“Quasi sei anni fa veniva emanato dall’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa il decreto 345/2018 che prescriveva misure per riportare l’inquinamento acustico prodotto dagli aerei dell’aeroporto di Ciampino nei limiti di legge.
Il decreto ha avuto la sua prima applicazione solo tre anni fa, a causa delle azioni legali (tutte perse) messe in piedi dalle compagnie aeree operanti a Ciampino.
Nell’ottobre 2021 i voli sono stati ridotti di almeno un terzo, con qualche sforamento nei numeri dei voli di Aviazione Generale.
Ma le orecchie dei cittadini e i dati pubblicati tutti i mesi da ARPA LAZIO mostrano che il livello di rumore complessivo è ancora troppo alto. Il decreto prevede che i livelli di rumore vengano testati dal gestore dell’aeroporto (Aeroporti di Roma) e che (se ulteriormente fuori dei limiti) vengano imposte ulteriori riduzioni fino a riportare il rumore ai livelli che la legge definisce compatibili con la vita e la salute dei cittadini colpiti. Non abbiamo notizia di queste misurazioni e ancor meno di ulteriori riduzioni dei voli. Anzi Ryanair continua provocatoriamente a chiedere un aumento dei voli a Ciampino con la scusa del Giubileo 2025.
Il nostro Comitato CRIAAC ha quindi scritto una PEC alla Regione Lazio, al Ministero dell’Ambiente, ad ARPA Lazio, ai sindaci di Roma, Ciampino e Marino per chiedere un incontro urgente ai sensi dell’art. 4 del decreto Costa che renda pubblici i risultati dei controlli effettuati e lo stato di attuazione del decreto stesso.
Chiediamo inoltre a tutti i Sindaci coinvolti di appoggiare e fare loro la richiesta di un confronto con la Regione Lazio e tutti gli Enti coinvolti sul tema valutazione dei risultati post Decreto Costa del 2018 e sulla necessità di mantenere alti livelli di efficienza e professionalità nella struttura Arpa Lazio dedicata al monitoraggio dei dati aeroportuali”. Lo rende noto il Comitato CRIAAC