Doppia esposizione ai musei di Villa Torlonia

Il collezionismo privato romano e le installazioni naturali dell’artista capitolina. Bianca Attolico, la “Signora dell’arte” e Veronica Montanino, la “Signora dei rami”

0
668
doppia_esposizione_musei_villa_tolonia
Doppia esposizione ai musei di Villa Tolonia

Doppia esposizione ai musei di villa Tolonia: il collezionismo privato romano e le installazioni naturali dell’artista capitolina

Bianca Attolico, la “Signora dell’arte” e Veronica Montanino, la “Signora dei rami”

 

Morta a Roma, a 89 anni, Bianca Attolico dedicò la vita all’arte, esplorando le ricerche dagli anni ’60 al contemporaneo. Grande collezionista, nota anche per il sostegno ai giovani artisti (“Li ho sempre scelto perché da loro ho le sorprese che mi incantano…”), aveva ereditato la passione per l’arte e il collezionismo dal papà, il medico Tommaso Lucherini (“Ho sempre vissuto accompagnata dalla mia collezione, fin dai primi quadri che ho scelto con mio padre…”) che, già nella seconda metà degli anni Quaranta, aveva iniziato a collezionare opere di Pirandello, Mafai, Carrà, Morandi, Campigli, Guttuso, De Chirico, Casorati e di altri grandi maestri della metà del ‘900. Negli anni ’60, lei intuì il cambiamento e iniziò a seguire il lavoro di artisti all’avanguardia come Kounellis, Schifano, Fontana, Boetti, Ontani, con cui era solita intrattenersi anche in lunghi confronti. Dal 2000, iniziò a dedicarsi anche alla fotografia. “Forse cerco ancora il quadro della mia vita…”, raccontava.
Al Casino dei Principi di villa Torlonia (fino al 17 gennaio 2021), le opere esposte per “La signora dell’arte. Opere dalla collezione di Bianca Attolico da Mafai a Vezzoli” rendono visibile al grande pubblico una delle collezioni più peculiari e curiose di Roma (e d’Italia); una delle più uniche, perché frutto di scelte passionali.
Animatrice di cenacoli e fiere, l’arte entrò nella sua vita in modo naturale, e lei l’ha trasmessa ai discendenti. Il suo era un approccio filantropico antico, perciò questa collezione non evidenzia uno status sociale ma racconta una storia personale: 58 pezzi, divisi in sezioni per ordine cronologico e ordinati per riproporre l’atmosfera dell’appartamento ai Parioli: “Tutto quello che si trova nelle mie stanze ha un significato…Le opere d’arte mi fanno compagnia”.
Il percorso si apre, al piano terra, con i maestri della prima metà del Ventesimo Secolo accostate ai dipinti di alcuni protagonisti della Scuola Romana (Pirandello, Mafai, Ziveri, Ferrazzi). A seguire, la sala dedicata agli artisti degli anni Cinquanta e Sessanta e gli anni Settanta e l’Arte Povera. Al secondo piano, gli anni Ottanta; quindi, gli artisti della Scuola di San Lorenzo e il contemporaneo. Questo, corredato da fotografie e un video con le testimonianze degli amici più cari.
La mostra è promossa dalla Fondazione Quadriennale (la Attolico ha donato la sua biblioteca d’arte all’archivio della Quadriennale) con la Sovrintendenza Capitolina.
Intanto, fino al 10 gennaio 2021, sempre presso il complesso museale di Villa Torlonia, si potrà ammirare la mostra “Rami” della romana Veronica Montanino con diverse opere realizzate site-specific. Il Casino Nobile conduce lo spettatore attraverso le “metamorfosi” di una “nuova” natura, di personale invenzione, trasformata per mezzo dei materiali più disparati. Un tema che ben si sposa con gli affreschi mitologici della Villa (estratti dalle storie di Apuleio), oltre che essere il “principio ordinatore” della miscellanea con cui la Montanino, grazie al camouflage, dà luogo a un’inedita “Ecologia dell’immagine”.
La decorazione stessa diviene contaminazione e intreccio, consentendo una visione simultanea di tutto l’insieme, brulicante di segni, quasi fosse un organismo vivo, continuamente in fieri. Non a caso, condividendo i presupposti del Parco di villa Torlonia (ovvero, commistione di natura e artificio), la ricerca dell’artista fluttua e investiga, attraverso l’arte (che è di per sé in-costante moto tra realtà e finzione), il tema più centrale e attuale dell’Ecologia. Ma i suoi “Rami” – stilosi – diventano anche oggetti da wunderkammer attraverso cui rivedere il nostro approccio col mondo.
A cura di Maria Grazia Tolomeo, l’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dallo Studio d’Arte Campaiola.

Info: www.museivillatorlonia.it; www.museiincomuneroma.it