Se pensavamo che l’emancipazione femminile si fosse esaurita negli anni ’70 ci sbagliavamo di grosso; quello non era altro che un timido inizio. Io lavoro come Life-Coach dal 2005 e posso dire che uno dei temi che da 10 anni a questa parte mi viene più richiesto dai miei clienti, donne e uomini, riguarda proprio il femminile: da una parte un fiume di donne che, pur avendo mille porte aperte nella società rispetto al passato, continuano a essere schiave di se stesse, di schemi culturali che interiormente sono duri a morire; dall’altra parte, un numero sempre crescente di uomini che non ne può più di dare il massimo, di portare il mondo sulle spalle e di essere sempre produttivo, responsabile e razionale. In sostanza, per tutti un vero e proprio richiamo del femminile, un’attrazione smodata e ormai innegabile verso la creatività, il mistero, la sensibilità, l’empatia, l’ascolto, la condivisione, il contatto con la terra, e tutte quelle modalità ed esperienze, in sintesi, ascrivibili all’emisfero destro del cervello, alla parte femminile di ognuno di noi.
Ciò si riflette anche sulla società, premendo e stressando affinché anche nel corpo collettivo si verifichi una trasformazione, il semplice e naturale proseguimento di un cambiamento e di uno sviluppo fondamentalmente eterni, inarrestabili, continui: un’abitudine alla violenza che, toccando le sue punte più estreme, sta lentamente giungendo al culmine, divenendo grottesca, insopportabile, surreale ed essenzialmente disfunzionale; un sistema produttivo che, è innegabile, non va più, ha esaurito la sua carica, non ha più niente da dire, né da dare; un’organizzazione sociale che oramai sta stretta a tutti, perché non è più benefica, non corrisponde più alla coscienza e alle necessità delle persone, ha finito il suo corso. E, contemporaneamente, tecniche interiori, relazionali e spirituali che prendono sempre più piede perché, al contrario, rispondono perfettamente ai bisogni della gente e delle comunità; nuove forme di economia e di organizzazione sociale che vengono provate, sperimentate e, in alcune circostanze, consolidate; molta più attenzione e cura verso i valori, l’ambiente, l’educazione, l’umanità e l’etica, a dimostrazione del fatto che un’era è ormai finita, e che chiunque si ostini a rimanere attaccato al vecchio secolo è destinato alla lotta, alla fatica, all’insuccesso, alla sofferenza e, in ultimo, ad appassire definitivamente.
Nuove frontiere ci attendono, nuovi viaggi, orizzonti diversi, popoli diversi, e un modo di essere, di pensare e di fare trasformato, rinnovato, che assieme alla tecnologia muta radicalmente, pur rimanendo sempre, essenzialmente, pura ciclicità della natura, per gli individui, le culture e le società.
Siamo abbastanza vitali per tenerci al passo con questo? O dobbiamo diventarlo?
Ilaria Cusano
Sociologa, Life-Coach e Formatrice