Estella Marino sui rifiuti di Roma chiede aiuto ai Comuni della Provincia

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Estella Marino assessore di Roma Capitale
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Estella Marino assessore di Roma Capitale

Tratta dall’Agenzia di stampa Dire – www.dire.it – (DIRE) Roma, 21 lug. – Roma ha bisogno di un aiuto dagli impianti di trattamento che si trovano fuori dalla citta’ o, nel caso anche fuori Regione per 1.000 tonnellate al giorno di rifiuto indifferenziato prodotto dalla Capitale. L’assessore capitolino ai Rifiuti, Estella Marino, ha spiegato in un’intervista all’agenzia Dire come si arriva a queste quantita’ e per quale motivo.

“Ad oggi- ha detto – i 4 tmb della Capitale trattano intorno alle 3mila tonnellate al giorno di rifiuti e il tritovagliatore ne tratta altre 1.000. Ma e’ pur vero che gli impianti lavorano cinque o sei giorni su sette e quindi vanno sommate le quantità di rifiuti che non vengono lavorate quando gli impianti sono chiusi. Inoltre, nei due tmb Colari circa 300 delle 1.500 tonnellate trattate sono dei comuni di Fiumicino e Ciampino. Quindi, in realta’ non abbiamo circa 4mila tonnellate a disposizione per Roma ma qualcosa in meno. Noi abbiamo bisogno di una ‘ridondanza’ di almeno 1.000 tonnellate al giorno, pertanto dovremo aumentare questa capacita’ in modo temporaneo perchè sappiamo che stiamo andando verso una diminuzione della produzione del rifiuto indifferenziato”.

Per questo motivo, secondo l’assessore Marino, “chiedere l’utilizzo di impianti fuori Roma o fuori Regione va proprio nella direzione della transitorieta’ del momento. Nelle fasi di picco o crisi, quando c’e’ una sovraproduzione di rifiuti sotto le feste o si rompe qualche impianto, ci serve una valvola di sfogo, che era la funzione che svolgevano i tmb di Albano, Colfelice e Viterbo che pero’ dal 7 gennaio non possiamo più utilizzare. C’e’ un problema di numeri e quantita’, Roma produce ogni giorno 4.500 tonnellate di rifiuti, circa 3.300 sono indifferenziati, quando si rompono gli impianti i quantitativi si accumulano e i rifiuti restano in strada”.

 

La Marino ha ribadito che “non ha senso realizzare nuovi impianti e ci siamo spinti verso i tritovagliatori mobili, una soluzione temporanea, perche’ a fine anno, con la partenza della raccolta differenziata nei nuovi 5 municipi, sara’ diminuita la produzione di rifiuti indifferenziati di altre 6/700 tonnellate al giorno e cosi’ il sistema dovrebbe andare in equilibrio”.

Le difficolta’ che Roma sta vivendo per l’assessore non sono un fulmine a ciel sereno: “A dicembre dello scorso anno, quando stava per finire il commissariamento, chiesi un ulteriore anno di commissariamento perche’ era chiaro, visto che i numeri sono incontrovertibili, che solamente con i 4 tmb e il tritovagliatore la situazione era troppo al limite, con gli impianti che dovrebbero funzionare tutti i giorni. Ma gli impianti si fermano o si rompono e questo si e’ verificato. La capacita’ autorizzata e’ piu’ o meno pari al tal quale che Roma produce ma questi sistemi devono avere un po’ piu’ di ridondanza, ovvero delle tonnellate in piu’ da potere trattare nel caso in cui, come accaduto due settimane fa, si rompano addirittura due impianti contemporaneamente”.

“Se riusciamo ad avere queste soluzioni temporanee, scavallati i prossimi mesi in cui partiranno altri 5 municipi con la differenziata, per fine anno non avremo più questi problemi e la nomina di un commissario non servira’ più”.

Ha precisato nell’intervista concessa all’agenzia Dire l’assessore ai rifiuti di Roma capitale, Estella Marino.

“Gia’ a dicembre dissi che stavamo uscendo dall’emergenza ma eravamo ancora troppo vicini al limite e per questo serviva un altro anno di commissariamento- ha aggiunto – Probabilmente supereremo questo anno in un altro modo e con altre soluzioni. E’ sano lo sforzo degli enti locali di fare rientrare queste questioni nella via ordinaria perche’ e’ giusto che tutti gli enti locali si responsabilizzino per la risoluzione del problema”.

“Obiettivamente c’e’ una quota parte di scarti di trattamento dei rifiuti che non si riesce a recuperare. Una discarica di servizio e’ necessaria”. Ha proseguito nell’intervista all’agenzia Dire l’assessore ai rifiuti di Roma, Capitale,

Estella Marino. “Il presidente Fortini e’ molto ottimista e pensa di chiudere il ciclo dei rifiuti senza una discarica: mi auguro che vinca il suo ottimismo. Intanto, con gli uffici abbiamo iniziato una ricognizione sul territorio di Roma, riprendendo lo studio della Provincia, perche’ non possiamo pensare che Roma continui a esportare fuori Regione quella parte dei suoi rifiuti che va in discarica- ha aggiunto l’assessore- E’ stata una soluzione temporanea necessaria per chiudere Malagrotta. Ad oggi non ci sono soluzioni ma e’ corretto eticamente che la Capitale si ponga il tema di dove conferire quella parte dei rifiuti che va in discarica non potendo andare all’infinito fuori Regione”.

Per questo l’assessore Marino ha tenuto a sottolineare che “piu’ che fare il toto-discariche, come avvenuto negli ultimi anni, io sto verificando sul territorio di Roma e anche fuori con la Provincia quali sono i siti che possono ospitare una discarica e fare una valutazione tecnico-scientifica. Quando ci saranno i primi esiti, questo lavoro andra’ condiviso con i territori prima di prendere qualunque decisione”.

Quindi la futura discarica di Roma potrebbe sorgere anche fuori dai confini cittadini: “Sul territorio di Roma abbiamo attivato un dialogo con la Provincia perche’ loro avevano fatto uno studio sui siti e stiamo chiedendo loro di aiutarci anche sui siti fuori Roma. La chiusura del ciclo dei rifiuti dentro l’ambito dell’area metropolitana sara’ uno dei temi che dovremo discutere con la Provincia.

Uno o piu’ ecodistretti fuori dal perimetro del territorio di Roma? L’assessore ai rifiuti capitolino, Estella Marino, non nasconde questa possibilita’ nel corso dell’intervista all’agenzia Dire. “Nel nostro territorio abbiamo un numero limitatissimo di aree dove potere realizzare questi interventi, quindi dovremo iniziare a verificare insieme ai comuni della Provincia se e’ possibile realizzare qualcosa anche fuori perche’ non e’ detto che riusciamo a trovare tutte le aree dentro Roma, visto che la situazione e’ molto bloccata sotto il profilo delle aree disponibili. Alcuni impianti di privati in provincia gia’ ci sono. Nulla toglie che un equilibrio si trovi con una parte di impiantistica dentro Roma e una parte fuori Roma”.

In via preliminare, comunque, “Roma deve fare lo sforzo di trattare il proprio rifiuto all’interno dei propri confini, stiamo facendo fare una mappatura ai nostri uffici insieme al dipartimento Urbanistica perche’ questo tipo di impiantistica ha bisogno di alcune destinazione d’uso e alcune distanze dai centri abitati”.