Da Tora Bora
Si lo riconosco, sono emozionato. Scrivo dalla mia tenda afgana con gli occhi pieni di lacrime. Non è il Milan che ne prende 4 a Barcellona e 2 da Leo Messi (che bello…), ma perché il collegio cardinalizio (e diciamo lo Spirito Santo vah) mi ha regalato un’emozione grandissima. Non me l’aspettavo, speravo che fosse lui il Vescovo di Roma del dopo Wojtyla otto anni fa. Nel 2005 lo davo favorito e speravo che venisse eletto, ma Ratzinger con quella meravigliosa omelia in onore di Giovanni Paolo II aveva conquistato tutti e da favorito era diventato Papa. Nel mio articolo di ieri mattina l’avevo aggiunto così per citarlo, non speravo nella sua elezione ne osavo farlo. Ho sbagliato il profilo e i tempi del Conclave, ma sono felicissimo di averlo fatto: è una scelta rivoluzionaria il primo non europeo, sudamericano per la precisione e il primo Francesco della Storia del papato. Fare congetture sulle votazioni in Sistina sono come le canne al vento, certo appare chiaro che le prime votazioni, l’unica di ieri e quella della mattinata, siano state bloccate con nessun favorito capace di superare ed aumentare i consensi. Decisiva, probabilmente, la pausa per il pranzo, anche se il prolungarsi dell’attesa per la fumata serale lasciava pensare che oltre alla quarta votazione andata a vuoto, avrebbe avuto lo stesso esito la quinta, per andare a domani, che era per molti il giorno decisivo. Facile che invece il voto di metà pomeriggio abbia segnato una svolta nel corso del Conclave e il Giudizio Universale di Michelangelo abbia osservato la fine del consesso dei porporati. Bergoglio è come lo si è visto affacciarsi alla Loggia della Basilica di San Pietro, semplice come quel meraviglioso Buonasera con cui ha salutato i fedeli in Piazza che lo hanno atteso un ora abbondante dalla fumata bianca delle 19:06. Un augurio di buon pontificato a Francesco I e permettetemi per una serata in pubblico e per sempre nel mio cuore e nella mia tenda afgana il mio Francesco.