Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato, oggi, per noi e per voi di “Meta Magazine” l’Artista Elisabeta Cara.
Elisabeta è in Italia da ormai venti anni, sposata con un siciliano, vive a Bergamo con lui ed i loro due figli. Lei è un pozzo di idee che non conosce fondo. Come una moderna Mary Poppins, dal suo cesto di gomitoli colorati tira fuori veri capolavori. Ogni sua creazione arriva al cuore, parla di amore e dedizione. Crea vere e proprie opere d’arte. Alcune parole la possono definire bene: geniale e poetica, brillante e ingegnosa, una vera Artista. Sono davvero felice di potervi presentare la “fatina” degli amigurumi: la sua storia vi emozionerà.
INTERVISTA
ILARIA – Benvenuta Elisabeta su “Meta Magazine”. Ti ho conosciuta su Facebook, ma tra noi si è instaurata fin da subito una bella empatia. Sono felicissima di averti finalmente mia ospite per questa nostra chiacchierata pubblica. Direi di iniziare subito con la primissima domanda. Puoi raccontare ai nostri lettori i tuoi esordi legati a quest’arte innovativa?
ELISABETA – Sono sempre stata una persona curiosa e l’uncinetto è stata una di quelle attività che mi ha sempre affascinato fin da bambina quando osservavo i movimenti precisi e veloci delle mani di mia madre. Di nascosto “rubavo” con gli occhi la tecnica dalle sue mani sapienti. Incantata non mi spiegavo come potessero venir fuori quei manufatti così precisi e belli da un semplice uncinetto. Volevo provarci anch’io. Provengo dalla povertà e non vi erano giocattoli. Non ho avuto un infanzia felice. Gli amigurumi sono le bambole che volevo e che non potevo possedere. Dopo aver acquisito la manualità, mi divertiva fare centrini e merletti, successivamente ho continuato a realizzare magliette colorate da sfoggiare l’estate. Mia madre ormai aveva capito che per me l’uncinetto, così come il disegno e tante altre attività manuali, erano linguaggi non verbali con i quali mi piaceva esprimermi. Allora mi consigliava quando mi vedeva dubbiosa e mi guardava compiaciuta quando ero soddisfatta del risultato raggiunto. C’era come un filo diretto tra le idee creative che elaboravo nella mente e la manualità con la quale cercavo di realizzarle. Avendo dalla mia il benestare dei genitori che mi sostenevano tacitamente nelle mie “espressioni creative”. Presi così l’abitudine di guardare con i loro occhi ciò che realizzavo! Ossia nei loro sguardi, leggevo via, via, la riuscita di una creazione, ne intuivo quando dovevo migliorare. Il loro compiacimento era ogni volta per me un vero e proprio regalo. I miei parenti, senza proferire mai parole di lode, sono stati i miei più grandi ammiratori!
ILARIA – Vuoi aggiungere altro? Raccontaci…
ELISABETA – La mia passione per gli amigurumi e per l’uncinetto è nata spontaneamente e quasi per caso. Ritrovandomi in mano un uncinetto ho voluto sapere di più su questo “strano utensile” e documentandomi un po’ con mia nonna, e con mia madre e un po’ tramite internet ecco: i miei lavori all’uncinetto. Mi piace pensare che la creatività era (ed è rimasta) una forma di terapia psico-fisica, che mi rilassa. Ho sempre lasciato che la mia fervida immaginazione creativa, in ogni tempo, galoppasse leggera, passando dal fil di lana, al fil di ferro, dal foglio piegato con la tecnica degli origami, al cartone da modellare per finire con lo scrivere lettere e poesie su pezzi di carta anche senza destinatario… La materia, qualsiasi essa fosse, assumeva la forma delle mie idee e della mia fantasia. Grazie a Dio mi hanno lasciata sempre libera di esprimermi, regalandomi l’occasione di crescere. Un continuo Grazie per come mi hanno cresciuta, per il loro Amore gratuito, per l’educazione e l’esempio che mi hanno dato perchè diventassi una persona riconoscente per ogni dono che la vita da. mi ritrovo a continuare a “guardare” con gli occhi dei miei genitori ciò che realizzo, a “sentire” i loro consigli. A “percepire” il loro Amore senza tempo che continua ad alimentare la mia vita.
ILARIA – Ci spieghi meglio la tecnica amigurumi?
ELISABETA – Gli amigurumi sono dei peluche all’uncinetto tipici della tradizione giapponese. La tecnica amigurumi si basa sulla lavorazione in tondo e sull’uso di aumenti e diminuzione di maglie basse. Il tutto sta nel modulare bene i punti ed avere chiaro in mente il risultato da ottenere già mentre si lavora.
ILARIA – Come ti è venuta l’idea di “ritrarre” personaggi reali ,partendo da una loro fotografia e farne un amigurumi?
ELISABETA – L’idea di “amigurumi ritratto” è nata dal tentativo di riuscire a rappresentare un po’ tutto in versione amigurumi e così mi sono cimentata in ritratti, prima di personaggi famosi italiani e stranieri come Mara Venier, Chiara Ferragni, la Regina Elisabetta, Michael Jackson, Frida Kahlo, Marilyn Monroe, Amy Winehouse, poi persone comuni attraverso le loro fotografie come ad esempio una coppia di sposi italiani.
ILARIA – Non sei solita seguire schemi, i tuoi lavori sono sempre originalissimi e particolari: tra le tue mani è come se il filo prendesse vita e si desse forma da solo. Cosa guida le tue mani?
ELISABETA – Se devo realizzare un personaggio che ho in testa o devo riprodurlo da una foto, mi è più consono realizzarlo a mano libera. Mi chiedo: Che sia una reminiscenza di quando “rubavo” con gli occhi ciò che vedevo fare alla mia mamma? Non lo so, quello che so è che mi piace molto di più e mi è più congeniale dare forma ad una idea che vorrei realizzare. Considero l’uncinetto e il filato come una sorta di argilla da modellare…
ILARIA – Realizzi anche altri lavori all’uncinetto?
ELISABETA – Ovviamente. Non mi “limito” agli amigurumi, sebbene siano la mia passione, realizzo tante cose all’uncinetto, dalla classica coperta a quadratoni della nonna a set da tavola completi, giacche, coperte, maglioni, sciarpe con guanti e cappelli in coordinato… e non solo!
ILARIA – L’uncinetto , ma anche la maglia , sono tecniche creative che hanno subito , negli ultimi anni, un forte svecchiamento ottenendo di nuovo le luci della ribalta: secondo te perché tanto successo soprattutto tra le giovanissime?
ELISABETA – Penso che al momento ci sia una voglia diffusa, soprattutto tra i giovani, di ritrovare le tradizioni e le proprie radici ecco perché, a mio parere, sempre più giovani si cimentano, reinventadole, in tecniche “antiche” o fuori moda.
ILARIA – Da 1 a 10 quanto è divertente per te circondarti di tanti personaggi colorati ? Non ti dispiace separartene?
ELISABETA – Il divertimento è la componente fondamentale per “plasmare” gli amigurumi e senza divertirmi non potrei sicuramente farli. Mi viene infatti difficile separarmi dai miei pupazzetti, perché mi affeziono moltissimo a loro mentre nascono e crescono dalle mani. Ecco perché ne faccio sempre almeno due di ogni tipo. Uno per me ed uno per il committente.
ILARIA – Ti sei mai fatta un autoritratto amigurumi? Lo farai?
ELISABETA – Non ho mai fatto l’amigurumi ritratto di me stessa ma conto di farlo.
ILARIA – Quanti amigurumi hai creato e collezionato fino ad oggi?
ELISABETA – Non li ho contati e non credo che lo farò. ma ho sentore che cominciano ad avere il loro “peso” in famiglia.
ILARIA – Quanto sono importanti i social come vetrina per le proprie creazioni?
ELISABETA – I social sono importanti come vetrina per i miei lavori e, penso, per tutti i lavori artigianali per diffondere quanto più possibile l’handmade con i suoi valori.
ILARIA – Cercando di conoscerti meglio , ho scoperto molto di te e che non sei soltanto bravissima con l’uncinetto. Cosa significa per te essere creativi?
ELISABETA – Dare sfogo alle mie idee. Dai centrini, ai porta posate, dagli addobbi natalizi per la casa a quelli per l’albero di natale, ai presepi con varie tecniche e materiali, dai cappellini ai ferri a quelli fatti all’uncinetto, dalle mantelle alle sciarpe, cappottini per bambini magliette all’uncinetto, cuscini per il divano, orecchini, sono un vulcano di energia.
ILARIA – Sei una donna generosa, sensibile e di gran cuore. Cos’è per te l’Amore?
ELISABETA – “Amore uguale motore di vita”. Ma il fatto è che credo davvero che sia il motore della vita che dia valore ad ogni nostra azione e pienezza alla vita di ognuno. Per spiegarlo ad un bambino direi che l’Amore e come uno di quei costumi che si mettono i super eroi, che hanno il potere, indossandoli, di fare cose prodigiose, fuori l’ordinario. Ecco, l’Amore per ognuno di noi deve essere quel vestito prodigioso che tutto può.
ILARIA – Che valore dai ad un sorriso?
ELISABETA – Il sorriso è quell’ “arma bianca” che permette di abbattere il primo muro che ci separa dall’altro. A volte ci vuole coraggio a sfoggiare un sorriso per intraprendere la strada della riconciliazione dopo un litigio.
Ma la sua efficace è garantita.
ILARIA – Grazie Elisabeta per avermi aperto il tuo cuore e per il tempo dedicatomi quest’oggi.
ELISABETA – Grazie a te per avermi offerto questa bella opportunità.
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