“Anche l’economia è in terapia intensiva, e con l’ultimo DPCM ci stanno staccando la spina”. Sale da Albano, in una Piazza Pia occupata da centinaia di lavoratori rappresentanti delle categorie più colpite dagli ultimi provvedimenti del Governo, il grido di dolore di chi vede vanificarsi anni di lavoro, spesso a conduzione familiare, che spesso ha rappresentato una delle tradizioni più radicate del sistema produttivo dei Castelli Romani.
Una manifestazione, quella di ieri, promossa da un gruppo di esercenti di Albano e dei Comuni limitrofi, effettuata nel pieno rispetto delle distanze di sicurezza, che si ripromette di dare continuità ad una protesta forte, che intende arrivare fino a Palazzo Chigi, vero bersaglio dei manifestanti.
“A parte i monopattini ed i banchi a rotelle: cosa ha fatto il Governo in questi mesi per evitare ciò che oggi noi stiamo pagando?” domanda retoricamente dal palco Charlie Focolari, tra i principali animatori della mobilitazione e giovane ristoratore di Albano.
Le accuse sono direttamente rivolte al Premier Conte, anche dalle associazioni delle storiche fraschette di Ariccia: “Avevamo due emergenze: una sanitaria ed una economica. A quella economica ci abbiamo pensato noi, lavorando in estate con le mascherine a 42gradi, emettendo scontrini e pagando le tasse. A quella sanitaria non ci ha pensato nessuno”.
Alla manifestazione non hanno mancato i rappresentanti del mondo dello spettacolo, i numerosi lavoratori dei teatri e del mondo della cultura, gestori di palestre e società sportive castellane. Tutti coloro che, dopo aver investito risorse economiche, spesso senza aver ricevuto alcun sostegno statale, per attenersi scrupolosamente ai protocolli, si vedono vanificare ogni sforzo, in quello che appare come un futuro fatto di chiusure di imprese e disoccupazione.