si valuta il rischio:

Rischio = (Probabilità che accada l’evento) x (Gravità del danno se accade)

È evidente che la probabilità di dover gestire virus sconosciuti su tutto il nostro territorio è bassissima, pertanto abbiamo un fattore Rischio molto basso. Questo non vuol dire che non si deve far nulla, ma non vuol dire che ci si debba dotare di centinaia di ambulanze idonee per il trasporto di contaminati, di ospedali con decine di sale di isolamento, dotazioni di infinite di DPI (dispositivi di protezione individuale), fermi per 365 giorni all’anno con costi insostenibili per l’amministrazione”;

Quali sono le misure di sicurezza e prevenzione approntate anche sul nostro territorio?

“Misure di contenimento dell’epidemia Coronavirus COVID19, questa è la sola risposta in prevenzione”;

Perché dovremmo fermare tutto se è solo un’influenza?

“Partiamo dalla certezza: Covid19 non è una banale influenza. Sicuramente non vedremo mai cataste di cadaveri e morti per strada (grazie anche alla nostra Sanità che non sta assolutamente sottovalutando il problema), ma è una patologia seria altamente infettiva che manda circa il 10% dei colpiti in strutture di cura complessa (o in terapia intensiva), inoltre ha una affinità con gli operatori sanitari coinvolgendoli direttamente. Quindi essendo una patologia che tende a ingolfare gli ospedali rendendoli incapaci di fare quello per cui sono progettati, ovvero curare tutte le patologie, bisogna attuare delle misure di contenimento. Si ritiene che le infezioni da virus dell’influenza si diffondano principalmente attraverso uno stretto contatto nella comunità. Le misure di allontanamento sociale sono componenti essenziali della risposta della salute pubblica alle pandemie influenzali. L’obiettivo di queste misure di mitigazione è ridurre la trasmissione, ritardando così il picco dell’epidemia, riducendo le dimensioni del picco dell’epidemia e spalmando i casi su un periodo più lungo per alleviare la pressione sul sistema sanitario. Isolare i malati, tracciare i contatti, mettere in quarantena le persone esposte, chiusure scolastiche, chiusure dei posti di lavoro ed evitare l’affollamento. Quindi in sostanza chiudere le scuole, fermare i posti di lavoro, evitare gli assembramenti,
interrompere cinema, teatri, sport, riunioni serve a ridurre l’ondata dei casi in contemporanea in modo che il sistema sanitario possa rispondere un po’ alla volta alle richieste di assistenza senza entrare in crisi. La curva delle patologie infettive ha una ripida ascesa (grandi numeri di casi), un apice repentino  ed una discesa ripida, questo significa ingolfamento e crisi immediata dei presidi sanitari. Se abbassiamo la curva di ascesa aumentiamo il tempo di risposta e si può evitare l’over load del sistema”;

Abbiamo visto allestire una struttura ospedaliera mobile di emergenza accanto allo Spallanzani e in altri ospedali: a cosa serve?

“Attivati dal Dipartimento della Protezione Civile, tramite il Coordinamento Regionale, i Volontari stanno pian piano istallando strutture esterne agli ospedali per ampliare il numero di accoglienza delle strutture ricettive. Nello specifico allo Spallanzani è stata installata una modernissima struttura Pass (Posto assistenza socio sanitaria) che sarà utilizzata anche come area di pre-triage per analizzare eventuali contagiati dal virus”;

Dalle tv emerge chiara una netta differenza tra le misure di sicurezza prese dall’Italia e quelle adottate dal resto dei Paesi europei e non solo: ci può dire il perché?

“Esiste un sottile filo che lega principio di precauzione e sottovalutazione del pericolo. La verità è che nessuno conosce nel dettaglio come andrà a finire, ma lo sforzo di tutti i cittadini può sicuramente fare la differenza. Il principio di precauzione, se applicato bene, non sarà mai apprezzato abbastanza, se il problema poi non si verifica. Mentre una sottovalutazione del pericolo, in presenza di un’emergenza fuori controllo, farebbe scoppiare la rivoluzione”;

Quanto è importante una comunicazione istituzionale chiara e coerente in momenti come questo per orientare al meglio i comportamenti dei cittadini e non scatenare il panico?

“I recenti eventi mondiali legati alla diffusione del virus Covid-19, più noto come Coronavirus, hanno portato in evidenza l’importanza di saper leggere le informazioni che circolano sul web e di saper usare con consapevolezza i propri canali social per non amplificare fake news ma diffondere quelle corrette. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta collaborando con i social, e i media in generale, per contrastare la diffusione di notizie false o contrastanti ma allo stesso tempo per garantire che le informazioni corrette e ufficiali siano più facilmente identificabili e visibili prima delle altre. Prestare estrema attenzione a ciò che scriviamo, approviamo e, soprattutto, condividiamo è una responsabilità di tutti. In momenti come questo è particolarmente importante. Ricordiamo infine che la Protezione Civile sei anche tu che stai leggendo l’articolo”.

Di Andrea Titti